Maria Rizzi collaboratrice di Lèucade |
Francesco Casuscelli |
Francesco Casuscelli nella
lirica intitolata “Il coraggio di Lea”, dedicata a Lea Garofalo, testimone di
giustizia, vittima di ‘ndrangheta, mostra di voler rendere omaggio a una donna
che ha saputo tenere alta la testa per anni, nonostante fosse nata e cresciuta
nel mondo mafioso.
Per due motivi
completamente diversi la poesia mi ha scossa nel profondo. Il nome della donna,
caro al mio cuore da quando sono nata e divenuto ancor più caro nel tempo, e il
momento storico nel quale il nostro Autore ha deciso di scrivere e pubblicare
questo testo forte, sanguigno, e al tempo stesso caldo e ricco d’un’umanità
struggente.
“Oggi l’albero della giustizia trae nutrimento
dalle tue ceneri
per far germogliare
ancora il tuo
coraggio”.
L’albero della giustizia sta ricevendo scosse violente.
E’ sbattuto dal vento del dolore, della paura, del sangue e occorrono segnali
di coraggio. Francesco, con ardito pudore ricorre alla vicenda di una donna, che
asseriva di avere la ‘bestia nel cuore’, ovvero in casa sua. Il padre le era
stato ammazzato quando aveva solo nove mesi, uno dei fratelli, Floriano, era un
boss conosciuto non solo in Calabria e la donna quando venne interrogata dal
Giudice riferì dell’attività di spacciatori dei fratelli e rivelò, senza
esitazioni, che Floriano era stato ammazzato nell’ambito di faide familiari. Si
espose in modo tale che i giudici ritennero indispensabile inserirla nel
programma di protezione. Lea, nel 2009, decise spontaneamente di rinunciare a
ogni tutela e tornò a vivere nel paese d’origine. Da quel momento si espose
alle possibili vendette dei parenti e, in particolare dell’ex - compagno Carlo Cosco,
che non esitò ad ammazzarla in modo brutale.
“Quell’uomo d’onore che non è più neanche uomo
dopo aver baciato
il tuo corpo
ha avuto il
coraggio efferato e cruento di ucciderti”.
La fine della donna è
stata rivendicata dalla figlia Denise, che animata dallo stesso coraggio della
mamma, ha testimoniato contro il padre.
Due donne, citate entrambe
nei versi del Poeta, che ‘la bestia’ hanno deciso di stanarla, osando oltre il
possibile. Lea ha sfidato il sistema del quale conosceva tutte le infamie ed è
morta sicura che Denise avrebbe dato un senso al suo sacrificio. La storia di
una donna capace di immolarsi per uscire dalla spirale del male, per garantire
un futuro libero al ‘sangue del suo sangue’, vale da testimonianza e da
insegnamento.
Credo che Francesco
postando un documento così potente rivolga un esplicito invito a ognuno di noi.
Non ci si salva nascondendosi, mostrando il proprio terrore. Si salva il senso
del nostro attimo terreno rispondendo con dignità. Occorre sempre e comunque
continuare a vivere senza nascondersi. Altrimenti ci riduciamo a ben poca cosa…
Ringrazio Lea Garofalo e
la figlia Denise e soprattutto il nostro Autore, superbo esempio di poeta
civile.
Maria
Rizzi
Il coraggio di Lea
A Lea Garofalo testimone di giustizia,
martire di
‘ndrangeta
Oggi l’albero della
giustizia trae nutrimento
dalle tue ceneri per far
germogliare
ancora il tuo coraggio.
Tu hai visto, hai sentito
ed hai parlato
Della tua forza noi
ammiriamo il coraggio
Il coraggio di un amore
che cercava una via d’uscita
Quell’amore divenuto
criminale
nel suo essere brutale e
malavitoso,
no, non poteva più essere
famiglia.
Dovevi fermarlo prima che
la sua ombra calasse
il tetro mantello sul tuo
germoglio,
preservando per lei quel
sole che ha brillato
soltanto un istante nella
tua vita.
Quell’amore che non era
amore
Sebbene desiderato e
fortemente voluto,
ha avuto il coraggio di
ingannare
distruggendo la tua
felicità.
Quell’uomo d’onore che non
è più neanche uomo
dopo aver baciato il tuo
corpo
ha avuto il coraggio
efferato e cruento di ucciderti.
La crudeltà di bruciarti
di abbandonare i tuoi
resti al freddo,
di vivere negando, senza
scrupoli
di mentire alla figlia da assassino
della madre.
Quei mostri criminali non
sanno
d’essere stati il mezzo
del tuo sacrificio per
liberare
il futuro alla tua giovane
figlia
Lea del tuo coraggio
ammiriamo la forza
giovane donna macchiata
d’infamia,
ignara compagna di
ndrangheta,
testimone di giustizia e
madre protettrice.
Nel tuo urlo tra le
violenze
solo la morte ti ha
salvata
sentiamo la speranza della
tua libertà eterna.
Tu hai visto, hai sentito
ed hai parlato, con coraggio!
Francesco Casuscelli
E' un grande onore essere accolto in qusto luogo di poesia. Ringrazio Maria Rizzi che ha colto l'ardore emotivo, che mi ha spinto a scrivere la poesia ed ha descritto con precisione le vicende di cronaca relative alla vita di Lea Garofalo e della figlia Denise. Ringrazio anche il prof.re Nazario Pardini che accoglie sempre con gentilezza le mie poesie, donandomi uno frammento di cielo della sua isola.
RispondiEliminaFrancesco