Ninnj Di Stefano Busà collaboratrice di Lèucade |
Ed.
TraccePerLaMeta, 2013
di
Ninnj Di Stefano Busà
collaboratrice di Lèucade
Un romanzo fortemente improntato alla
psicologia e al malessere di taluni individui dichiaratamente, quanto
apparentemente sani, ma nel cui subcoscio si annida il germe dell’anomalia
latente o palese. Una frattura, una faglia che niente ha da spartire con le
evidenze patologiche di ognuno, che in questo romanzo si fanno carico di porre
in evidenza il problema e mostrarlo al grosso pubblico.
Un libro che intriga, una
scrittura che a volte rasenta la perdizione e lo smarrimento mentali del
personaggio preso in esame, ma che niente fa somigliare all’orco, al mostro,
perché la capacità scrittoria dell’autore raffinata e molata da taluni
atteggiamenti pregiudiziali sa tenere a freno l’esibizione del malessere, dando
in pasto al lettore solo le sue caratteristiche degenerative, paranoiche fuorvianti,
o borderline, forse anche un po’ sinistre e morbose che spesso sono la
sintomatologie che anticipano e segnalano stati d’animo patologici, ma mai
ossessive, o tali da infondere paura.
Certo che muoversi nel panorama
della psicanalisi sarebbe stato un fuori programma, che l’autore non percorre,
non vi si addentra ben consapevole che la psichiatria è un pozzo senza fondo,
una voragine che non dà scampo a volte, altre vi può porre rimedio, ma le cure
devono essere programmate in centri d’igiene mentale adeguatamente attrezzati e
da personale medico preparatissimo altamente specializzato e all’altezza del difficile
compito da individuare. Il sistema della mente è un percorso accidentato,
difficile da raggiungere con misure poco adatte, perché la mente spesso si
rifiuta di manifestare i suoi lati oscuri, che devono essere individuati e
curati con metodo e studio.
Lorenzo Spurio è andato a toccare
la punta d’iceberg di un panorama reale che si fa introspettivo per la cura
della malattia, ma che non mostra rischi per il lettore, né difficoltà di
comprensione per la diversificata categoria dei beneficiari.
Ho letto con attenzione
particolare questo romanzo che trovo sorprendentemente attuale, rigoroso e
sincero, fatto di particolarismi sorprendenti, di fobie, di insinuanti
malesseri sotterranei che minano e spesso limitano i rapporti umani. L’autore
ne analizza la solitudine dei personaggi, ne amplifica la tipologia del disagio,
senza oltrepassare il limite estremo.
Il tutto è condito con mirabile
pacatezza, senza debordare dal binario di un giudizio che si fa carico solo di
porre il problema, non di porsi in rapporto con esso o giudicarlo dall’esterno,
senza dovuta preparazione psicologica.
Vi sono visioni realisticamente
costruite per la trama del romanzo, altre che ridisegnano il profilo del
malessere più generalizzato, tentando di memorizzarne il disagio psichico dal
lato meno tragico e drammatico.
Vi è stupore per il mistero
dell’esistenza di ognuno, vi è a tratti il pudore di non evidenziarlo insieme
alle altre brutture del mondo.
Un libro complesso e dinamico che
non posso fare a meno di constatare interessante dal punto di vista umano,
efficace e tollerante nei confronti dei (cosiddetti anormali): ma poi chi può
dirsi normale? chi giudica con la fantasia della presunta perfezione, talvolta
è anche più anormale di quanto egli stesso possa supporre.
Ogni individuo ha i suoi lati
oscuri, le sue ombre, i suoi impulsi o istinti a volte nascosti, altre palesi.
L’evasione o non dalla conformità e dall’omologazione non dipende mai dall’uomo
che per suo genere è tormentato e insincero con se stesso. Il percorso
letterario di Lorenzo Spurio pone in essere un grottesco desiderio di
normalità, ma da cosa si determina la normalità/anomala dei soggetti? Non
mancano ironia e satira in questo romanzo, non manca l’illogicità di un fattore
determinante e cupo come la psiche umana, così come non mancano fattori di
senso e dissenso, ossessioni maniacali tra sogno e realtà, tra vita e magia,
tra disagio psicologico e volontà di non ghettizzare nessuno, semmai
considerarne il <caso umano> attraverso la lente dell’osservazione, senza
per questo additarlo col marchio della malattia.
Un libro che descrive gli
atteggiamenti e le azioni dell’uomo dal lato umano, senza dannazione o
esclusione deliranti.
Il libro non ha intenti di
carattere scientifico né didattico, si snoda attraverso tentativi e descrizioni
dettagliatamente atte a far luce soltanto sui casi di anomalia o follia
apparenti, senza scomodare Freud o la psicanalisi vuole essere un viaggio nella
“sana follia” o in ciò che alberga in ognuno sotto un
falso sorriso o un gesto.
Ninnj Di Stefano Busà
Nessun commento:
Posta un commento