Valeria Serofilli, collaboratrice di Lèucade |
Ringrazio Valeria Serofilli per le interessanti domande a me formulate durante l’intervista al “Caffè dell’Ussero” nel corso della presentazione della mia silloge “Oltre la Soglia” Un grande ringraziamento al Professor Nazario Pardini per la sua ospitalità.
1 ) Come si
colloca questa tuo recente lavoro rispetto alla tua precedente produzione?
Rappresenta un punto di svolta o è un’evoluzione all’insegna della
continuità?
Nei libri
precedenti i testi sono più intimisti, la maggioranza sono in versi liberi,
alcuni sono in endecasillabi e /o tengono conto delle regole metriche, quindi
il ritmo è molto presente, abbastanza presente anche l’io poetico.
Mentre in
questa ultima silloge l’io è meno manifesto e va gradatamente
scomparendo.
Mi sono
resa conto che la poesia si debba spogliare il più possibile dalla presenza
ingombrante dell’io. L’io alla fine è come un villaggio circoscritto, e credo
sia meglio spaziare nella metropoli dell’esistente.
La
decisione di dirigermi verso la NOE è dovuta anche a questo, oltre che alla mia
voglia di sperimentare e alla curiosità di conoscere percorsi diversi.
Da tempo
seguo gli articoli della Rivista “L’Ombra delle parole” attratta dagli scritti
di Giorgio Linguaglossa che riguardano i criteri di una nuova ontologia
poetica.
Penso che
mi soffermerò ancora su questa piattaforma che per adesso trovo affascinante.
Questa sosta mi serve e mi è servita per approfondire la conoscenza di
poeti nuovi e quella del pensiero illuminante di molti filosofi. Da un po’ di
tempo sono interessata alla poetica del frammento, infatti in questa silloge
soprattutto nella parte che riguarda la Nuova ontologia ci sono alcune poesie
che si avvicinano a questa poetica.
Confesso di
non essermi del tutto staccata dalla strada antica, ogni tanto la mia penna mi
conduce nell’endecasillabo ed io la lascio fare.
2) La
soglia, evocata nel titolo, ha una possente valenza simbolica. In quale
accezione la hai intesa nel tuo libro? È qualcosa di specifico o è più
generico?
La
soglia è intesa come confine, frontiera, intesi a loro volta come termini
aperti. Una frontiera che lascia intravedere un paesaggio sconosciuto
misterioso, sta a noi decidere se passare oltre per conoscere, andare incontro
ad altro oppure rimanere a guardare le ombre. Intanto credo che coloro che
scrivono, abbiano preso la decisione di oltrepassare la soglia, quella del
proprio essere, per incontrarsi e prendere consapevolezza dei propri limiti e delle
proprie possibilità. Per me rimanere sulla soglia è stato non capire per tanti
anni il senso della vita. Non capire dove dovevo andare; Ed è grazie alla
poesia, che scaturisce dalla nostra interiorità, che mi sono incontrata. La
soglia è il luogo dove si incontra il mistero, il misterioso, è il passaggio
nell’oltre. La soglia ci mette di fronte all’altro da noi, cioè ci viene
in-contro.
In questa
silloge ci sono diverse poesie che provengono dall’inconscio e che per
me, all’inizio sono state un vero mistero, solo dopo si sono rivelate.
Cito: “ Incorniciata in un quadro di Magritte” “Forse sono un gatto grigio”
“Uscita/Rientro”
Penso al
mare, che segna il limite di una terra, che determina la differenza tra culture
e popoli. E’ tramite questa linea che noi cogliamo con ali d’albatro, quel
luogo tanto simile alla soglia nella sua immensa apertura nel quale come ci
ricorda il Leopardi è dolce il naufragare. Andare oltre la Soglia per me è
anche scrivere poesie crude, poesie che tengono conto di questi tempi così
duri. Per cui devono per forza liberarsi di quella dolcezza effimera e non
veritiera, che spesso si trova in molti testi poetici. Queste caratteristiche
le possiamo notare nel testo: “ La regina è nuda” “Agonia della luna” “Viaggio
altro”
3) Il libro
è suddiviso in due sezioni, “Oltre” e “Un’occhiata alla NOE”, Sono titoli
evocativi. Ci puoi dire qualcosa di più al riguardo evidenziando anche in
questo caso eventuali punti di collegamento tra le due sezioni?
