sabato 2 maggio 2015

FRANCO CAMPEGIANI: "UNA NORMALE ESPERIENZA PARANORMALE"



Franco Campegiani collaboratore di Lèucade



Una normale esperienza paranormale
Approccio con l'alter ego


Promosso da Il Bandolo in collaborazione con l'IPLAC, il 23 aprile si è svolto, presso il Centro di Arte e Cultura Il Polmone pulsante di Roma, un secondo incontro con il medium e parapsicologo Mario Silvestrini (il primo si era svolto lo scorso 11 febbraio). "Una normale esperienza paranormale": questo il titolo scelto per i due incontri, il cui intento è stato di sostenere l'assoluta normalità del fenomeno cosiddetto "paranormale". E ciò in linea con un personaggio (il Silvestrini, appunto) assolutamente refrattario verso ogni tipo di esaltazione o di alone mistico.
Introdotto da Pio Ciuffarella, Claudio Fiorentini e dal sottoscritto, Silvestrini ha portato in mostra degli oggetti organici pranati, ossia trattati con l'energia irradiata dalle mani (strumento che a suo dire non è indispensabile, in quanto tutto scaturisce dal pensiero). Un coscio di pollo, una bistecca, un pesce, un uovo, un frutto, attraverso tale trattamento, diventano dei fossili, si disidratano, si mummificano, non vanno in putrefazione. E occorre aggiungere che Silvestrini è anche riuscito, in un esperimento condotto presso uno studio notarile, a ridurre notevolmente le colonie batteriche esistenti nell'acqua.
Esperto in paragnostica e chiaroveggenza, numerose testimonianze convalidano le sue facoltà, ma l'intento degli organizzatori, in pieno accordo con l'operatore, non è stato di fare sensazionalismo, quanto, al contrario, di riflettere sulla portata e sulla valenza profondamente naturali del fenomeno cosiddetto "paranormale". Come sappiamo, ci sono due visioni del mondo che si combattono ferocemente tra di loro: una di queste tende a considerare miracolosa ogni espressione della vita; l'altra, al contrario, riporta tutto negli orizzonti e nell'ordine della natura.
In realtà le due opposte visioni si compenetrano profondamente tra di loro. Il modus operandi della natura è infatti ordinario e straordinario nello stesso tempo. Il sole che nasce ogni giorno non è ripetitivo, come potrebbe sembrare ad un intelletto abitudinario, ma è un alfiere di novità. Ogni giorno, infatti, è un giorno nuovo, un tempo da vivere con attenzione, con curiosità. La natura non fa che concepire e generare meraviglie nella sua normale attività. La nascita di un bimbo è un miracolo, anche se la nascita rientra nell'ordine naturale delle cose. La lucertola si fa ricrescere la coda. Cos'è, un fenomeno paranormale, o un fatto naturale, normalissimo?
E' entrambe le cose e l'errore sta nel maledetto vizio razionalistico che ci spinge a separare: da un lato la natura, dall'altro il sovrannaturale; da un lato ciò che è numinoso, dall'altro la terrestrità. Non è così. C'è indubbiamente una sfera del sovrannaturale che ci sfugge e ci deve sfuggire, perché la nostra testa è troppo piccola per poterla comprendere in tutta la sua immensità. C'è tuttavia una sfera del mistero che ci riguarda direttamente, giacché in essa sono contenute le fondamentali informazioni riguardanti la nostra esistenza e la nostra personalità.
E' quella la nostra segreta identità, la matrice ultrafisica di noi stessi che noi non possiamo ignorare. E' l'alter ego, il daimon socratico, la musa dei poeti e degli artisti, l'angelo custode (Silvestrini parla di antimateria) che tenta di sfondare le barriere dell'ego per donare all'uomo che sappia farsi umile la propria carica di sovrumanità. Ed ecco che i miracoli ci vivono intorno. C'è chi ridona la vista ai ciechi e c'è chi scrive la Divina Commedia, ma c'è anche chi vive nell'anonimato: il buon padre di famiglia che, a furia di sforzi sovrumani, porta a compimento il proprio mandato. Tutti possono compiere miracoli, ciascuno al proprio livello, dando fondo alle proprie risorse interiori.
Se veramente si crede in se stessi, si va molto al di là dei confini razionali, andando ad attingere a quel bagaglio di nascita, a quelle potenzialità latenti che ci appartengono e ci arrivano da chissà dove. Il cervello non è una tabula rasa dove la vita scrive le proprie esperienze formando di sana pianta la personalità. Se prendiamo due medici, laureati a pieni voti entrambi, con gli stessi professori e nella stessa università, ci accorgiamo nel tempo che uno dei due ha una marcia in più. E' inevitabile, perché nessuno è uguale all'altro. La natura è fonte di varietà, e questo è un atto profondamente democratico, perché la vera democrazia non sta nel livellamento, ma nel rispetto del pluralismo e delle diversità.
Non c'è favoritismo, nessuno è privilegiato, non esistono eletti. Ciascuno ha un programma, dice Silvestrini, da se stesso scelto prima di scendere. Da se stesso lo sceglie, valutando il pro e il contro, nessuno glielo impone. Non c'è nulla di più rispettoso e democratico di ciò. Né questo esclude che ci sia una mente sovrana del cosmo, a noi inaccessibile: un mistero che non sta a noi indagare né sciogliere. Noi ci dobbiamo concentrare sull'uomo, e per capire meglio l'uomo dobbiamo mettere a fuoco la nostra patria non soltanto interiore, ma anteriore nello stesso tempo.
Artisti si nasce, musicisti pure, ed anche scrittori. Poi c'è lo studio che affina le facoltà, ma se non nasci artista, hai voglia a studiare! Non farai mai niente di originale. Per il medium, per il guaritore, eccetera, vale lo stesso discorso. Sta qui l'assoluta normalità dei fenomeni paranormali. La medianità è solo una delle tante meraviglie che accadono quando l'uomo, come ogni altro essere vivente, riesce a contattare se stesso, l'altra sponda di se stesso, la propria natura arcana, il proprio alter ego, la propria vera identità. Sono tesi dirompenti e rivoluzionarie nel campo del paranormale, ma estensibili in molti altri settori della cultura e della vita.
“Non c’è cervello, dice Silvestrini, che si limiti ai cinque sensi conosciuti, perché in esso è inserito un altro cervello, superiore, con sensi più sottili che gli consentono di affrontare gli ostacoli e di superare le difficoltà della vita. Tutti attingono al sesto senso nel momento del bisogno, ed anche al settimo e all’ottavo”. Poi aggiunge: “Gli eletti non esistono. Ciascuno ha il proprio potenziale di nascita, da lui stesso liberamente e democraticamente scelto nella pre-nascita, al fine di portare avanti le esperienze che ama compiere nella vita. Non ci sono favoritismi divini, né tanto meno possessioni diaboliche. Ciascuno ha il proprio bagaglio di intelligenza arcana e, nella diversità, nessuno è migliore dell’altro".
Poi continua: "Quello che conta è allearsi con il mistero di se stessi, è credere nella propria forza, nella propria sorgente di vita. Non ci sono diavoli che possano ostacolare, né santi che possano aiutare. Bisogna diffidare di chi si pone sul piedistallo per primeggiare. Si tratta di mestieranti da cui si rimane puntualmente delusi. Nel migliore dei casi si tratta di mistici di se stessi che non sono mai scossi da dubbi, non si interrogano, non conoscono macerazioni. E’ gente pericolosa".
E conclude: " Perché la gente va dal mago? Chi ci va è un vile che non ha rispetto di se stesso. Che si va a fare dal mago quando la scienza ha diagnosticato un tumore? Bisogna dire a chi è colpito dal male che è lui il capitano del vascello e che deve essere presente a se stesso, senza ipocrisia e senza paura. Nessun uomo, indubbiamente, è un Padreterno e ciascuno ha i propri limiti, ma rafforzando la personalità non è escluso che il miracolo possa fare capolino. Io ho sempre cercato di stimolare in chi mi cerca le sue proprie risorse, nascondendo me stesso”.

