Recensione
Di
Adriana Pedicini
Il silenzio delle parole
nascoste
Di Carlotta Nobile
Aletti editore
2008, ISBN 88-7680-675-X
Il silenzio delle parole
nascoste è la prima prova letteraria di Carlotta Nobile, un
racconto sincero del suo nascere e crescere prima come fanciulla e poi come
giovane donna, con tutti i turbamenti e i palpiti di gioia propri delle due età,
ma con un qualcosa in più, con uno speciale spessore di sensibilità, dannazione
e privilegio per l’anima che ne è posseduta.
“Un silenzio interiore, una
confusione ovattata che in realtà non è fuori, ma dentro di te”.
E’
questo che leggiamo nella prima pagina dell’opera di Carlotta Nobile.
Pur
giovanissima, Carlotta percepisce infatti la frattura tra l’essere e il
sembrare, tra l’interiorità e l’esteriorità, percezione da cui inevitabilmente
deriva il dissidio tra sogno e realtà, tra rinuncia e desiderio, tra luce e
buio; e poi ancora il senso di inadeguatezza rispetto a una condizione da cui
vorrebbe fuggire. Ma certo non dal mondo affettivo che la circonda...tale
disagio è sintomo di una curiosità alta, di un’aspirazione elevata, di uno
slancio che vada oltre la mera dimensione esistenziale i cui vuoti siano
facilmente colmabili. Qui non possiamo parlare di vuoto ma di spinta in avanti.
“La voglia di andare..non si
sa dove..non si sa quando” E la vita sembra un viaggio lungo con una meta
lontana. Essenza di un sogno incompleto che fai di tutto per rendere integro”.
(Il
silenzio delle parole nascoste pg. 15)
Parole
profetiche che si ammantano di potenza metaforica nelle parole successive
“Ho sempre sognato di
volare...A volte il mio desiderio era talmente forte che mi sembrava sentire la
terra allontanarsi sotto di me e il cielo avvicinarsi. Cominciavo a sentirmi
più leggera, libera. E volavo. Volavo con l’anima”.
Sono
questi i pensieri e desideri concepiti
nell’infanzia quando la sua particolare sensibilità le consente perfino di
capire che, nei colori della vita, sottile è la sfumatura che divide la gioia
dal dolore.
E
pur amando “restare colorata” il nero
dell’angoscia si stendeva come nera ala sull’animo desideroso di altro. Non
capiva bene cosa. Si tenta in simili frangenti di colmare le ferite dell’anima
con le consuete esperienze e gli affetti
famigliari, soprattutto quelli che rappresentano le radici e il punto di
riferimento indiscusso, come, per la Nostra, la nonna, riflesso perfetto della
sua anima. Destinato a finire come tutte le vicende terrene lasciando una scia
di malinconia
“che persiste dentro. Come il
richiamo ammaliante di un mondo che non esiste più, ma di cui si percepisce
ancora l’essenza” (Il silenzio delle parole nascoste. pg.15)
Poi
l’amore, quello adolescenziale, quello per cui si piange senza motivo, per cui
il presente diventa una fiaba surreale.
Intanto
la sensibilità procede a lunghi passi se diventa sempre più pressante la
domanda
“Se il mondo attorno a te abbia
un senso, se tu stessa possa avere un significato. Ti domandi quale sia il tuo
compito, la tua finalità su questa terra, a cosa sia dovuta la tua esistenza.”
“Ma non trovi risposta” (Il silenzio delle parole nascoste. pg.27)
In
realtà questa affermazione non è la conclusione a cui Carlotta approda.
Conoscendo la sua vicenda esistenziale particolare e bellissima, possiamo dire
che questo è l’inizio di un percorso straordinario di conoscenza e non solo.
Nell’immensa
solitudine che cresce dentro, nonostante sia circondata da persone che la
amano, ricorre sempre più impellente la necessità di cercare e porsi domande,
mentre si affaccia il timore di non sapere cosa sarà domani.
