E' l'adolescenza la vera protagonista di questo noir di Maria Rizzi: l'adolescenza "delle privazioni, dell'innocenza violata, della fame d'amore" e l'adolescenza "figlia degli agi, delle sfide precoci, dell'affetto non capito". In ogni caso, un'adolescenza non vissuta, precocemente persa. Due vicende, che sono parallele per le condizioni che le hanno determinate ma non per la sostanza, s'intersecano, si sovrappongono, s'intrecciano. La tratta delle minorenni dell'Europa dell'est avviate alla prostituzione e le strade "sbagliate" imboccate da adolescenti di famiglie cosiddette bene, i cui genitori sono, tuttavia, separati. E' un argomento duro, scottante, scabroso, scioccante quello trattato da Maria Rizzi, che fa tremare il cuore e le coscienze di tutti i lettori ma, in particolar modo, dei genitori: "L'uomo lupo per lupo fa tristemente parte della storia del mondo e del crimine, ma l'uomo bestia per i bambini continua ad apparire contro-natura".
Eppure l'autrice si muove in tanta miseria, cinismo, abiezione, perversione, senza sporcarsi e ponendo attenzione a che anche il lettore non si sporchi. Fra le "anime graffiate" Maria Rizzi si muove in punta di piedi, con la delicatezza, la dolcezza, la Pietas, che la caratterizzano e, inevitabilmente, contraddistinguono i suoi scritti. Anche nelle anime degli abietti, Maria Rizzi, pur usando un gergo duro e proprio delle situazioni che affronta, non fruga con morbosità, non indaga con accanimento, non condanna impietosa. Sembra quasi chiedere ai suoi personaggi di parlarle. Pur mostrando con dolore quello che è stato perso, esalta quello che è recuperabile, ed assolve sempre, quando possibile: "...impossibile anticipare gli eventi, prevederli....L'uomo nasce incompiuto e tale resta. Viaggia per raggiungere determinate mete e durante il cammino cade, si fa male, sbaglia. L'importante è rialzarsi, tenere alta la testa e andare avanti".
E, paradossalmente, emerge la voglia di ricominciare a vivere delle prostitute-bambine, tradite dalle loro famiglie che le hanno vendute e, al contrario, il desiderio di lasciarsi andare dei giovani "figli degli agi, delle sfide precoci, dell'affetto non capito" che, invece, hanno genitori disposti ad aiutarli. Avvertimento garbato per i genitori odierni.
E nella narratrice, donna dei nostri tempi ben consapevole delle brutture di cui può essere capace l'animo umano, s'intravvede, chiaramente, la moglie, la compagna, la madre, l'amica, ché nella vicenda poliziesca che avvince il lettore perché sapientemente costruita, sono trattati i temi dei rapporti tra coniugi, tra genitori e figli, tra colleghi nel posto di lavoro. Ed emerge la poetessa, ché versi di autentica poesia addolciscono la durezza dell'argomento affrontato e mitigano il dolore dei protagonisti: "Fiammeggia il tramonto in fondo alla pineta: voli di uccelli solcano le creste arancio e rosa di un cielo simile a tela di Monet".
Il romanzo di Maria Rizzi è molto più che un noir psicologico; direi che è una scuola di vita perché, se letto con il giusto stato d'animo, offre molti spunti di riflessione: sulle insidie del mondo moderno per i ragazzi ma anche per noi adulti, sulla difficoltà dell'essere genitori oggi, sull'importanza della famiglia per i figli, sugli errori compiuti e su quelli che si possono ancora evitare.
Una lettura completa che mi sento di consigliare a tutti, agli adulti, soprattutto se genitori, e ai ragazzi stessi.
Ester è stata una delle paladine di questo romanzo. L'ha innalzato come vessillo e ha saputo presentarlo nella sua città con un entusiasmo, una cura dei particolari, un'irruenza... che mi hanno a dir poco commossa!
RispondiEliminaLa stringo ancora fraternamente al cuore, certa che mi abbia sopravvalutato, ma consapevole che ha convinto tanti altri del valore di questo romanzo che doveva restare nel cassetto! Maria Rizzi