Franco Campegiani, collaboratore di Lèucade |
Proloco
di Ciampino
Nell’ambito
della rassegna culturale
“Colloqui
sulla Contemporaneità”
curata
da Natale Sciara
Presso il cinema Piccolissimo, in Ciampino, Via
Ariosto, 2
Martedì 16 maggio 2017 ore 17:00
Presentazione
del saggio filosofico <Ribaltamenti>
di Franco Campegiani
David and Matthaus Editore
«Se Dio non c’è, tutto è
possibile». Quest’affermazione sintetizza l’atteggiamento
etico nichilista di Ivan Karamazov, nel dialogo che egli ha col fratello Alesha
che introduce a “Il grande Inquisitore”, dal famoso romanzo<I Fratelli
Karamazov>di Feodor Dostoevskij.
L’assenza
del divino, è un argomento che ci riguarda tutti giacché quotidianamente
sperimentiamo sulla nostra pelle, nella nostra anima, le conseguenze di tale
distacco. L’uscita di scena del sacro dalla vita dell’uomo, ma io direi,
l’occultamento volontario della spiritualità, operato dalla stessa ragione
dietro l’azione del convenzionalismo e dell’omologazione, è giustappunto uno
dei temi focali di <RIBALTAMENTI>, il nuovo saggio filosofico di Franco
Campegiani, che questa sera ho l’onore di proporre e di commentare insieme con
voi.
Quest’opera
di pensiero, di grande originalità, nasce prima di tutto dalla necessità
dell'autore di realizzare se stesso attraverso un dialogo interiore mai
interrotto, ostinato direi, costantemente proteso alla ricerca della propria
autenticità, del <sé> immateriale, di quel quid primigenio,incontaminato dai convenzionalismi, libero dalle
sovrastrutture sociali e culturali. Un impegno non da poco. Entrare in
contatto, seppur fugacemente, con il proprio alter ego ci consente di attingere
alle fonti della saggezza arcana,là dove operano le leggi dell’equilibrio, in
altre parole quei principi immateriali impressi in ogni individuo, come in ogni
essere vivente, sia esso animale o vegetale, - e riconoscerli finanche nella
materia inanimata - ci offre la possibilità di dissetarci alle sorgive acque
della salute fisica e mentale e ci permette di avere ogni giorno quella carica
positiva necessaria per affrontare le avversità del quotidiano vivere. Ma
riconoscere in se stessi la presenza di principi universali – la famosa
“scintilla divina” - non basta: bisogna applicarle le regole, è necessario
conformarsi a quelle leggi se vogliamo conseguire in noi quel cambiamento che
vorremmo vedere anche intorno a noi. Infatti, qualsiasi pensiero per quanto
illuminato e persuasivo, se non è seguito da un’azione corrispondente, un
comportamento coerente, resta nel migliore dei casi un puro esercizio
intellettualistico, dell’ottima ginnastica mentale, utile a superare blocchi
psicologici, smarrimenti momentanei della ragione, ma è necessario rimanere
costantemente vigili, con i piedi ben piantati in terra, se non vogliamo cadere
preda di velleitari vagheggiamenti. Non è certo il caso di Campegiani, che per
essere in linea con le proprie convinzioni, ha operato nella vita scelte non
facili, come per esempio negli anni settanta – quando la maggior parte dei
giovani come lui abbandonava il lavoro dei campi per quello d’ufficio – egli
contravvenendo ai consigli paterni, e non soltanto a quelli, rinunciò al “posto
sicuro” in banca per andare a fare il viticoltore.A distanza di anni, almeno
noi fruitori, possiamo affermare con convinzione, che mai decisione fu più
ispirata, vista la bontà dei prodotti, sia dell'aratro, sia della penna.