Franco Campegiani



Una poesia di Mario Silvestrini

Inno al Sole


Sole antico guerriero
e filosofo del cosmo,
ruggisci come leone
dall'eterna giovinezza
e comandi con dolcezza
venerato dai tuoi sudditi.
Tu fuoco eterno,
tu albero secolare
dalle mille braccia,
tu sequoia del cosmo,
tutto tu irradi
nel dolce suono
d'amore e d'armonia.
Trasfondi a madre terra
i colori dell'arcobaleno
per farla lievitare all'infinito.
E t'ama la timida luna,
gelosa del tuo amore
per la stupenda natura.
Tu, atomo gigante
e magnete sempre eterno
dai filamenti argentati,
nato per volere divino,
con amore irradi la terra
onorando il suo principe.


Mario Silvestrini










 



1 commento:

  1. Già, il paranormale. Si dice che non sia normale, eppure condividiamo con esso molte cose, che chiamiamo misteriose, inspiegabili, oscure... Ma noi poeti, per primi, dialoghiamo con il paranormale. A che serve scrivere, cosa ci spinge a farlo? L'incontro con l'alter ego, oggetto di due incontri con Mario Silvestrini, forse è un cruccio quotidiano. Del resto, la sera, da soli, nel silenzio della nostra stanza, quante volte ci capita di rivolgere qualche parola o qualche pensiero all'ignoto che ci portiamo dentro? Per alcuni sarà una preghiera, per altri un po' di meditazione, che importanza ha il nome? La realtà è che quel momento di raccoglimento è dialogo con il nostro io più intimo, così come quando ci svegliamo e ancora non del tutto svegli rivediamo il sogno appena fatto, vivo, non frammentato dai nostri pensieri, è dialogo con il nostro io più intimo... e non sono questi due momenti di incontro con il paranormale? E la creatività, non è anch'essa una forma di dialogo con il paranormale, o con l'inconscio, o con l'alter ego? Ero presente ai due incontri con Mario, una persona dotata di giovialità e vitalità fuori dal comune. Lui dice di non credere a niente, e fa bene a dirlo. Dire di credere in qualcosa, quando si viene visti come un potenziale guru di qualcosa, vorrebbe dire "credi a quello che credo io, perché io ho il dono e tu no". Invece, Mario, con la sua semplicità, ci ricorda che tutto è in noi, che l'alter ego (chiamatelo pure angelo custode) ci parla con il suo linguaggio fatto di intuizioni e di sensazioni che vengono dal profondo e non dal raziocinio, eppure non sono irrazionali, semmai in qualche modo risiedono nel pre-razionale. Una sera dissi che la differenza tra un creativo e un animale è che il creativo è alla ricerca dell'archetipo e che invece l'animale l'ha in sé. Forse non è tanto sbagliato dire che ridiventare animale, nel senso di avvicinarsi quanto più possibile a ciò che ci anima, all'anima, è il cammino da perseguire. L'artista un po' tenta di farlo quando si lascia andare alle sua trance creative. Lo fa anche il mistico con i suoi esercizi spirituali. Ma lo fa anche l'uomo comune quando si sveglia, quando si addormenta o quando, semplicemente, scopre la propria capacità di amare. Già, amare. Cos'è l'amore, in fondo, se non l'esperienza più paranormale che ci è dato vivere?
    Claudio Fiorentini

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