Franco Campegiani collaboratore di Lèucade |
Una
normale esperienza paranormale
Approccio
con l'alter ego
Promosso da Il Bandolo in collaborazione con l'IPLAC,
il 23 aprile si è svolto, presso il Centro di Arte e Cultura Il Polmone pulsante di Roma, un secondo
incontro con il medium e parapsicologo Mario Silvestrini (il primo si era
svolto lo scorso 11 febbraio). "Una
normale esperienza paranormale": questo il titolo scelto per i due incontri,
il cui intento è stato di sostenere l'assoluta normalità del fenomeno
cosiddetto "paranormale". E ciò in linea con un personaggio (il
Silvestrini, appunto) assolutamente refrattario verso ogni tipo di esaltazione
o di alone mistico.
Introdotto da Pio
Ciuffarella, Claudio Fiorentini e dal sottoscritto, Silvestrini ha portato in
mostra degli oggetti organici pranati, ossia trattati con l'energia irradiata
dalle mani (strumento che a suo dire non è indispensabile, in quanto tutto
scaturisce dal pensiero). Un coscio di pollo, una bistecca, un pesce, un uovo,
un frutto, attraverso tale trattamento, diventano dei fossili, si disidratano,
si mummificano, non vanno in putrefazione. E occorre aggiungere che Silvestrini
è anche riuscito, in un esperimento condotto presso uno studio notarile, a
ridurre notevolmente le colonie batteriche esistenti nell'acqua.
Esperto in paragnostica
e chiaroveggenza, numerose testimonianze convalidano le sue facoltà, ma
l'intento degli organizzatori, in pieno accordo con l'operatore, non è stato di
fare sensazionalismo, quanto, al contrario, di riflettere sulla portata e sulla
valenza profondamente naturali del fenomeno cosiddetto "paranormale".
Come sappiamo, ci sono due visioni del mondo che si combattono ferocemente tra
di loro: una di queste tende a considerare miracolosa ogni espressione della
vita; l'altra, al contrario, riporta tutto negli orizzonti e nell'ordine della
natura.
In realtà le due
opposte visioni si compenetrano profondamente tra di loro. Il modus operandi della natura è infatti ordinario
e straordinario nello stesso tempo. Il sole che nasce ogni giorno non è
ripetitivo, come potrebbe sembrare ad un intelletto abitudinario, ma è un
alfiere di novità. Ogni giorno, infatti, è un giorno nuovo, un tempo da vivere
con attenzione, con curiosità. La natura non fa che concepire e generare
meraviglie nella sua normale attività. La nascita di un bimbo è un miracolo, anche
se la nascita rientra nell'ordine naturale delle cose. La lucertola si fa
ricrescere la coda. Cos'è, un fenomeno paranormale, o un fatto naturale,
normalissimo?
E' entrambe le cose
e l'errore sta nel maledetto vizio razionalistico che ci spinge a separare: da
un lato la natura, dall'altro il sovrannaturale; da un lato ciò che è numinoso,
dall'altro la terrestrità. Non è così. C'è indubbiamente una sfera del
sovrannaturale che ci sfugge e ci deve sfuggire, perché la nostra testa è
troppo piccola per poterla comprendere in tutta la sua immensità. C'è tuttavia
una sfera del mistero che ci riguarda direttamente, giacché in essa sono
contenute le fondamentali informazioni riguardanti la nostra esistenza e la
nostra personalità.
E' quella la nostra segreta
identità, la matrice ultrafisica di noi stessi che noi non possiamo ignorare.
E' l'alter ego, il daimon socratico, la musa dei poeti e degli artisti, l'angelo custode (Silvestrini parla di antimateria) che tenta di sfondare le
barriere dell'ego per donare all'uomo
che sappia farsi umile la propria carica di sovrumanità. Ed ecco che i miracoli
ci vivono intorno. C'è chi ridona la vista ai ciechi e c'è chi scrive la Divina Commedia, ma c'è anche chi vive
nell'anonimato: il buon padre di famiglia che, a furia di sforzi sovrumani,
porta a compimento il proprio mandato. Tutti possono compiere miracoli,
ciascuno al proprio livello, dando fondo alle proprie risorse interiori.
Se veramente si
crede in se stessi, si va molto al di là dei confini razionali, andando ad
attingere a quel bagaglio di nascita, a quelle potenzialità latenti che ci
appartengono e ci arrivano da chissà dove. Il cervello non è una tabula rasa dove la vita scrive le
proprie esperienze formando di sana pianta la personalità. Se prendiamo due
medici, laureati a pieni voti entrambi, con gli stessi professori e nella
stessa università, ci accorgiamo nel tempo che uno dei due ha una marcia in
più. E' inevitabile, perché nessuno è uguale all'altro. La natura è fonte di
varietà, e questo è un atto profondamente democratico, perché la vera
democrazia non sta nel livellamento, ma nel rispetto del pluralismo e delle
diversità.
Non c'è favoritismo,
nessuno è privilegiato, non esistono eletti. Ciascuno ha un programma, dice
Silvestrini, da se stesso scelto prima di scendere. Da se stesso lo sceglie,
valutando il pro e il contro, nessuno glielo impone. Non c'è nulla di più
rispettoso e democratico di ciò. Né questo esclude che ci sia una mente sovrana
del cosmo, a noi inaccessibile: un mistero che non sta a noi indagare né
sciogliere. Noi ci dobbiamo concentrare sull'uomo, e per capire meglio l'uomo
dobbiamo mettere a fuoco la nostra patria non soltanto interiore, ma anteriore nello
stesso tempo.
