Credo che sia dovere di tutti aderire alla difesa della vita e dei diritti umani, messi fortemente in discussione nei confronti di questo poeta colpevole solo di avere espresso le proprie idee.
QUINDI ESPRIMETEVI:
DAL BLOG: "L'OMBRA DELLE PAROLE" DI GIORGIO LINGUAGLOSSA
ARABIA SAUDITA. IL POETA PALESTINESE ASHRAF FAYADH DI 35 ANNI È STATO CONDANNATO A MORTE: “HA DUBITATO DELL’ESISTENZA DI DIO” CON ALCUNE POESIE TRADOTTE DALL’INGLESE.
La denuncia di Human Rights Watch. Il poeta, Ashraf Fayadh, nato da genitori palestinesi ma cresciuto in Arabia Saudita, è stato arrestato nel 2013. In primo grado era stato condannato a quattro anni di prigione e 800 frustate. Ora la sentenza di appello
Arabia Saudita, poeta palestinese Fayadh condannato a morte: “Ha dubitato dell’esistenza di Dio”.
Un tribunale saudita ha condannato a morte il poeta palestinese Ashraf Fayadh per aver rinunciato alla sua religione. Lo denuncia Human Rights Watch, che afferma di aver preso visione della sentenza. Il pronunciamento del giudice risale a martedì scorso e conferma il reato contestato dall’accusa, vale a dire: aver “dubitato dell’esistenza di Dio”.
Nato da genitori palestinesi, ma cresciuto in Arabia Saudita, Fayadh è stato arrestato dalla polizia religiosa nel 2013, dopo che un suo lettore lo aveva accusato di incitamento a rinunciare all’Islam, a causa del contenuto di una sua raccolta di poesie del 2008. Rilasciato dopo pochi giorni, il poeta trentacinquenne era stato arrestato nuovamente a gennaio 2014 nella città sud-occidentale di Abha. Una prima sentenza lo aveva condannato a quattro anni di prigione e 800 frustate, ma il giudice d’appello ha deciso di condannarlo a morte.
La condanna, secondo alcuni attivisti, sarebbe legata a un video pubblicato sul Web dal poeta, che mostra la polizia religiosa di Abha che picchia un giovane in pubblico. Per chiedere la sua liberazione, lo scorso anno è stata lanciata una petizione, sottoscritta da centinaia di artisti e intellettuali.
Almeno 150 persone sono state giustiziate in Arabia Saudita nel 2015, il dato più alto degli ultimi anni.
thought as well as to freedom and human rights.
https://secure.avaaz.org/en/petition/Amnesty_international_Save_the_palestinian_poet_and_artist_Ashraf_Fayadh/?tSLBlcb
https://secure.avaaz.org/en/petition/Amnesty_international_Save_the_palestinian_poet_and_artist_Ashraf_Fayadh/?tSLBlcb
Io mi sono già espresso. Spero che lo facciano molti altri. In nome della vita, dei diritti umani, della libertà di opinione.
RispondiEliminaPasquale Balestriere
Davanti a notizie come questa si rimane basiti, non più di quanto lo si rimane per altre note vicende che si stanno svolgendo in medio oriente. Spero che il buon senso alla fine prevalga e che si lasci alle persone libertà di culto e di opinione.
RispondiEliminaIn nome del diritto alla libertà di pensiero e di espressione
EliminaCHIEDO CHE VENGA LIBERATO
il giovane poeta Ashraf Fayadh.
Ubaldo de Robertis
Ho condiviso e diffuso la causa. Grazie anche a Lei, prof. Pardini.
RispondiEliminaMaria Luisa Tozzi
Ho condiviso e diffuso la causa. Grazie anche a Lei, prof. Pardini.