“A volte mi sento come una
piuma nel vento. Libera, ma confusa e spaesata...viaggio nel vento senza una
meta, senza una via. Col solo desiderio di continuare a viaggiare. A vivere.” (Il
silenzio delle parole nascoste. pg. 35)
“A volte mi sento figlia di un
altro tempo. Non so dire se sia già trascorso o ancora immensamente
lontano....E’ come se i mie occhi avessero visto cose che la mia mente non
ricorda, come se la mia anima avesse su di sé il peso di altre vite... (Il
silenzio delle parole nascoste. pg.42)
Ci
troviamo di fronte a un caso di personalità plurima, di un’anima che riesce a
percepire l’altro da sé in un cammino di conoscenza che già si profila come
conoscenza del metafisico.
Un
tumulto interiore straordinario che non cerca la via facile dell’appagamento
materiale, né di facili appagamenti terreni.
“Eccomi giunta al confine tra
ciò che è facile e ciò che è quasi impossibile. E comunque sempre più sedotta
dall’impossibile che dal facile. Come un fiume che per immettersi nel mare
sceglie sempre la strada più tortuosa, la più lunga. La più difficile. Forse
perché in fondo credo che vincere con facilità sia come perdere. E perdere
dinanzi all’impossibile sia come aver vinto”.
(Il silenzio delle parole nascoste. pg. 46)
Il
racconto di sé continua, che poi non è solo racconto, ma ricordo, meditazione,
riflessione, poesia. Come quando con accenti degni di Saffo avverte nel cuore
della notte la solitudine immensa dacché perfino la luna si è eclissata.
“Anche la luna beffarda si è
dissolta stanotte. E non tornerà”.
La
luna che molto frequentemente ricorre nelle pagine ora compagna, ora complice,
ora fredda osservatrice dei destini umani. E sembra di avvertire sulla pelle
antiche emozioni leopardiane.
E
ora la luna veglia su un animo svuotato di un sogno d’amore per il quale pensava
non potesse mai esserci la parola fine.
Al
momento l’unica felicità è la musica, compagna ideale, (pg 57) vincolo
d’affetto, ,sostegno, sussurro, compagna di vita che permetterà l’evoluzione e la
crescita. Con lei le sofferenze passano tutte, i dolori interni fluiscono via.
“Con l’orgoglio di aver
realizzato il mio sogno, di aver vissuto tutto quello che c’era da vivere, di
aver provato tutto quello che c’era da provare”.
.....QUESTA PER ME è LA
FELICITA’. (Il silenzio delle parole nascoste. pg.59)
Non
una felicità esclusiva come magari umanamente è desiderabile, ma uno stato di
benessere interiore insieme agli altri, alle vite lontane, agli sconosciuti
incontrati per strada, agli sguardi incrociati per caso.
“Adoro quando si cerca di
stabilire un legame, che è essenzialmente un legame di “condizione” (Il
silenzio delle parole nascoste. pg.60)
Per
sentire volare la sua anima insieme a quelle di mille altre persone di cui
osserva le vite per cercare di comprenderne le sfumature.
Eppure
il percorso sembra non fornire mai la conclusione, la conquista è difficile e
travagliata, e il traguardo non è quello sperato ma bisogna imparare ad
accettarlo pena la perdita della serenità, perché si sa
“nella vita ogni istante è una scelta”
“E il dolore in questo aiuta.
Aiuta a continuare a crescere..ad andare avanti. Per trovare un giorno la via
giusta”. (Il silenzio delle parole nascoste. pg70)
Mai
abbandonare i propri sogni, lottare perché si realizzino. Nella vita come
nell’amore.
