L'UMANESIMO
DELLA PRAXIS (dal
soggetto all'oggetto e ritorno)
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1 PREMESSE
Abbiamo
in precedenza valutato gli impatti e le ricadute in termini etico-sociali di
identificazione progressiva dell'umanizzare soggetto/oggetto; ora tentiamo di
rifletterne l'esito successivo nella prassi operativa (o costruttiva)
dell'identità rivelata.
"Umanizzare"
assume in questo ambito, anche una significanza (etico-sociale) di ampio
reticolato storico-politico.
L'ampliamento
della creatività oggettivale destinata al soggetto operante (artifex) è fuori
discussione e favorisce l'effettiva trasformazione finale di ogni rapporto tra "esseri"
pensanti e coscienti, custodi di co-energie ondulanti/particellari e
pluridirezionali/dimensionali.
Gli
"esseri" di cui si precisano funzioni e finalità espansive in
profondità si configurano "oggetti" non "creati" dal
soggetto ma coesistenti nell'energia dominante dalle origini degli "universi"
possibili che potrebbero dilatarsi e annodarsi in dimensioni polimorfiche e inafferrabili
sull'eternità del crearsi/creato/creazione.
Gli
oggetti sono "artifex" coesistenti con "umani" di creativi
e produttivi che, nella Storia, hanno occupato ogni spazialità tempistica del
pianeta e non solo.
Ma
il punto su cui si deve meditare è che la "realtà", come si recepisce
e concepisce semplicemente, non "esiste" in termini di essenza-custodia
di esseri: solo l'esserci si manifesta come ipotesi realistica di
interferenza di particelle che violano il "principio di località"
comunicando distanziate (entanglement) in quanto "presenza" di
contenuti probabilistici in cui il mondo micro non è determinato a priori.
La
nuova società degli "esseri" comuni si avvale dell'etica precedente
per umanizzarne espansivamente gli effetti pratici ed operativamente fruibili
dalla massa eterogenea dei consumatori intrinsecamente indirizzati per l'esserci.
L'esserci, coagulo particellare, non assume il
digitale a futuro della "ragione" interconnessa tra "esserci"
ed "essere": è un errore fondamentale ricondurre alla Tecne ogni
espressività di "presenza" unitaria.
La
"tecnica" è solo strumentale ed è semplice conduttore di flussività derivata
che occuperà totalmente, ma "virtualmente" ogni significato
umanizzante di applicazione pratica finalizzabile a compiti superiori
(ovviamente da ri-classificarsi).
La
"praxis" non definisce la natura dell'Unità emancipata, ma ne aiuta
la comprensibilità strutturale con la "ricerca" in assoluto della
composizione materica primordiale (elettroni-bosoni-fermioni-eccitoni-ecc.) che
non finisce di stupire la scienza (e che lascia insoluto peraltro il problema
della spiegazione della loro "massa").
La
"praxis" è l'esercizio primario dalla scoperta e dalla posizione "autentica"
dell'esserci nell'essere (ovvero dell'artifex negli "oggetti"
umanizzati in progressione).
"Umanizzare"
(coincidere nell'unità) trova dunque riscontro nell'identità al di fuori della
logica storica, nella neo-dialettica della "praxis" dove soggetti e oggetti
non hanno più alcuna autonomia formale o sostanziale e si trasformano in un
"unico" sistema di "esserci" autonomo dalla tecnica pur
servendosi di questa.
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2 NEO-DIALETTICA DELLA "PRAXIS"
In
che consiste questa nuova "dialettica" che non si avvale di pulsioni "spirituali"
per agire sul materico, ma si identifica in flussi di energie etico-sociali prolusive
ed espansive sino a colmare ogni dimensionalità creativa dell'artifex?
La
risposta sta nella "praxis".
La
"praxis" è la nuova identità di soggetto e oggetto, ne indirizza l'attività
espressiva, ne colma e unifica progressivamente la diversità, tentando di
pianificarne finalità ed obiettivi.
Non
è peraltro la "praxis" l'etica dell'operatività umana, ma il suo
annullamento storico, prodotto dalle prime rivoluzioni sociali/economiche a
quelle digitali sino alla "conformità" nella differenza dell' "esserci"
per "essere".