Potremmo anche dire che l’intero operare di Campegiani, trovi ispirazione nello
spirito divino, oltre che nel
puntuale e prezioso apporto della consorte Sig.ra Paola e di Mario Silvestrini,
suo compagno di avventure nella coscienza arcana. Perdonate la divagazione, una
libertà che mi sono permesso forte dell'amicizia che mi lega all'autore, alla
sua famiglia e a Mario Silvestrini. Ma torniamo subito al testo. Dunque, la
prima cosa che ci può colpire di <Ribaltamenti>, intendo dell'oggetto
libro, è che si presenta come un volumetto, snello, quasi tascabile,
esteriormente simile a tanti, ma appena se ne inizia la lettura sorprende la
densità dei contenuti, il rigore argomentativo, spesso mitigato da una rara
grazia espositiva, che si avvale dell'immagine poetica, della metafora,
dell'ossimoro. Sono 170 pagine fitte di riflessioni e suggestioni, raccolte
lungo il corso di anni di costante esercizio, quasi un compendio del pensiero
dell'umanità, dalla notte dei tempi ai giorni nostri. Emerge il continuo
confrontarsi di Campegiani con se stesso e con l’evoluzione, o involuzione, del
pensiero più rappresentativo. Dell’epoca storica, del concetto filosofico, o
del particolare argomento di volta in volta trattati (analizzati con uno
sguardo asciutto e neutrale) l’autore ha la capacità di ricrearne un modello
oserei dire “tangibile”; cioè riesce a rappresentarci il pensiero
“visivamente”,come un areogramma, o un diagramma, servendosi di concetti
accessibili al pubblico più vasto. Questo è il frutto di una pratica costante
volta alla conoscenza – autoconoscenza - e di una grande capacità comunicativa
maturata con il tempo. Con questo non voglio dire che la lettura di
<Ribaltementi> sia paragonabile a quella di un racconto, con tutto il
rispetto che merita il genere letterario, questo testo è comunque un saggio
filosofico, che richiede un minimo di attenzione, di concentrazione, alcuni
passaggi vanno letti più volte, ciononostante non esige, a mio avviso,
particolari prerequisiti: è sufficiente la curiosità letteraria e “amare la
comunicazione fine a sestessa”, come scrive l’autore nell'esergo che anticipa la
prefazione al testo. Soffermandoci attentamente su alcune pagine, si riesce a
distinguere una specie di tracciato, mentre leggiamo all’improvviso compare una
filigrana, la mappatura di un territorio attraverso il quale il lettore è
libero di scegliere il percorso tematico maggiormente in linea con i propri
interessi, siano essi di natura sociologica, o antropologica, piuttosto che
storica o filosofica. Altra caratteristica di questo testo è che non richiede
necessariamente una lettura consequenziale, procedendo come si fa generalmente
dalla prima all’ultima pagina. Si può aprire il libro anche a caso, e leggere
senza avvertire disorientamenti o mancanze d’appoggio: ci si trova sempre nel
pieno di avventurose speculazioni. Insomma, siamo di fronte a pagine che
possono essere considerate articoli, e l’intero libro può essere valutato come
una raccolta di articoli umanistico-spirituali.
Secondo
il metodo “casuale”, propongo le seguenti letture, intercalate da alcune
personali riflessioni.
Con la Rivoluzione Francese
(1789 - 1799)…innestata alla già fiorente rivoluzione
industriale…prese avvio la morte del
popolo, immolato sull’altare della società di massa dei tempi attuali. Dalla
distinzione dell’uomo dalle cose, durata in secoli, millenni di razionalismo,
si arriva al novecento, all’irrazionalismo affermatosi in ogni ambito della
cultura (ivi compreso l’ambito scientifico tecnologico). Dove
l’intellettualismo dei secoli passati aveva fatto dell’uomo il despota del
creato, il vitalismo contemporaneo è approdato a una sorta di reciproca
fagocitazione. L’uomo ottiene il dominio del mondo a patto di rinunciare a se
stesso e di lasciarsene sopraffare. E’iniziato così il processo di
massificazione, dell’omologazione e del totalitarismo, la storia del pensiero
unico sviluppatosi dai semi del razionalismo antico, che ha trovato
nell’odierna globalizzazione la sua realizzazione ottimale. Il villaggio
globale mette forzatamente l’una accanto all’altra le varie culture…si
vengono così a creare situazioni di attrito che spesso sfociano in azioni
violente.
Prosegue
Campegiani:
La relativizzazione dei valori
cancella ogni illusione sulla possibilità di trovare punti di riferimento
assoluti nel piano orizzontale della cultura. Questa consapevolezza dovrebbe
spingere l’individuo verso l’analisi interiore, verticalmente tesa alla ricerca
di valori assoluti dentro se stessi, anziché nell’esteriorità.
L’individuo non è una monade…in
altre parole un’unità indistinta della massa umana, è un soggetto, ma anche
oggetto, di esperienze, di relazioni, a partire però dalla relazione con se
stesso. Se salta questo primo anello,
salta tutta intera la catena relazionale e i contatti sociali si fanno
inautentici. Così dicendo l’Autore ci mette in guardia dal pericolo di noi
stessi.
Gianni Vattimo in accordo con
altri autorevoli filosofi contemporanei, ha configurato il cosiddetto pensiero
debole nel quale viviamo, in virtù deisuoi caratteri elastici, dinamici e
liberi dai punti fermi del moralismo antico, in alternativa al pensiero forte e
dogmatico che per secoli o millenni ha dominato nelle culture umane.
