sabato 1 ottobre 2016

GIOVANNI DINO: "LETTERA PER I POETI E LA CRISI"



LETTERA PER I POETI E LA CRISI

Ho ritenuto ad un anno dalla pubblicazione dell’antologia I POETI E LA CRISI di ritornare sull’argomento CRISI usando il nuovo canale di Facebook per dare ancora voce al progetto culturale che fin dal suo nascere  voleva essere più di ogni cosa una testimonianza  con importanti interventi contro la crisi da parte di poeti seriamente impegnati nella cultura in campo Nazionale.  Di certo la crisi non si risolve a suon di versi né duellando con rime, ci vuole ben altro: principalmente lo stare vigili, svegli e attenti ai fatti della vita e mi pare che il poeta, per sua innata e maledetta indole di queste doti, il Buon Dio lo abbia ben fornito. Egli infatti sa annusare fatti e circostanze che stanno per verificarsi attraverso piccoli segnali di lontani fuochi.
“Il poeta fra tutti i bipedi civili e ben-pensanti   è l’unico che non può  permettersi il silenzio  l’omissione o il mettersi le mani sugli occhi o girarsi dall’altra parte innanzi ai problemi  “ Il poeta è veramente poeta, se  riesce ad essere  ispiratore di buoni e civili costumi, d'amor patrio e familiare e umano.”  Giovanni Pascoli  da Il Fanciullino
Il poeta è colui che  interroga se stesso i suoi simili la vita con i suoi misteri e  non si nasconde dietro una religione un partito  l’ombra di una idea  o pietosi o comodi paraventi
Il poeta per DNA è un libero pensatore, ricercatore del bello e del buono, della libertà e della giustizia ed è colui che rischia si espone non si tira indietro davanti le difficoltà.
Se la poesia, da qualunque parte venga, non  ha virtù di far riconoscere il buono e il bello la giustizia la libertà iniziando dalle cose piccole e semplici  umili e quotidiane alle cose complesse e oscure e non salva dai pericoli e dalle brutture da ogni tipo di schiavitù, dagli affanni dell’anima essa tradisce il suo vero scopo e non serve a nulla”(dalla Nota del curatore).
Questa nuova pagina di Facebook dedicata  a I POETI E LA CRISI vuole dare voce sia ai 179 poeti   che hanno partecipato all’antologia e sia a tutti i poeti che non hanno partecipato al progetto ma che hanno cose importanti da sottolineare, da dire, ribadire e commentare sulla crisi e contro la crisi. È possibile già inviare qualsiasi tipo di materiale che abbia attinenza al fenomeno crisi.  Saranno ben accolti filmini (brevi), foto, commenti, anche fatti di cronaca già pubblicati (specificando la fonte) e quant’altro  aiuti a riflettere e far riflettere sul triste fenomeno crisi che ancora ci tiene fra le fauci della sua mortale presa. Saranno ben accolti provocazioni, sfoghi (purché non si cada nel volgare ).
Verranno pubblicati di seguito materiali attinenti all’antologia e a ciò che è successo e che succede  attorno al libro: presentazioni, articoli, recensioni, foto, ma anche lettere e commenti giudizi e altro ancora. In attesa che giungano in Redazione nuovi materiali da pubblicare, ecco di seguito alcune poesie dell’antologia.
Chi non fosse ancora in contatto con la mia pagina personale di Facebook o con la pagina de I POETI E LA CRISI è pregato di chiedere amicizia a GIOVANNI DINO  e a I POETI E LA CRISI 
Chi invece non fosse iscritto a Facebook può comunicarmelo via email di modo che  possa essere informato e aggiornato su ciò che viene pubblicato sulla pagina di Facebook  dedicata a I POETI E LA CRISI

Un fraterno saluto
Giovanni Dino



1 commento:

  1. Ripropongo il commento dell’inizio di gennaio, da me scritto sul testo edito da G. Dino I POETI E LA CRISI:
    “ Una iniziativa fuori dal comune questa in cui si impegna G. Dino, un’antologia che si impone con vigore e con la chiarezza e la forza del documento: una quasi denuncia intorno al tema sociologico, economico, antropologico, storico, filosofico della crisi. Raccoglie oltre 150 autori, per la maggior parte poeti, la cui provenienza rispetta geograficamente tutte le regioni italiane, dal profondo nord al profondissimo sud, passando per il nostro centro sempre meno “centrale”. E questo è già un punto di partenza programmatico di grande significato democratico su cui riflettere e di aperto spirito, lontano da ogni polemica pretestuosa. L’avvertimento della “crisi” accomuna e impegna poeti e scrittori d’ogni parte d’Italia.
    Il secondo aspetto che colpisce, perché originalmente fuori da ogni comune aspettativa sono gli interlocutori cui il curatore ha deciso di rivolgersi: i poeti, appunto. Sembra così lontano lo spirito della poesia dalle istanze drammatiche ed economiche della crisi che stiamo vivendo!
    Eppure già gli antichi, consapevoli, scrivevano: “Facit indignatio versum”(Giovenale, Satire, I, 79).
    Può dunque la poesia far luce, denunciare esprimere e cambiare la nostra drammatica situazione? è questo- tra i tanti- mai del tutto decriptati, uno dei compiti del poeta? Davvero?
    “…Oggi/ che navighiamo senza bussola/ in un bicchiere e l’orizzonte/ è immobile parete/ di vetro/ che ci opprime” (S. La Via)
    Il terzo aspetto è quello dell’utopia o meglio della immortale speranza, sottesa al piano di lavoro: l’intento di rompere il silenzio, uscire dalle torri d’avorio, lasciare una traccia per coloro che verranno. Quindi anche dare una testimonianza, pur nella consapevolezza che i poeti non hanno il potere di intervenire direttamente sulla realtà, ma solo di agire indirettamente, modificando le emozioni, gli stati dell'animo dell’umano sentire, con i propri non inutili mezzi espressivi- la parola- diventando così e solo con questi, espressione di poesia "civile"…..”
    Mi piace concludere con l’auspicio dell’avvento di un nuovo umanesimo, che sappia allontanarsi da un presente sbiadito e da un futuro annichilito, quello che forte della sua storica poetica, esprime per tutti noi il poeta N. Pardini:

    “E quelli che verranno/ ci volgeranno lo sguardo/ come a un’età di assenze; ad un’età/
    di uomini dimentichi del cielo/ dimentichi del cuore della vita,/ dei suoi valori;/ di uomini/
    che videro imbarbariti anche gli dèi/ in fuga dalle loro blasfemie “ (I miti che verranno)

    RispondiElimina