"Conformità"
anche di "flussi" dualistici (onda-particella) energetici che
dirigono le forze fondamentali dell'universo (o degli universi) e legittimano simmetrie
e super-simmetrie tra particelle positive e negative, al di là dell'apparenza.
I
flussi "navigano" in tutto il presente, utilizzano forme e strumenti
di valutazione, riducono la materialità a mera apparenza, a soffio alieno di "cose"
che non possono esistere se non unitariamente, sollecitano l'artifex nella
ricerca di sempre maggiore compatibilità e comprensibilità operative (esseri/cose/oggetti/soggetti).
L'ascesa
dell'esserci confluisce quindi nella dialettica della praxis: "tekne"
(oggetto-soggetto), "umanizzazione" dell'indistinto, flusso purificato
quale primario contenitore/compartecipe della figurazione etico-estetica con
derivata influenza nell'ambito socio-economico.
La
matericità di flusso (energia) è pertanto il conduttore del processo
pragmatico-etico-estetico e si articola nelle più varie espressioni
ontologico-pratiche laddove l'essere consente il partecipe (esserci).
La
"nuova" dialettica della praxis prescinde ovviamente dall'hegelismo e
dal marxismo (le dialettiche prevalenti nel corso filosofico degli ultimi due
secoli) nelle più varie estrinsecazioni formali/applicative.
Dagli
spazi ambientali ai siti/techne, dalla propensione estetica alla selezione
etica dei prodotti; dalle potenti concentrazioni produttive di massa alla "qualità"
elitistica; dai circuiti digitali totalizzanti alle concrezioni individuali
della comunicazione: tutto si auto-referenzia nella complessità dell' "unicità"
esistente in progressione.
La
soluzione neo-dialettica "umanizza" la praxis, sottraendola
all'esercizio "mono" del soggetto (essere umano) per ricondurla nella
sintesi unitaria del processo distributivo-produttivo (soggetto-oggetto).
L'azione
operativa dunque deve proporsi la liberazione radicale dell'uniformità selettiva
che si affida al cambiamento di usi, motivi, costumi, pensieri, comunicazioni
dell'essere per il divenire e inverso.
Dunque:
"artifex" ed operatori trasformati in impulsi di complesse "unità"
dove l'oggettualità assume la virtualità di presenza quale inversione di ogni
ruolo; "ambienti mobili" con particolare/corrispondente capacità di
risposta alle esigenze di mercati paralleli e correttivi a più livelli (materie
prime/scenografiche/componenti di strutture/esperti di ricerca/arte c.d.
artigianale applicata eccetera); fruitori compresenti nell' elaborazione
sistemico/digitale, rappresentati in testimoni della "trasformazione";
indicatori etico estetici dove la riunificazione-identificazione in atto saldi i
valori storici alle opportunità contingenti per approdare a finalità
metastoriche-trascendentali di percezione energetico-quantistica; materialità frazionata
nel flusso permanente di effettualità (atomi - raggi cosmici primari e
secondari), costituite da accelerazioni molto potenti e invisibili insite nel
microcosmo di particelle universali (quark-bosoni-fermioni-neutroni-fotoni-mesoni
ecc.); prevalenza di "materia ed energia oscura" (non emette
luce, onde, raggi K, gamma o altra radiazioni elettromagnetiche..) partecipe rispettivamente
del 22% e del 74% della massa e della gravitazione universale (ma secondo il
fisico Milgrom la "materia oscura" non esiste e la gravità sarebbe da
"rivedere").
Da
rilevare poi che la materia "ordinaria" partecipa al 4% della massa
dell'Universo (massa visibile).
In
questa "irrealtà" difficilmente rivelabile di presenza, l' "essere"
degli "esseri" costituisce il solo riferimento possibile per delineare
le umanizzazioni virtuali di particelle, di cose e persone e di oggettualismi (sentimenti,
creatività, manualità) derivati e indipendenti sino alla destabilizzazione
schematica degli equilibri totali in "parzialità" digitali
circoscritte e temporalmente limitate nel quotidiano fenomenico (valutare il teorico
riferimento del concetto di "universo a blocchi").