“Da oggi in poi sarò
l’artefice delle mie emozioni...del mio destino. Anche se credo che tutto sia
già più o meno scritto”. (Il silenzio delle parole nascoste.
pg.71)
“Tutta la mia passione sembra
ora rivolta altrove. Ad una dimensione di cui non so nulla. Ma che mi chiama a
sé con tono persuasivo e seducente”.pg 71
Credo che, pur ammettendo la totale
inconsapevolezza adolescenziale della portata di tali pensieri, sia questo il
discrimine che fa della vita di Carlotta una vita diversa, una vita, se possibile,
predestinata o semplicemente prescelta dall’Alto. Ella confessa di percepire
un’altra se stessa, diversa e uguale a quella che l’ha preceduta.
“Le ultime lacrime sanno di
voglia di volare via..di speranza..di forza..di avvenire.
Di Addio” (Il
silenzio delle parole nascoste. pg.72)
È
come se una volontà incosciente agisse alle sue spalle, segno da una parte di
un impulso alla realizzazione di sé, dall’altra un desiderio di travalicare la vita alla ricerca di una dimensione più
totalizzante.
Una
capacità di saper anche tramontare pur di affermare nuovi e più autentici
valori.
Tanto
più che Ella crede che
“Quando perdi una persona è
solo la sua forma a cambiare, non la sua essenza.
E i frammenti di noi
continuano a vivere nelle persone che abbiamo amato. Perché ormai fanno parte
di noi.
E’ questo il vincente coraggio
del distacco” (Il silenzio delle parole nascoste. pg.71)
Riflessioni
che lasciano sgomenti per la virtù profetica delle parole. Ma come poteva un’adolescente
presentire il suo futuro, inconsapevolmente, e raccontarselo, a 16 anni?
Si
rivede a 14 anni piangere tutte le lacrime del mondo ma non per una perdita,
per un sogno infranto, ma perché avverte la presenza
“...dell’amore per qualcosa di
più grande di me, di noi, della razionalità, della pazzia. Questo pianto ha il
sapore di una violenta passione”. (Il silenzio delle parole
nascoste. pg. 73)
Tutto
può essere interpretato con valore metaforico, ma questa passione violenta,
questo amore capace di accompagnarla nei meandri dell’anima fino a farle
scoprire una parte di sé fino a quel punta ignota per ora è la musica che
“mi purifica ogni
giorno,raschiando le scorie interne della mia mente e del mio cuore”
“Io sono rinata così, con il
violino adagiato sulla spalla...e per la prima volta nella mia vita piango di
gioia”
(Il
silenzio delle parole nascoste. Pg. 76
E
ancora
“Voglio entrare in quel mondo
(della musica) intenso e sconfinato che però non mi spaventa”.pg.75
Le
suggestioni metaforiche sono facili, a posteriori, sono facili, ma non è quello
che importa ora, bensì seguire il processo di maturazione, scoprire
l’attenzione che la fa consapevole di ogni peculiarità, della insignificanza e
della necessità di ogni cosa, dell’evoluzione interiore che sta percependo.
“A volte perdo pezzi di me, mi
lascio crollare giù dai dirupi emozionali. Cavalco mondi paralleli che
percepisco ma non comprendo” “Guardo dentro il buco del tempo e la mia anima
vibra su note scomposte, su suoni indomiti che non riesco più a contenere”.
“In questo giorno che sento
infinito sento il sipario calare su un io che forse morirà ancora prima di
nascere”
(Il silenzio delle parole nascoste. pg.83)
Bisognerebbe
leggere tutta la confessione con se stessa , bellissima e densa di afflato
poetico, che si serve di parole il cui senso profondo sfugge.
Si
avverte solo un tumultuare di passioni, di sensi sconvolti, di visioni oniriche
che l’allontanano sempre più dal reale, dal mondo. Avverte una forza irresistibile,
ammaliante possederla tutta, forte come l’amore, come la musica, da cui non
riesce a liberarsi.
“E’ una libertà falsa la mia.
Sono un angelo inquieto che vola in una stanza oscura. Sono un’aquila che non
ha mai visto il cielo”.
(Il silenzio delle parole nascoste. pg.85)
“Io...principessa di un regno che non esiste
più. Che forse non è mai esistito”.
