Vorrei vedessi la sofferenza del mio viso,
mostrartela nel lungo silenzio della notte
mentre tutto sembra crollare intorno
e il suono della vita scorre monotono
tra fantasie senza alcuna pietà, tra desideri
annegati nel mare dell’inquietudine
in questo giorno senza luce e senza ombre
nel quale si rincorrono le ore, inesorabili,
spinte in una sola direzione: il domani.
Domani sarà un altro giorno che affonda
nell’illusione di un sogno perduto, sfumato
nel buio della notte, nei disagi di una vita
fredda come il marmo, come gli alberi
spogli di foglie, dai rami contorti,
disperati, in una tela di Van Gogh.
L’ora della malinconia
E’
questa l’ora
in cui
il giorno muore,
in cui
la solitudine
rinnova
la tristezza,
in cui
lei sento lontana,
lei
che non si accorge
della
mia mano tesa,
l’ora
della malinconia,
l’ora
in cui si ode
solo
la melodia del vento,
l’ora
in cui calano le ombre
impalpabili
e sparse
che
nascono
dal
profondo dell’anima
e
mormorano
come
l’acqua del ruscello
che
chiede scusa
ai
sassi su cui scorre
quasi
timorosa
di
offenderne il riposo,
l’ora
in cui la luna
appare
e scompare
dietro
i rami del pioppo
come i
ricordi che ritornano
e mi
parlano di lei…
mentre
un dolce canto
dice
all’anima… sospira.
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