sabato 7 giugno 2014

N. PARDINI SU "POESIE DI GIANLUIGI MIANI"




Poesia nuova, vissuta, audace dove il verso con le sue rocambolesche scalate fa di tutto per assecondare gli abbrivi emotivi di un’anima cosciente del tempo che fugge e della precarietà della vicenda umana. Di una vicenda zeppa del malessere di vivere esperita in una via crucis fatta di fughe e ritorni, di paure e azzardi verso l’inconscio e l’inverosimile. Il tessuto poetico, che si sviluppa su nèssi fonoprosodici di memoria baudelairiana, declina un’intimità di dolore e di ricerca in abbrivi di parabole ascendenti. In una luce che si stacchi dalle aporie esistenziali per toccare vertici di epifanica rinascita, dacché, se un uomo si risveglia all’alba perché ha paura dei suoi stessi sogni, è un essere che vive tutte le peripezie dell’inquieto esistere, quelle dicotomiche interiorità che fanno dell’animale uomo un impasto di pascaliana memoria: piedi a terra e anima volta all’oltre. Sì, perché il sogno fa parte della vita, e costituisce una fuga da tutte le sottrazioni di cui essa è costellata. Scriveva Erich Fromm: “I sogni sono come un microscopio col quale osserviamo le vicende nascoste della nostra anima”; e qui, fuggendo dai sogni, non è detto che non si fugga da noi stessi, dalle vicende più intime del nostro essere; azzardando sguardi, magari, a mondi le cui piogge spengano le fiamme delle nostre paure. Si parte dal minimalismo, dai fatti della quotidianità, da un realismo spietato, anche, che si nutre di verbi altrettanto spietati, da far strizzare la bocca ai puritani; ma è qui il bello del poema; in quella simbiotica fusione fra male e bene, fra Caino e Abele che fa da terriccio fertile a un buon poièin. E d’altronde è la vita che è fatta di questa dualità; una vita plurale, in cui è fortemente umano cercar di uscire dal “fango” per guardare l’azzurro. E chi meglio potrà godere di questa luce di colui che viene da una frequentazione del buio della vita?       
Poesia duttile, generosa, di polisemica significanza, educata da un silenzio attivo, meditativo, interrotto, magari, dalla rievocazione di una società liquida, dove è facile trovarci omologati, spersonalizzati come viandanti sperduti (per scomodare Cardarelli e Bauman). Poesia dove, come afferma il poeta,  “i versi sono insulti dal ritmo poetico tambureggiante che però nascondono un'ombra dolcissima e si rivelano ad un occhio attento come un concerto di visioni ed emozioni che ricordano schegge”.

                                                                     Nazario Pardini

“Azionato da un Qualcosa
che s’attiva con le proprie paure,
l’essere umano
respira
perché ha paura di soffocare,
dorme
perché ha paura del giorno seguente
e si risveglia all’alba
perché ha paura dei suoi stessi sogni”.

Tratto dalla poesia “Meccanismo” – “La Scalata” (2014)
  




Sono Gianluigi Miani,  33 anni di Roma, scrittore compositore di versi ed autore di una raccolta poetica "La Scalata" che sono qui a sottoporre alla sua attenzione, disponibile in e-book  (Narcissus) e cartaceo (Youcanprint)  in oltre 1350 librerie fisiche sparse su tutto il territorio.


"La Scalata" fa parte di una trilogia che è un percorso evolutivo di un 33 enne - l'età "giusta" per risorgere dal punto di vista cattolico - della generazione precaria europea come protagonista, un viaggio cominciato con "Dalla Fogna" (2011), che prosegue con "La scalata" e si concluderà con il traguardo - e potenziale resurrezione - di "Schegge in superficie".   Una precarietà che non è solo economica e materiale ma affonda le sue radici marce all'interno. La storia in versi poetici di questo viaggio è ambientata nei camerini o nelle camere della "periferia" dove l'autore si ritrova a vivere con se stesso, lontano dalle città dove si avvera la globalizzazione, giostra di luci e rumori impazziti. Città e globalizzazione che attraggono per divertimento e velocità, ma che non realizzano il bisogno di sentimento ed anima. Stilisticamente, i versi sono insulti dal ritmo poetico tambureggiante che però nascondono un'ombra dolcissima e si rivelano ad un occhio attento come un concerto di visioni ed emozioni che ricordano schegge.



Una raccolta poetica di cui sto realizzando una versione multimediale dinamica  (www.facebook.com/lascalata2014)  con video che fungono da promo alla raccolta.

Il mio scopo è quello di "andare oltre" sia coi miei componimenti sia con la loro presentazione e di abbattere tutte quelle barriere e quei reticolati nei quali sono convinto è ingabbiata oggi l'arte e la cultura in generale. Già da questa prima versione ed in tale direzione, mi sono avvalso della collaborazione del pittore maestro Mauro Salvi che ha contribuito a dare profondità al libro con le sue illustrazioni grafiche. 

Di seguito alcuni testi:  


COmE Il BacIO DI dIO

Lingue rinnegano insediamenti sicuri
rapinate dal richiamo.

S’allungano oltre ogni confine,
bandiere perverse
di bocche isteriche alle porte del tramonto,
cercatrici d’oro seminale
astinenti colme di sete
nel deserto di umanità
sfidanti di bufere immunosoppressive
e senza paura ,
con
denti
ristori rassicuranti
per spermatozoi
di nazioni lontane,
che così banchettano,
alla faccia di salutisti palestrati di romanticismo
ed orge di occhi
abbandonati in un colloquio piacevolissimo
con serpenti di colori e forme tridimensionali
fanatici bisognosi di ospitalità.

Cascate di piogge dorate senza cura per le linee
sui volti imbrattati senza vergogna
irriconoscibili dal piacere
come baciando la passione di Dio.


 IL SACCHEGGIO
Nuovi Maestri invisibili
impongono grafici
per ogni santo disgusto,
catene di fede
al trend
di mercato.
Noi ubbidiamo
e stiamo su poltrone miorilassanti,
per dentro stare
a scatole
di menti profilo sottile.
Stiamo fissati,
fissando
ripetuti infiniti
pensieri vissuti
del passato non qualificabile
di desideri volati troppo
alto e lontani
nel domani.

Strategie
prive di merito contengono
Bellezza negli spazi del “qui ed ora”.
Tre ragazzi
erano saliti a bordo della corriera
con pacchi di parole libere
partorendo coraggio reciproco
amplificando lo sbarco prossimo.
Provavo piacere.

Tre ragazzi sono adesso puntini
nel sole spento della logica.
Un maschio non può ammirare altri maschi.
Ma sarebbero
giganti
romantici.
Tra maschi
non si devono
per-favori.
Sarebbe peccato.
I “corpi speciali” dei Maestri
potrebbero fraintendere.
E fare arrestare.

GIANLUIGI MIANI















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