“Gli occhi sono gocce di anima
che cadono giù lente....sono infinito racchiuso in uno sguardo. Sono “oltre” (Il
silenzio delle parole nascoste. pg.86)
Lo
sguardo acuto di Carlotta riesce a distinguere tutta la molteplicità delle maschere,
degli atteggiamenti fasulli che quotidianamente esprimiamo, delle scelte che
operiamo guidati di volta in volta da sentimenti o risentimenti, ma comunque
sempre in condizione di schiavitù dell’anima. Nel fiume della vita vede parti
di sé, per così dire, superate e non più significative,scomparire per sempre
tra i gorghi , mentre nuove gemme fioriscono sull’anima che rinasce dopo
“l’agonia dello spirito”, dopo “la piccola-grande battaglia contro l’altra me”
E soprattutto dopo aver creduto alla favola bella della Vita ed esserne rimasta
delusa, perché il finale di felicità le è stato sottratto, perché la Vita nel
suo narrare e narrarsi aveva omesso di dire che spesso i sogni non si avverano.
Tutte le illusioni deluse, tutte le promesse svanite.
“Illusi e sciocchi noi poveri
umani. Burattini mal fabbricati che ballano una danza di cui non conoscono i
passi su un palcoscenico di cartone che può cadere da un istante all’altro. Che
è la nostra vita”
(Il
silenzio delle parole nascoste. pg.93)
Eppure
Carlotta non si arrende dinanzi alla confusione, alla difficoltà, alla
sconfitta.
“Eccomi di nuovo qui a cercare
disperatamente qualcosa che non so cosa sia e che, pur sapendolo, so che non
riuscirei a trovare. Ma che, proprio per questo, è ancora più ammaliante, più
bello”.
(Il
silenzio delle parole nascoste. pg.102)
Intanto
la vita prende il sopravvento, amata, cercata, goduta nelle piccole cose, nella
musica diventata Arte, ricerca dell’emozione più profonda e più
irraggiungibile.
“Eccomi qui a vivere nella ricerca
della bellezza, del sublime. Sotto qualsiasi forma”.
(Il
silenzio delle parole nascoste. pg.103)
Ormai
maturata, cresciuta Carlotta non rincorre più traguardi esterni e la sua
ricerca, che prosegue incessantemente, è rivolta dentro di sé. “
Ci
sovviene di Sant’Agostino d’Ippona:
“In
interiore hominis abitat veritas”. (De vera religione, XXXIX)
La
fanciulla “petrarchesca” ascende al monte dell’arte, della bellezza attraverso
la musica, la poesia, la natura.
“Voglio vedere il
sublime..nella mia vita” e aggiunge”quello totalmente imperfetto. Quello dell’Arte” pg.104
Ecco
disvelato il senso delle parole nascoste, dei pensieri rimasti a lungo celati,
che hanno preteso di prendere forma non perché rimanessero parole d’inchiostro
sulle pagine di un libro, ma rimanessero anima. Anima da donare, anima da
condividere.
“Non più silenzio ma grido".
“Il grido delle parole
nascoste”
(Il
silenzio delle parole nascoste. pg.107)
Violinista e laureata con lode in Storia
dell’Arte, Carlotta Nobile divide i suoi ventitre anni fra attività
concertistica e studi universitari. Diplomata in violino a 17 anni con lode e
menzione, si è perfezionata a Londra e Salisburgo. Ha al suo attivo poesie
edite e inedite e sta incidendo un CD
con l’opera omnia per violino e pianoforte di Ernest Bloch, per l’esecuzione
della cui musica ha conseguito la “Bloch special mention” all’International
Ibla Grand Prize 2008.
Considera questo suo primo,
scritto a 16 anni, una fotografia fedele di una ragazza nella quale fatica a
riconoscersi. Ma a cui guarda con tenerezza e affetto, consapevole che fra
queste pagine abbia preso forma e consistenza la donna che sta diventando e che
a soli 24 anni diventerà, libera delle spoglie terrene, un Angelo di rara
bellezza e virtù.
Adriana Pedicini
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