nella
Versilia, in quella terra ombrosa
che,
di smeraldi e zaffiri vestita,
scopre
ogni giorno le sue rose al sole,
zona
d’antichi incanti e di splendenti
marmi
e divine case generose,
io
non vorrei, no, non vorrei vedere
su
la tua bella fronte ampia e spaziosa
quella
specie di solco doloroso,
quella
ruga, quello spettral ricordo,
che
ogni dodici agosto, alla memoria,
ancora
e al mondo attonito t’addita!
Era
d’agosto, il mese delle sagre
semplici
e buone, in che s’incensa e onora
ciò
che da Dio fu dato a sostentarci:
l’abbondante
raccolto delle messi;
e
la tua sagra avesti, orrenda sagra,
ed
empia e scellerata, senza canti
fu
celebrata, ché la disumana,
barbara
e cieca legge della guerra,
fece
scempio dell’innocente sangue
dei
figli tuoi, che, disperatamente,
oggi
tu invochi, e inviti alla memoria.
Forse
stan vagolando, aerei spettri,
intorno
a quelle case ormai risorte,
senza
sostanza né più forma alcuna,
invisibili
ombre, che giammai
poseranno
serene nella tomba.
Oh,
se la voce mia sì forte fosse
d’esser
udita alfine, anime erranti!
Se
a voi comunicar mi fosse dato
quanto
il mio cuore opprime ed addolora
ed
a tutti color che ancor non sanno,
allor
sapreste, se ciò fosse ignoto,
ch’oggi,
così come in quel dì funesto,
altre
sagre di sangue, orrende sagre,
stragi,
carneficine e orridi scempi
l’uom
fa dell’uomo e non per quella legge
disumana
che dalla guerra è scritta,
ma
nei confini della propria terra
che
piange pei suoi figli e s’addolora.
Allor
sapreste ciò ch’io non vorrei:
io
non vorrei che questa bella donna,
che
sul più azzurro mar lieta protende
le
sue procacità, macchiata fosse
da
sì grav’onte, che piagar le fanno
il
suo bel corpo intorbidando l’onde
su
cui soggiace morbida e splendente.
Io
non vorrei, no, non vorrei che questi
orrendi
eccidi restino impuniti,
io
non vorrei gli orrori e le ingiustizie,
io
non vorrei che i grandi della Terra,
sordi
all’amaro ed infinito pianto
che
da più parti in sino al ciel si leva,
pianto
di tanti sventurati e tristi
nostri
fratelli di tragedia oggetto,
stenti,
sfiniti ed affamati sempre,
dell’armi
micidiali faccian uso
rabbiosamente
per distrugger l’uomo,
accelerando
i tempi della fine
onde
la Terra, assassinata e vinta
dai
figli stessi, roteasse invano
nello
spazio infinito senza tempo,
già
come fanno numerosi mondi,
libera
e sola, senza scopo alcuno.
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