Non credo
che questa sia una divisione, netta, anche perché ogni di-visione è come
dice l’etimo della parola stessa è doppia visione, un contemplare la diversità
insita in ogni alterità che sorge ogni volta che un limite od un confine viene
tracciato. Il mio è un percorso che gradualmente conduce verso la
nuova ontologia estetica fino a sfociare nella poetica del frammento. Questo si
può notare da diversi testi come: “Ci sono palazzi” “Verso i canali dell’alba”
“Oscuro” “L’anima”
4) Il
titolo della prima sezione, “Oltre”, mi offre lo spunto, visto che evoca in me
echi letterari di grande rilievo, per chiederti quali sono i tuoi modelli, i
libri che ti hanno maggiormente influenzato, sia tra i classici che tra gli
autori contemporanei.
Nella casa
dove sono cresciuta in giro c’erano molti libri. Già prima che per me
iniziassero le scuole elementari una mia prozia, Dantilia amante della poesia e
mio padre, appassionato di classici mi hanno tramandato l’amore per la lettura
e la scrittura. Tra le mie prime letture alcune raccolte di filastrocche, le
favole dal mondo, le novelle di Hans Cristian Andersen, ed i racconti di Jules
Verne. Alle scuole secondarie un bravissimo professore di lettere, Franco
Franchi, che non dimenticherò mai, riuscì ad accrescere in me la passione per
la poesia e la letteratura. Per l’eco che ancora risuona in alcune mie
scritture degli autori conosciuti da bambina sento di dover ricordare Angelo
Silvio Novaro come dimenticare il ruscello? Pascoli, Trilussa, D’Annunzio,
Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo
Più tardi è
avvenuto l’incontro con Dante e gli altri Toscani, con Giacomo Leopardi ed
Eugenio Montale, con Johann Wolfgang Goethe e Bertold Brecht, Rainer Maria
Rilke, Guillame Apolinnaire, i poeti maledetti, Jacques Prévert. Tuttavia, gli
autori che maggiormente hanno segnato il mio percorso, sono Italo Calvino,
Pirandello, Thomas Mann (in particolare con i “Buddenbrook”), Fëdor
Dostoevskij, Hermann Hesse, Charles Bukowski. Franz Kafka, Vasco Pratolini con
cronache familiari, Virginia Woolf.
Col tempo
si sono aggiunte le letture di molte poetesse come Alda Merini, Maria Luisa
Spaziani, Gloria Fuertes, Sylvia Plath, Amelia Rosselli, Valeria Serofilli,
Nazario Pardini, Ninnj di Stefano, Franco di Carlo, Giorgio Linguaglossa,
Sabino Caronia, e di molte
altre autrici ed autori esordienti ed emergenti, che amo leggere anche in rete
come Donatella Costantina Giangaspero, Michele Paoletti.
Non so come
queste letture influenzino la mia scrittura, sicuramente sono presenze che in
qualche modo lasciano alcune tracce nei miei testi. Adesso sto
facendo uno studio sulla poetica di Thomas Trastromer e devo dire che sono
molto attratta dalle sue potenti metafore.
5) Abbiamo
iniziato con le radici e concludiamo questa serie di domande con quelle che
potremmo definire le fronde, oppure i nuovi rami. Ossia, hai già in mente
qualche nuovo libro? E, in caso di risposta positiva, nel tuo progetto ci sono
punti di contatto con “Soglie”?
I progetti
di scrittura sono molti e vari, i nuovi rami dovrebbero dare frutti, di sapori
e colori diversi. Per quanto riguarda la prosa, nel cassetto ho un romanzo da
terminare ambientato a Cascina negli anni 60 il paese dove sono nata. Una
Cascina, con un volto completamente diverso da quello odierno.
Per quanto
riguarda la letteratura per l’infanzia a breve pubblicherò un libro di fiabe.
Mentre ancora non so quando uscirà la mia prossima silloge.
Dispiace dirlo, ma l'intervista rivela superficialità e pressappochismo. E suona quasi offensiva per questo blog, che pure la ospita.
RispondiEliminaSe non si ha altro da dire, meglio tacere.
Pasquale Balestriere
Sono pienamente d'accordo con Pasquale Balestriere.
EliminaNazario Pardini
Ho tolto due commenti antecedenti a quello di Pasquale Balestriere perché non riportavano nome e cognome e non erano identificabili. Se i commentatori ritengono di farli apparire di nuovo li devono firmare con tanto di nome e cognome, e magari in una forma meglio motivata...
RispondiEliminaNazario Pardini