Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade |
Claudio Fiorentini: La voce di Porta Portese oggi. Kairòs edizioni. Napoli 2014 |
Obiettivo nobile, quanto nobile si spera il risultato di questa impresa letteraria di
Claudio Fiorentini che ha saputo raccogliere e assemblare le voci più belle e più nitide di Porta Portese:
quelle dei ragazzi delle scuole del quartiere. E ciò che ne esce è una
confessione schietta, chiara e azzurra come il cielo di primavera, la primavera
dei loro anni; una polla d’acqua cristallina che non ha ancora imboccato il
letto inquinato prima di gettarsi nei gorghi del mare. Un libro che dovrebbe stare
nella biblioteca, o meglio, sul comodino di ognuno di noi, perché certe
espressioni spontanee, certi accostamenti sottintesi, puliti e commoventi di
memoria pascoliana, restino incisi nell’anima. Dacché tutti, un po’ più o un
po’ meno, siamo coinvolti in questo mondo fatto di materialità e di fretta, di
disumani ancoraggi, e di approssimative ultimazioni; in una società liquida
come direbbe Bauman, o di viandanti sperduti ripeterebbe Cardarelli, in cui è
necessario ritrovare la parte più intima, più umana, smarrita, ma non di certo
inesistente, del nostro percorso terreno. E chi, se non un fanciullo con la sua
innocente verità, con la spontaneità di un cuore aperto, ed uno sguardo sano a
noi rivolto, ci può aiutare. Questi ragazzi sono gli uomini del domani, e le
loro espressioni figurative e verbali non vogliono essere una protesta contro
una società indifferente, contro una politica ritardataria – sono innocenti e
non capiscono di certo i meccanismi complessi dei Palazzi – ma una
raccomandazione per il loro futuro, per quello di una terra in cui hanno messo
le radici e per la quale, magari, darebbero anche la vita. Perché lì hanno i
genitori, la chiesa dove pregare, la
piazza dove giocare, le scuole dove imparare. Ed è loro diritto che gli uomini rivolgano loro lo sguardo, un briciolo
d’attenzione.
Disegni, racconti, interviste, poesie, pensieri, tutto ciò che può
uscire dalla curiosità extrascolastica per una ricerca interdisciplinare sul territorio;
quella di alunni tanto affezionati a questa terra, da non accorgersi nemmeno
delle magagne, sennò per sentito dire. Si gira per il quartiere, si
intervistano commercianti, consumatori, persone comuni con schiettezza e
onestà, senza secondi scopi. Quali esempi migliori per conoscere da voci vive
una situazione. Spesso si tratta di gente nata per vivere in luoghi e tempi in
cui gli speculatori hanno dimenticato il vero senso dell’esistere. Di certo non
si accusa nessuno, c’è un bel coro unanime, questo sì, ma c’è anche e
soprattutto quella richiesta che tanto sottintesa non è, anche se da me
immaginata: “Fateci vivere da umani. E che il futuro sia non un’avventura, ma
una garanzia, non un dono, ma un impegno doveroso da parte vostra”. Questo
vuole essere l’obiettivo del testo: pungere le coscienze con un messaggio
etico-civile tanto più credibile quanto più
diretto per opera degli interessati.
Eccoli i loro pensieri e le loro riflessioni. Eccoli qui, caldi, sul
piatto, scodellati in un libro
accattivante per copertina, impaginatura, immagini, veste grafica, garantito da
una casa editrice di tutto rispetto quale Kairós Edizioni di Napoli. Dove il curatore nella sua introduzione mette
subito i puntini sulle i: “Porta Portese non è solo il mercato delle pulci di
Roma, è un Quartiere in cerca di una propria identità. Caotico e rumoroso, ma affascinante
perché pullula di umanità. Pochi ne conoscono i confini e la storia, e molti lo
conoscono per la passeggiata domenicale al mercato, per le lunghe attese all’Agenzia
delle Entrate, per la piazza con la fontana dismessa, per le baracche dei
“biciclettai”, per il ricambista di elettrodomestici, per alcuni ristorantini
particolari… ma soprattutto c’è chi lo disprezza per la sporcizia e il caos e
lo vive come parcheggio di scambio. Insomma, è un luogo e un non luogo, che
vive quotidianamente il suo essere periferia del centro storico, il suo essere
limite e frontiera… Forse un premio letterario intitolato La Voce di Porta Portese oggi non servirà per cambiare il mondo, ma quantomeno
può permetterci di far sentire il nostro messaggio. E chi, più dei bambini,
vive il nostro quartiere e ne conosce le esigenze?...”. Ed ecco alcune delle tante
