venerdì 21 agosto 2015

GIORGIO CAPRONI: "RICORDO"


Ricordo

Ricordo una chiesa antica,
romita,
nell'ora in cui l'aria s'arancia
e si scheggia ogni voce
sotto l'arcata del cielo.
Eri stanca,
e ci sedemmo sopra un gradino
come due mendicanti.
Invece il sangue ferveva
di meraviglia, a vedere
ogni uccello mutarsi in stella
nel cielo.


Giorgio Caproni

1 commento:

  1. Caproni é un poeta di immagini luminose, visibili. Di dipinti. Eppure, pur avendo esordito nel 1932, dovette attendere due decenni prima che la sua poesia ricevesse il riconoscimento che gli era mancato. Fu grazie a Pier Paolo Pasolini che Caproni venne risarcito di una certa disattenzione critica. Nel 1952 vinse il Viareggio con la raccolta 'Stanze della funicolare'. Forse l'artista livornese scontava la scarsa propensione a schierarsi in cordata con le correnti dominanti in quegli anni, in primis con gli ermetici.
    In un'intervista bellissima asserì che "L’ importante è risparmiare al massimo il rumore delle parole, stringendo in una battuta il senso profondo del far poesia". Credo che l'espressione 'il rumore delle parole' rappresenti il miglior riassunto del senso artistico di quest'uomo, che si mantenne solitario e poco amante della gloria, anche quando il successo gli venne riconosciuto. Egli distillava la linfa autentica della poesia. Non era un erudito, né uno sperimentatore. Cercava 'se stesso e, attraverso se stesso il prossimo' e non era interessato al narcisismo dominante.
    Se nascessero molti Poeti come lui... avremmo il senso della cultura e non la cultura del non senso...
    Maria Rizzi

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