IL
BANDOLO
Non dormire, non dormire, artista,
Non abbandonarti al sonno…
Tu sei l’ostaggio dell’eternità,
Il prigioniero del tempo…
(Pasternàk)
Leggo
con grande partecipazione quanto riportato nel Manifesto culturale Il Bandolo
elaborato da Claudio Fiorentini e Franco Campegiani, e condivido pienamente i
temi di fondo.
Faccio
alcune riflessioni che spero possano essere di stimolo per sviluppare e
approfondire i tanti e complessi argomenti
messi in evidenza.
Come
autrice di teatro e di racconti ma anche come regista, da molti anni e
soprattutto con continuità, porto avanti una mia linea artistica che nei
contenuti mantiene ferma l'idea di trasmettere al lettore o allo spettatore un
pensiero originale, che parli della
condizione umana e si rivolga all’ essenza spirituale di ciascun individuo.
Perciò
penso che sia legittima l' indignazione nei confronti di quella produzione
letteraria di scarso valore, che segue le mode, i clichè, e che viene fornita da una folta schiera di
scrittori che dà sfogo al proprio protagonismo e narcisismo, traendo
soddisfazione solo per i brevi attimi di limitata ed effimera visibilità.
Si
dovrebbe invece comprendere come quel momento di vanità e di esibizionismo, oltre a non contribuire all’avanzamento intellettuale
e spirituale dell'uomo, né a risvegliare
nella società la giusta consapevolezza per risolvere i suoi problemi, venga invece manipolata dal mercato che trasforma tutto in prodotto utile ai suoi
fini materialistici, consumistici ed economici.
Ma se
da un lato non si possono ignorare i meccanismi che imperano nella odierna
cultura di massa calcolata per il consumatore, d'altra parte non si può
impedire di scrivere e pubblicare a
chiunque abbia voglia di farlo.
Come
far nascere allora nell’ aspirante scrittore il senso di responsabilità nei
confronti dell'individuo e della società, come sviluppare il senso di
autocritica?
Sono
domande impegnative che coinvolgono un
enorme processo sociale e spirituale e
che ancora oggi non trovano risposte adeguate.
Non so
quali potrebbero essere i mezzi più
idonei per poter arginare tutto questo,
ma è certo che sensibilizzare l'opinione pubblica, attivare il senso critico
nelle persone, alla lunga darà
senz'altro qualche buon risultato.
Di pari
passo lo scrittore potrà contribuire ad un risanamento culturale se saprà
affinare sempre più i propri strumenti di lavoro, approfondire il suo sistema
di pensiero e manifestare la fede nel
proprio lavoro con continuità. E solo se saprà trasmettere la tensione verso la
verità, verso la conoscenza del mondo, potrà avere ragione delle proprie
scelte.
Camilla Migliori
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