risposte alle domande proposte dagli alunni: “Questo quartiere è bello perché è
vicino al centro; purtroppo non ci sono spazi verdi dove voi bambini potreste
giocare e divertirvi”. “… la via è molto assolata. Purtroppo è anche molto
sporca: soprattutto le persone che hanno i cani non puliscono i bisogni…”. “…
il pomeriggio tardi la strada non è illuminata e rimane molto buia”. “Su Via Portuense, tra via Carlo Porta e via Pascarella, c’è
un rudere dimenticato. È ciò che rimane di Santa Maria del Riposo, una cappella
rurale del seicento che, nonostante lo stato di abbandono e di degrado, ancora
si ostina a far parlare di sé, grazie ai bambini, che la riscattano dall’oblio
con questa ricerca”. E la storia di nonna Filomena; quella del
mercato dipinta dalle voci degli anziani, o dalle suggestioni dei giovani; le tante poesie con rime baciate di grande ingenua armonia: “Porta
Portese non ha porte chiuse/ vieni a visitarla non inventare scuse”; l’attaccamento
alla propria casa e al proprio quartiere: “L’ultima
cosa che voglio dire è che io mi sento a casa mia solo nel quartiere di Porta
Portese”; “… Da quasi cento anni ogni domenica c’è il mercato delle pulci dove
si trovano vestiti nuovi ma anche usati, libri, zaini, parrucche, dischi,
mobili, ombrelli, statuette di legno ecc. Al negozio “Maros” vengono tantissime
persone da tutta Roma, perché vendono bellissime scarpe per bambini. La nostra
passeggiata purtroppo finisce qui perché è ora di sognare”; i tanti racconti
sul territorio nutriti di sogni (Leyla), di speranze, di realtà liricamente
vissute. Insomma un caleidoscopio luminoso ed arrivante, che non acceca, ma
apre gli occhi sulla sensibilità dei nostri giovani. A voi la lettura. Sono
sicuro che vi rinfrescherà le idee.
Nazario Pardini
E' davvero un nobile progetto quello promosso da Claudio Fiorentini nelle scuole del quartiere romano di Porta Portese. Un progetto che spinge i ragazzi ad esprimersi sul loro territorio attraverso scritti e disegni destinati a moltiplicare il loro amore per il luogo dove sono vissuti i loro padri e dove loro saranno i protagonisti del domani. E' un progetto ambizioso, che serve ad interrompere l'aridità frettolosa in cui si espleta la vita quotidiana, riportando l'attenzione sulla necessità del porre radici per costruire civiltà a misura più umana. Un encomio alle Edizioni Kairòs per avere raccolto in volume, a perenne memoria, tanto prezioso materiale.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Questa accattivante passeggiata in un quartiere scomodo, in una realtà stridente, in contrapposizione con l'attraente e disinvolta ricchezza di altre scene ben più edificanti e meglio edificate di Roma, non è dissimile da alcuni vicoli e quartierini di ogni altra cittadina, oserei dire del mondo. Eppure qui vivono bambini, con occhi specchiati e specchianti.
RispondiEliminae in queste realtà ci si aspetta che diventino positivi tasselli del domani.
Una volta, mi sono rivolta al Sindaco del mio comune e poi al Parroco della mia unica parrocchia cittadina per iniziare, in gruppo, una attività di supporto qualificato e volontario allo studio, per i ragazzi di alcune famiglie. Ti lascio solo immaginare dove e come ci hanno fatto naufragare.
Ottimo il tuo lavoro, Claudio, anche poetico, tanto quanto il coinvolto commento di un empatico Prof. Nazario Pardini.
Al prossimo incontro ... una copia da acquistare, ma autografata.
Un abbraccio
Elena Malta
Claudio,
RispondiEliminauna delle tante sere che abbiamo condiviso aveva quest'Antologia e, per rincorrere un altro gratificante progetto, non sono riuscita ad averla tra le mani, a sfogliarla, ad acquistarla. E mi sento in colpa. Non sono andata incontro ai sogni dei bambini di Porta Portese, simboli dei bimbi di ogni quartiere o paese o cittadina della nostra penisola, come ha ben detto la cara Elena. Claudio con la tenacia e la passione che lo contraddistinguono, sta cercando di stimolare la creatività sfidando il 'mordi e fuggi' di questa società, che brucia tutto e spesso rende anche i bimbi 'viandanti delle stelle', per dirla con il grande Cardarelli, citato dal Professor Nazario. Anch'io voglio assolutamente acquistare l'antologia e respirare quest'aria nuova. E ringrazio di cuore Claudio che non si ferma mai all'aspetto teoretico, ma è un attivista e un uomo che va incontro ai sogni...
Maria Rizzi