RispondiEliminaMaria Luisa Tozzi
Penso a quante condanne a morte avverrebbero nei paesi europei se esistesse lo stesso criterio per giudicare e giustiziare. La vita di ognuno si basa sulla libertà di esprimersi, di pensare autonomamente, di veder rispettati i propri diritti. Il poeta, Ashraf Fayadh é incolpevole. Non esiste un solo motivo per condannarlo. E noi operatori culturali abbiamo il dovere di non restare insensibili di fronte a quest'ennesima assurdità. L'Umanesimo di cui spesso si parla, perde senso e nessuno può sentirsi incolpevole se un solo uomo, con questi criteri, viene mandato al macello. In questo periodo non riesco mai a sentirmi salva e giusta...
RispondiEliminaMaria Rizzi
Io sono avvilito perché non riesco ad immaginare come si possa vivere nella ignoranza così palese , nella infatuazione così cretina , nel diniego di ogni civiltà. Bisognerebbe cancellare ogni filosofia ! Il mio piccolo e misero voto affinché il poeta Fayadh venga liberato del tutto !
RispondiEliminaE' inaccettabile che sia possibile punire con la pena di morte, chi esprime opinioni scomode, soprattutto quando a condannare è uno stato membro delle Nazioni Unite. Il paradosso è che a settembre 2015, l'ambasciatore di questo paese, è stato eletto a presiedere il comitato del Consiglio ONU dei Diritti Umani. Mi auguro che queste iniziative possano sensibilizzare l'opinione mondiale e creare quella pressione che faccia desistere dal commettere questo crimine verso l'umanità.
RispondiEliminaSi rischia di annientare la base di tutti quelli che sono i principali diritti della dignità umana: libertà di pensiero, di stampa, di azione, di parola, di religione... per i quali l'uomo ha lottato e sta ancora lottando creando eroi di cui sarebbe meglio non avere bisogno.
RispondiEliminaNazario
Chi non sa che il diritto alla vita prescinde da ogni forma di cultura e di credo religioso. Chi non sa che rispettare la vita e le idee dell'individuo è segno di civiltà. Conoscere e non seguire tali principi dell'umana convivenza dà dunque prova di inciviltà oltre che di disumanità tout-court. Il "pensiero" discende direttamente dall'Essere Supremo, uccidere il pensiero è atto sacrilego per chiunque professi qualsiasi credo, bestiale persino per chi si professi ateo. Viva sempre il "pensiero!"
EliminaLa violenza contro gli inermi è irragionevele, la banalità del male diabolica.
RispondiEliminaSiamo davanti all'ennesimo attentato contro la maggiore peculiarità dell'essere umano come persona: la libertà segno della spiritualità che implica la possibilità di avvicinarsi al vero al bello al buono. In questo caso si attenta contro la libertà di scelta e di espressione e in particolare contro la creatività del poeta. L'indignazione è massima. Alcuni esseri in-umani e dis-umani stanno riportando l'umanità ad uno stadio-stato ferino. Spesso in nome di religioni e di divinità che negano il libero arbitrio. Non parliamo di follia perché sarebbe una giustificazione, ma cerchiamo di combattere tutti insieme l'inciviltà per riportare il mondo a essere un luogo umano dove abitano persone.
RispondiEliminaMaurizio Soldini
Alla polizia e al tribunale di Abha:
RispondiEliminaLa vostra superstizione religiosa è pari solo alla vostra inciviltà e alla vostra ignoranza. Voi condannate il pensiero, il dubbio di un uomo che esprime la sua opinione. Ci fate dubitare anche della vostra intelligenza.
Liberate il pensiero, l'uomo, il poeta.
Umberto Cerio
L'uomo viene prima delle sue scelte culturali. Viene prima di ogni ideologia e di ogni credo, prima di ogni cultura, perché non c'è umanesimo se non c'è umanità. L'uomo merita rispetto in quanto uomo, a prescindere dalle sue convinzioni personali. Mi unisco all'indignazione generale per tale insopportabile atrocità.
