Maria Rizzi su “Marlin, una
storia cubana” di Attilio D’Arielli -
Graus Edizioni.
Ho letto il romanzo
“Marlin, una storia cubana” di Attlio D’Arielli - Graus Edizioni -, e l’ho
trovato coraggioso, coinvolgente e didattico. La storia del famoso pesce spada
del celeberrimo libro di E. Hemingway vista dal punto di vista del marlin. Va
detto che ne “Il vecchio e il mare”, il vecchio portava avanti la sua personale
sfida di pescatore, infatti asseriva: “Pesce ti voglio bene e ti rispetto molto. Ma ti avrò ammazzato
prima che finisca questa
giornata.” Non era un testo anti - ecologico, ma una storia di povertà, di mare
e di sopravvivenza. L’Autore precede con il suo originalissimo testo la vicenda
narrata dal premio Nobel, come afferma l’ottimo prefatore Paolo Iacovelli attua
‘un’altra chiave di lettura, cambiando il protagonista’. Il pesce con il quale
Santiago, il vecchio cubano dell’Opera americana intratteneva la sua lunga
lotta, era un marlin,
ovvero un animale simile al pesce spada, e diventa Marlin, ha un’anima, e non credo sia un assunto
rivoluzionario, ma la presa di coscienza della realtà da parte di un uomo che
si dedica all’ecologia da sempre. Per quanto mi riguarda ho l’opinione che
tutti i miracoli poetici del creato siano dotati di una vita di emozioni da
rispettare. Lentissima
quella delle piante rispetto a uomini e animali, perché il mondo della botanica
non dispone di un sistema nervoso, ma funzionante e da rispettare. Era Voltaire
a dire che “Solo un eccesso di vanità ridicola spinge gli uomini ad attribuirsi
un’anima di specie diversa da quella degli animali.” E se unirci a D’Arielli
nel difendere i diritti e la dignità del pesce spada e di qualsiasi altra
creatura della natura suona come un ammonimento sovverviso, vale la pena di
renderci antisovversivi contro l’ignoranza, l’indifferenza e la crudeltà. La
descrizione dell’esistenza di Marlin nell’Oceano è straordinaria. Deve
difendersi dal mondo di sotto e da quello di sopra. Il mare è il suo habitat,
mangia per non essere mangiato, la catena alimentare sta alla base del nostro
ecosistema e ne garantisce l'equilibrio e la sopravvivenza. Ha i suoi rapporti,
le sue amicizie e riesce a trovare l’anima gemella. I problemi più grandi sono
creati da noi uomini. Il mare, orizzonte infinito per sognare nelle liriche e nell’immaginario
collettivo, non viene rispettato. L'inquinamento delle acque da parte delle sostanze di rifiuto -
industriali e domestiche - ha assunto in questi ultimi decenni proporzioni
rilevanti. Purtroppo l'acqua
putrida e il petrolio sono come il vento per noi. E Il
mondo è inquinato nelle tre aree fondamentali: aria, acqua e terra a causa di una
scienza ingovernabile.
Difendere l’ambiente, tutelare i diritti di tutti gli animali, favorire stili
di vita sostenibili vorrebbe dire scrivere i primi articoli di un nuovo
trattato di pace tra gli uomini e la terra. I pericoli maggiori per Marlin
vengono sempre dagli esseri umani. Le reti dei pescatori costituiscono rischi
continui naturalmente, ma le minacce più
gravi sono i sottoprodotti malefici dai quali il mare è oggi infetto. L’Autore in questo
magnifico romanzo realizza l’incontro con Manolin, il bimbo che partiva con il
vecchio di Hemingway per affrontare la grande avventura, in questo lungo
lasso di tempo divenuto anziano, nel famoso Golfo di Cuba e le due storie si
uniscono in un unico grande respiro. Il Nostro rende onore alla vicenda che ci
ha rapito tutti e a quel mare senza strade, senza spiegazioni che ne è stato il
vero protagonista. Marlin ha vibrazioni, palpiti, sogni tra il fragore delle
onde e la carezza della risacca. ll battito del suo sangue è
sincronizzato col movimento delle grandi maree. Inevitabile rimanere
incatenati al suo viaggio, incarna l’immagine dell’inafferrabile fantasma della
vita, di ogni vita difficile, sofferta, in lotta e in amore quotidiano. Uno
splendido affresco il romanzo di Attilio D’Arielli, che affascina, seduce,
ripropone atmosfere vissute con lo struggente testo di Hemingway, e
soprattutto mette in luce il nostro vandalismo verso madre - natura. Ricorda
con dolore autentico che a essere inquinato non è solo il mare, come l’intera
terra, ma la nostra coscienza.
Maria Rizzi
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