Questo
è il decisivo sviluppo della "neo-dialettica" nella praxis che
occorre ripensare nei suoi effetti già in atto, ma molto prossimi ad una rivoluzione
epocale, ovvero "alienata" dalle comuni consequenzialità prevedibili
o ipotizzabili.
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3 IL NUOVO "SITUAZIONISMO" SOCIALE
Il
"presentismo" è il vero conseguo dell'irrealtà concepibile e si pone
in conflitto permanente con l'ontologica tendenza dell'Umanesimo totale.
Il
"presentismo" consiste nell' erroneo assorbimento dell'irrealtà come "concreto",
nonché sequenza di presenze (soggetti, oggetti, segnali, ecc.), ma l'irrealtà
può solo promuoversi e convivere con la dimensione ontologico-pratica,
dialetticamente coinvolta nel conflitto delle apparenze tanto elusorie, quanto sofferte
come "assenze" di principi posizionabili.
Ma
le "assenze" sono essenziali, "situano" i vuoti e le
mancanze per finalizzarne il colmare.
La
logica delle "assenze" favorisce poi l'occupazione di cose e persone
dialetticamente riumanizzate nella "trasformazione" del digitale in
custode virtuale di valori deprivati di obiettivi e contenuti autentici.
La
metamorfosi digitale è il grande "furto" della individualità
oggettuale nel soggetto, con il proposito di azzerare la dialettica della
verità e le facoltà umanizzate di richiamo culturale-artistico sopravvissute.
Il
nuovo "situazionismo", di pericolosa preminenza, va oltre.
Si
propone la "individualità massificata" ( estremo paradosso dell'
errore concettuale...), tentando di isolare e recludere l'oggettualità
manifesta del comunicare che ovviamente perde consistenza nella diffusione anomala
dell' "approccio individuale di massa" alle problematiche/sfide dell'oggi
per il domani.
Nella
società "situazionata" comunque la materialità, come noi la concepiamo,
non esiste.
Ogni
suo composto si manifesta (tra l'altro) in vibrazioni inafferrabili e profondi di
stringhe microscopiche indistinte dalle particelle elementari variegate
(cordicelle vibranti) che alimentano e implementano tutte le forze esistenti cosmiche
e terrestri (particelle bosoniche e fermioniche).
La
presunta "matericità" 4% è la riduzione "valoriata" dalla "materia/energia
oscura" che potrebbe navigare in altro "universo" non avendo
possibilità di manifestarsi nel "circoscritto evolutivo" degli esseri
operanti e classificabili (es. esaminare il moto delle stelle in una galassia).
Nulla
si disperde, ma si posiziona in un'altra dimensionalità di energie attive
ovvero in possibile altro "universo" che la materialità dominante potrebbe
proteggere da ogni disamina o ricerca sia terrestre che extraterrestre.
Qui
si prescinde dalle presenzialità degli esseri/oggetti che, privi di cognizioni
elevate, sono ridotti a "serventi" di un sistema voluto e dominato
dalla "sfera" universale dell'Essere.
La
"sfera" (superforza) è la chiave di ogni presunto Universo multidimensionale
(nel nostro si ipotizzano 26 dimensioni...) ovviamente vietato alle nostre
capacità cognitive sempre assai limitate.
Abbiamo
ampliato l'analisi, ma dobbiamo ricondurci alle tematiche basilari della praxis
e trarne implicazioni di cognitività operativa sotto molteplici profili.
I
profili della "trasformazione" globale nel divenire dei composti.
Ecco
che la "società" filtrata dai flussi più eterogenei sarà rimodellata
sull'assenza e non sulla presenza, con declinazione dei "valori"
primari a "guide" di situazionismi d'elite etico-estetica trasmessi
nelle più varie soggettività/creative d'arte (artifex rerum)
Ecco
che l'oggettualità umanizzabile verrà incorporata nella soggettività della
dialettica degli "esseri" anche digitalizzati, ma non derubricati a
strumento di sistema ecc.
Ecco
che le risultanze dell'iperattività nella società tecne-ontologica assumeranno
le caratteristiche delle finalità rivedute accelerate o accorpate dall'umanizzazione
incredibile e imprevedibile dell' "Essere Assoluto".
Marco
dei Ferrari
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