sabato 1 settembre 2012

U. Vicaretti su "L'ape e il calabrone" di C. Consoli





Carmelo Consoli - “L’ape e il calabrone” - Edizioni del Leone - Venezia, gennaio 2012


"Poesia. La memoria incide nel presente più di quanto si pensi, qualora un’assenza – dolorosa – non può essere dimenticata. Allora la poesia assolve a una funzione anche catartica, quasi avesse il potere di far rivivere ciò che il tempo ha disperso. Un’invocazione: Signore, fa’ che nessuna vita vada perduta. Il tono elegiaco produce pagine liricamente intense: ‘Mi hai benedetto con l’iride azzurra del mattino’ (p. 19). L’ultima parte (Il tempo che verrà) rievoca spesso momenti trascorsi con una concretezza temperata dal ricordo. In un testo come Da questo cielo infiniti sorrisi (lettera in sogno dall’amata sposa) la parola custodisce immagini e sentimenti, poiché nello spirito nulla si oblia." (Luciano Nanni)


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