LO SCULTORE SPEZZINO RINO MORDACCI
NEL CENTENARIO DELLA NASCITA
Anch’io desidero unirmi alle
iniziative promosse qui alla Spezia per ricordare un suo grande artista, lo
scultore Rino Mordacci, (1912 – 2007) che ha onorato l’Arte e il territorio spezzino.
“Bonjour
bravo!” Con questa frase Salvador Dalì nel 1970 volle salutare Rino Mordacci ed
esprimere vivo apprezzamento per la sua arte; testimonianza significativa che
si aggiunge a numerose altre espresse da critici illustri allo scultore
spezzino.
Si può
affermare che scultura e vita sono diventate per Mordacci inscindibili. Già da
bambino, avvertiva un’innata inclinazione per il disegno e per l’intaglio. Era
ragazzo quando iniziò ad usare la sgorbia, come lui stesso amava ricordare:
“...così gli schizzi dei quaderni presero forma e volume nel legno... Sentivo
amore per l’intaglio e la scultura: quest’amore si accendeva nel mio animo e
diventava a poco a poco viva passione.” Questa viva passione lo avrebbe spinto
ad impegnarsi con gran volontà nello studio del disegno e dell’arte plastica,
seguendo per diversi anni le lezioni dello scultore Carmassi, che ben presto si
accorse delle non comuni capacità dell’allievo, seguendone con vivo interesse i
progressi. Il mio incontro con Mordacci risale agli anni ’70 e, da allora, una
profonda amicizia mi ha legato a lui. Così ho potuto seguire nel tempo con
rinnovata meraviglia il suo intenso eccezionale percorso artistico, rendendomi conto
della sua grandezza di artista e di uomo. Sarebbe interessante citare le sue
opere più significative: di scultura (terracotta, creta, gesso, legno, cemento,
bronzo), le sue xilografie, i suoi dipinti (già, Mordacci era anche pittore) ma
sono talmente numerose e diffuse che diventa impossibile rintracciarle tutte e
riunirle in un catalogo. Per il suo impegno artistico è stato nominato Commendatore
dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” Il tema religioso è stato
certamente la radice che più ha ispirato ed alimentato la sua creatività.
Numerosissime sono le chiese che custodiscono sue opere sia nella provincia
spezzina, sia in Lunigiana. Una particolare citazione merita senz’altro la
Chiesa di Sant’Anna al Felettino. Qui, si può affermare che ogni arredo reca la
firma di Mordacci, dal Crocefisso alla Via Crucis, dal battistero alla
monumentale porta di ingresso cui l’Osservatore Romano dedicò un ampio
servizio.
Gli uomini
passano, ma restano le opere a testimoniare il loro passaggio. E’ così anche
per Mordacci. Oggi, che ha concluso il suo percorso terreno, sono le sue
sculture, le sue xilografie, i suoi dipinti, a perpetuarne la memoria: a
parlare di lui, del suo cammino spirituale e artistico. Rino, con la sua vita
intensamente operosa, contrassegnata da entusiasmo e dignitoso riserbo, è
entrato nella storia della nostra città, lasciandoci un messaggio che è un inno
di amore alla vita e al creato, una fedele testimonianza di quei valori che
innalzano l’uomo sulle cose. Ho chiesto alla poesia di completare questo mio
ricordo:
A RINO MORDACCI
Inesauste le
tue mani
tutta una
vita
hanno dato
forma ai tuoi pensieri;
i tuoi
pensieri
ai palpiti
del cuore.
Nel prodigio
dell'arte
materie
informi, inanimate,
sono fiorite
in sembianze
di vita e
nobiltà.
L'umanità che
nasce
dall'amore e
dal dolore,
che ricerca orizzonti
di luce e di
speranza,
fu la tua
modella.
E tu, attimi
ne cogliesti
per lasciarli
in dono
a chi verrà
nel tempo.
Nella
scultura
intatto
resterà il tuo canto
viva la
preghiera.
Paolo Bassani
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