Antonia Izzi Rufo esprime in questi racconti tutto il suo bene e tutto il suo fascino
per i bambini curiosi, vispi, amorosi, intelligenti, affettuosi simboleggiati
nella figura di Lucio I. Rifacciamoci a ciò che scrive nella sua bella
prefazione: “Com’è, chi è Lucio?... Lucio è un bambino di due anni e mezzo. Ha
un personalino armonioso, perfetto. Ha i capelli biondi, ondulati, gli occhi neri,
dolci e vispi, la pelle chiara… Si esprime benissimo e, incredibile!, quando parla usa termini ed
espressioni propri… se qualcuno lo
rimprovera, per qualcosa di cui egli non si sente colpevole, fa il broncio… basta
poco a farlo ritornare calmo, sereno, allegro (baci, carezze, abbracci, qualche
scherzetto). Io gli voglio bene, tanto bene… È attratto, in particolare,
dall’attività dei pompieri. Gli piace ascoltare racconti, favole, fiabe, fatti
realmente accaduti. E non solo, le storielle le inventa e le narra con molta mimica.
Quanto
sto per raccontare è per lui, per tutti i bambini del mondo.”. Ed è così che si
dipanano storie affascinanti e intricanti in un linguismo fluente e scorrevole,
paratattico e suasivo. 28 racconti che si susseguono uno dietro l’altro con il
ritmo narrativo di una scrittrice adusa alla scrittura; all’analisi, al verso. Insomma una scrittrice
versatile e polivalente, proteiforme che dà tutta se stessa al mondo della cultura. Da Volare, “per
finta”, da L’”eroe”, da Sulla luna, da Il cagnolino, fino a Lucio racconta, a Magia,
a La storia di Igor, è un susseguirsi di vicende frutto di una creatività che
spazia dai fantasmi ai ladri, dai carabinieri al gatto con gli stivali: una
fantasia che avvince e cattura, che inventa e adatta, che scopre e dona, che
alimenta e diffonde.
Questo libro non è solo e soltanto per bambini o ragazzi,
ma anche e soprattutto per grandi, disposti ad apprendere le cose buone,
semplici, e poeticamente acchiappanti del mondo dei fanciulli, di quel fanciullino
di cui tanto bisogno ci sarebbe in questa terra troppo adulta.
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