In
questo contesto s’inserisce la scomparsa di Dio, riallacciandomi a quanto detto
in apertura. La fuoriuscita del sacro dall’umanità, è un argomento di cui è
imbevuta la cultura contemporanea e sul quale Dostoevskij si è soffermato più
volte, ma senza scomodare ulteriormente il grande scrittore russo, più vicino a
noi troviamo Pier Paolo Pasolini, che descrisse lucidamente le cause della
desacralizzazione e ne profetizzo gli effetti. L’uomo ha abbandonato il sacro,
o meglio, ha spostato il proprio interesse da ciò che riteneva un tempo “Il
Sacro” – valori come la religiosità, la natura, la famiglia, il rispetto
dell’altro, la parola data eccetera – dirottando questo sentimento di deferente
sottomissione verso la scienza, la tecnologia, il denaro, confondendo così i
mezzi con il fine.Ma il sacro non ha mai abbandonato l’uomo, siano noi che
l’abbiamo ricacciato nei più profondi recessi della nostra anima, come fosse un
elemento da estirpare, da rimuovere, perché ci chiede di agire, perché ci
chiede di fare cose sproporzionate alle nostre capacità, ci chiede di metterci
continuamente in gioco, ci chiede di essere liberi, ci chiede di esporci anche
a rischio della nostra incolumità. Ci chiede di essere umani, ma per la maggior
parte di noi questo è troppo. Concludo con queste parole di Franco Campegiani:
…dobbiamo iniziare da noi
stessi, cercando la nostra essenza, quel pensiero che ci pensa, dal quale siamo
pensati e che è, in fondo, il nostro stesso pensiero extracorporeo,
sovra-razionale, al di fuori degli schemi, diverso dal pensiero che noi
pensiamo e che scaturisce da noi, dalla nostra scatola cranica, eminentemente
razionale, plagiata dai pregiudizi e dalle sovrastrutture culturali.
Ciampino,
15 maggio 2017
Pio Ciuffarella
Pio Ciuffarella, artista visivo, oltre che regista di spessore e di grandi facoltà, è l'autore della foto di copertina di "Ribaltamenti". Dopo avere letto questa acuta esegesi, si capirà il motivo della mia scelta di chiedere proprio a lui la creazione di un'immagine adatta a rappresentare e veicolare il testo ed il pensiero che esso contiene. La sua proposta è stata immediatamente accettata dall'Editrice (la "David and Matthaus"), contribuendo ad arricchire la veste grafica di un libro già estremamente curato e raffinatissimo nella forma editoriale. In questa nota critica, la mente versatile ed eclettica del regista, anche in virtù di una condivisione e vicinanza di pensiero, coglie e trasmette incisivamente l'essenziale: la necessità di tornare ad una più sana, diretta ed equilibrata visione del sacro, attivando il nostro alter ego ultrafisico che -
RispondiEliminacome lui dice - "ci chiede di metterci continuamente in gioco, ci chiede di essere liberi... e di essere umani", anche se "per noi questo è troppo".
Franco Campegiani
Ho letto solo ora la recensione di Pio, amico carissimo, del quale conosco l'altissimo spessore artistico e umano, al saggio di Franco Campegiani, "Ribaltamenti" e sono rimasta nuda di parole. Se esisteva un modo per esprimere parte del senso di quest'Opera rivoluzionaria, che a mio umile avviso, segnerà l'inizio della Filosofia moderna, Pio Ciuffarella, artista a trecentosessantagradi, l'ha trovato. E' stato autore di una copertina che è espressione pulsante del respiro del saggio e critico letterario di rara, originale bravura. Non ho ancora letto Ribaltamenti, ma l'ho visto nascere e, seguendo lo sviluppo delle idee di Franco, mi sono resa conto che stava concependo un'idea nuova del vivere. Pio ha messo a fuoco il concetto del sacro. Il dirottamento attuato da noi uomini verso un'idea di sacralità profana. I valori di un tempo, quelli autentici, sono stati sostituiti da i falsi valori che predominano nella società del progresso. E l'uomo è entrato nella dipendenza. Non sa più pensare. Lascia che a pensare per lui pensino gli altri. E' plagiato e schiavo dei pregiudizi. Ho letto una recensione da brividi che introduce in modo poderoso la novità dell'Opera Ribaltamenti.
RispondiEliminaRivolgo i più cari e sentiti complimenti all'Autore e al suo critico e amico antico.
Maria Rizzi
Che emozione Maria mia leggerti così compiaciuta della mia breve riflessione sulla più recente opera del nostro comune amico. Sono commosso, confuso, amica mia da sempre. Non sono sicuro di meritare il valore che mi tributi, ma conoscendo la passione artistica che ti anima e la tua autorevolezza di scrittrice e critica letteraria, farò del mio meglio nel proseguire a "mettermi in gioco". Leggere, ascoltare le tue note - m u s i c a l i ! - affiancate alle altrettanto lusinghiere note di Franco poi, mi ha letteralmente stordito! Congiurati! Ecco cosa siete, amici cari!
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