giovedì 7 febbraio 2013

N. PARDINI: NOTA RECENSIVA A "L'ALBERO CAVO" DI L. ZADI


Luigi Zadi: L’albero cavo. Edizioni Polistampa. Firenze. 2009. Euro 12,00

 

L’albero cavo trae il titolo dalla poesia eponima che concentra, nella sua elegiaca essenzialità, la significazione strutturale ed intimistica dell’opera: la favola di Euridice, nel suo contenuto stretto, senza dilatazioni mitologiche. Ed è il dolore che tiene insieme l’autenticità di questa plaquette; il dolore per la compagna scomparsa. Un dolore umile che mai deborda nell’eccessivo sentimentalismo. Un dolore umanamente vicino a chi legge questo canzoniere. Ed è la parola, semplice e lineare, senza orpelli di sorta, a prendere per mano il poeta per accompagnarlo nella  traduzione  dell’anima. A tracciare le sue modulazioni intimistiche in un viaggio che conclude il suo percorso nei quattro versi dell’ultima lirica: Il treno. È là che arriva, in una galleria simbolicamente efficace, e metaforicamente convincente, nella quale  entrerà con tutte le sue luci: “Finito il sogno, svanita la magia: / il treno è passato tra le case / e poi è scomparso / con tutte le sue luci in galleria.” Vera poesia quella di Zadi, che, lisciata da un essenziale strato di malinconia, sa fare della parola un incontro mansueto e docile con il sentimento.

Nazario Pardini

 

 

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