RispondiEliminaFranco Campegiani
La superstizione religiosa è segno di inciviltà e di ignoranza. Si condanna il pensiero, il dubbio di un uomo che esprime la sua opinione. Diventa legittimo dubitare dell'intelligenza di polizia religiosa e del tribunale di Abha.
RispondiEliminaLiberate il pensiero, l'uomo, il poeta.
Umberto Cerio
Penso che l'unica spiegazione a tanta e tale folle violenza sia la paura, la tremenda paura che i dubbi e le verità espresse da un poeta possano far crollare la fragile impalcatura di regole assurde su cui poggiano questi sistemi privi di umanità e di civiltà. Il terrore da parte di chi detiene il potere di dover ammettere ai propri discepoli - e soprattutto a loro stessi - che ciò che spacciano per rispetto della religione non ha nulla a che fare con il volere di Dio, che in qualsiasi fede è rappresentato come la massima espressione di Amore e Giustizia e dunque mai approverebbe tali norme. Da sempre la parola è l'arma più temuta, dobbiamo dare tutto il sostegno possibile per la salvezza del poeta partigiano Ashraf Fayadh, un eroe che lotta per la libertà di tutti.
RispondiEliminaPaolo Buzzacconi
Se esiste un Dio, il quale, attraverso i suoi discepoli più "illuminati", vuole la morte di un suo adepto, seppure il più misero o il più contestatario, allora quello non è certo un Dio ma un tiranno. Ma credo che non esistono Dii tiranni; sono gli uomini a esserlo che con la scusa dell'integralismo religioso, della guerra santa, esercitano il proprio potere di vita o di morte sui propri simili. La storia si ripere sin da quando Caino disse al fratello " vieni ai campi ". La storia di millenni di civiltà, in questi giorni, sembra si sia rivelata inutile se oggi come allora Caino è ancora presente e più agguerrito che mai. Pertanto non voglio essere certo blasfemo se dico che il Golgota, anche per l'uomo del 3° millennio, è stata una parentesi chiusa da tempo. Con determinatezza desidero far parte di quel coro che grida a piena gola non uccidete più. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaFin quando l'uomo si ergerà a giudice, fin quando non saprà dubitare, fin quando ciò che resta del suo raziocinio sarà occupato da dogmatiche ideologie, l'umanità non farà neppure un passo verso la propria identità, a dispetto di un falso e illusorio progresso...
RispondiEliminaL'augurio? Che Caino e Abele trovino finalmente dentro ognuno di noi la pace della convivenza.
Sandro Angelucci
Non ci sono parole per esprimere quanto è accaduto e potrebbe accadere! Alla base di tutte le considerazioni, c'è la LIBERTA' in tutte le sue forme. LIBERTA' di esprimersi, di amare, di dissentire, di credere o non credere... E' per questa LIBERTA' che si deve avere rispetto per le idee di ognuno di noi. Sicuramente coloro che hanno condannato ASHRAF FAYADH, invocano altre regole che per noi sono inaccettabili e completamente devianti; personalmente non le condividerò mai fino all'ultimo respiro. Sono amareggiato e sconvolto. Gli sono molto vicino con tutto il mio cuore e mi auguro (ho ancora un po' di speranza) che questa orribile e assurda sentenza che offende tutta l'umanita (o, purtroppo, solo parte di essa), possa essere scongiurata. Il dolore di ASHRAF FAYADH è anche il mio dolore!
RispondiEliminaGiannicola Ceccarossi
Condannare a morte un uomo che semina idee è uccidere il futuro.
RispondiEliminaE aggiungo: “…chiunque uccida un uomo, che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità.” (Surah al-Maaida, 5:32)
Claudio Fiorentini
cari amici, non ho nulla da aggiungere in più a ciò che avete già scritto e che condivido in pieno; le file di poeti e artisti morti in nome di una politica o di una religione in qualunque paese del mondo e in ogni tempo, si ingrandiscono sempre di più, come quelle di semplici cittadini, donne e bambini, purtroppo il mondo non è cambiato... ci sentiamo solamente (dopo gli attentati in Francia) un po' più vicini alle barbarie che vanno avanti da anni in paesi più lontani... purtroppo!
RispondiEliminaLa libertà del singolo, in qualunque forma essa si manifesti, di parola, di credo politico, di credo religioso è sempre stata osteggiata dai governi autoritari, con manifestazioni repressive che sono giunte fino all’omicidio, anche legalizzato sotto forma di condanna a morte. La storia a livello mondiale, ahimè, ci fornisce migliaia di esempi più o meno noti. E chissà quanti ne ignoriamo! Nel nome delle religioni, in particolare, sono stati sempre commessi eccidi efferati! Dal caso di Ashraf Fayadh siamo particolarmente toccati, ci sentiamo personalmente coinvolti, essendo egli un poeta. Che altro dire? Per la sua causa ho firmato e condiviso decine di petizioni ma è evidente che è la comunità internazionale che dovrebbe prendere una posizione decisa e irremovibile, soprattutto perché la condanna è avvenuta in uno stato membro delle Nazioni Unite. La vita è sacra e intoccabile (almeno dovrebbe esserlo!) e di conseguenza la libertà, diritto inalienabile di ogni essere vivente, Uomo compreso.
RispondiEliminaFa davvero male constatare che nel terzo millennio nulla è cambiato! Tuttavia, non possiamo e non dobbiamo rassegnarci e tollerare simili situazioni; significherebbe diventarne complici.
Ester Cecere
La mia solidarietà al poeta Fayadh perchè possa essere liberato in nome
RispondiEliminadel diritto alla libertà di pensiero- Anna Magnavacca
Ho appreso con sgomento la notizia della condanna a morte di Ashraf Fayadh. Voglio sperare che la sentenza non venga mai eseguita, in nome della libertà di pensiero. Ciascuno di noi deve fare sentire la propria voce, ma la questione è soprattutto culturale e politica. I vari governanti invece di mettere al primo posto i diritti umani, nelle relazioni collaterali privilegiano gli affari economici (non sempre lineari). Come già detto, è una questione che investe soprattutto gli aspetti culturali. Il mondo occidentale, infatti, ha imparato da tempo a separare lo Stato dalla Chiesa (intesa come espressione delle varie confessioni religiose), evitando così che un precetto religioso debba essere obbligatoriamente osservato da tutti, pena la condanna. Del resto, in Italia la norma che considerava l’adulterio reato penale è stata abrogata nel 1968, così come quella relativa al delitto d’onore abrogata nel 1981. E’ soprattutto grazie alle lotte delle donne (le quali hanno acquisito il diritto di voto soltanto nel 1946) che la società ha fatto passi da gigante nella conquista delle pari opportunità e dei diritti umani. E’ necessario quindi diffondere i valori affermatisi con la Rivoluzione francese (libertà, uguaglianza, fratellanza), così un giorno casi atroci come questo potranno essere ricordati come sintomo di un periodo buio e violento della nostra epoca. Tutti dovremmo fare tesoro delle parole che taluni attribuiscono a Voltaire: “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere”.
RispondiEliminaPietro Catalano
Si rimane sgomenti e allibiti di fronte a notizie come questa. Non so come si possa vivere in contesti simili dove la vita e la dignità della persona umana non vengono tenuti in alcun conto e dove viene punito con la morte il diritto alla libera espressione.
RispondiEliminaMa come si fa, mi chiedo, a far parte del comitato dei Diritti Umani e contestualmente a ignorarli? Esprimo la mia più viva solidarietà al poeta Asharaf Fayadh e l'auspicio di saperlo al più presto liberato!
Marisa Papa Ruggiero
http://www.larecherche.it/testo.asp?Id=35790&Tabella=Poesia
RispondiEliminaE TU VIVRAI IMMORTALE MIO POETA