Artisti si nasce,
musicisti pure, ed anche scrittori. Poi c'è lo studio che affina le facoltà, ma
se non nasci artista, hai voglia a studiare! Non farai mai niente di originale.
Per il medium, per il guaritore, eccetera, vale lo stesso discorso. Sta qui
l'assoluta normalità dei fenomeni paranormali. La medianità è solo una delle
tante meraviglie che accadono quando l'uomo, come ogni altro essere vivente,
riesce a contattare se stesso, l'altra sponda di se stesso, la propria natura
arcana, il proprio alter ego, la
propria vera identità. Sono tesi dirompenti e rivoluzionarie nel campo del
paranormale, ma estensibili in molti altri settori della cultura e della vita.
“Non c’è cervello, dice Silvestrini, che si limiti
ai cinque sensi conosciuti, perché in esso è inserito un altro cervello,
superiore, con sensi più sottili che gli consentono di affrontare gli ostacoli
e di superare le difficoltà della vita.
Tutti attingono al sesto senso nel
momento del bisogno, ed anche al settimo e all’ottavo”. Poi aggiunge: “Gli eletti non esistono. Ciascuno ha il
proprio potenziale di nascita, da lui stesso liberamente e democraticamente
scelto nella pre-nascita, al fine di portare avanti le esperienze che ama
compiere nella vita. Non ci sono favoritismi divini, né tanto meno possessioni
diaboliche. Ciascuno ha il proprio bagaglio di intelligenza arcana e, nella
diversità, nessuno è migliore dell’altro".
Poi continua: "Quello che conta è allearsi con il
mistero di se stessi, è credere nella propria forza, nella propria sorgente di
vita. Non ci sono diavoli che possano ostacolare, né santi che possano aiutare.
Bisogna diffidare di chi si pone sul piedistallo per primeggiare. Si tratta di
mestieranti da cui si rimane puntualmente delusi. Nel migliore dei casi si
tratta di mistici di se stessi che non sono mai scossi da dubbi, non si
interrogano, non conoscono macerazioni. E’ gente pericolosa".
E conclude: " Perché la gente va dal mago? Chi ci
va è un vile che non ha rispetto di se stesso. Che si va a fare dal mago quando
la scienza ha diagnosticato un tumore? Bisogna dire a chi è colpito dal male
che è lui il capitano del vascello e che deve essere presente a se stesso,
senza ipocrisia e senza paura. Nessun uomo, indubbiamente, è un Padreterno e
ciascuno ha i propri limiti, ma rafforzando la personalità non è escluso che il
miracolo possa fare capolino. Io ho sempre cercato di stimolare in chi mi cerca
le sue proprie risorse, nascondendo me stesso”.
Franco Campegiani
Una poesia di Mario Silvestrini
Inno
al Sole
Sole antico guerriero
e filosofo del cosmo,
ruggisci come leone
dall'eterna giovinezza
e comandi con dolcezza
venerato dai tuoi sudditi.
Tu fuoco eterno,
tu albero secolare
dalle mille braccia,
tu sequoia del cosmo,
tutto tu irradi
nel dolce suono
d'amore e d'armonia.
Trasfondi a madre terra
i colori dell'arcobaleno
per farla lievitare all'infinito.
E t'ama la timida luna,
gelosa del tuo amore
per la stupenda natura.
Tu, atomo gigante
e magnete sempre eterno
dai filamenti argentati,
nato per volere divino,
con amore irradi la terra
onorando il suo principe.
Mario
Silvestrini
Già, il paranormale. Si dice che non sia normale, eppure condividiamo con esso molte cose, che chiamiamo misteriose, inspiegabili, oscure... Ma noi poeti, per primi, dialoghiamo con il paranormale. A che serve scrivere, cosa ci spinge a farlo? L'incontro con l'alter ego, oggetto di due incontri con Mario Silvestrini, forse è un cruccio quotidiano. Del resto, la sera, da soli, nel silenzio della nostra stanza, quante volte ci capita di rivolgere qualche parola o qualche pensiero all'ignoto che ci portiamo dentro? Per alcuni sarà una preghiera, per altri un po' di meditazione, che importanza ha il nome? La realtà è che quel momento di raccoglimento è dialogo con il nostro io più intimo, così come quando ci svegliamo e ancora non del tutto svegli rivediamo il sogno appena fatto, vivo, non frammentato dai nostri pensieri, è dialogo con il nostro io più intimo... e non sono questi due momenti di incontro con il paranormale? E la creatività, non è anch'essa una forma di dialogo con il paranormale, o con l'inconscio, o con l'alter ego? Ero presente ai due incontri con Mario, una persona dotata di giovialità e vitalità fuori dal comune. Lui dice di non credere a niente, e fa bene a dirlo. Dire di credere in qualcosa, quando si viene visti come un potenziale guru di qualcosa, vorrebbe dire "credi a quello che credo io, perché io ho il dono e tu no". Invece, Mario, con la sua semplicità, ci ricorda che tutto è in noi, che l'alter ego (chiamatelo pure angelo custode) ci parla con il suo linguaggio fatto di intuizioni e di sensazioni che vengono dal profondo e non dal raziocinio, eppure non sono irrazionali, semmai in qualche modo risiedono nel pre-razionale. Una sera dissi che la differenza tra un creativo e un animale è che il creativo è alla ricerca dell'archetipo e che invece l'animale l'ha in sé. Forse non è tanto sbagliato dire che ridiventare animale, nel senso di avvicinarsi quanto più possibile a ciò che ci anima, all'anima, è il cammino da perseguire. L'artista un po' tenta di farlo quando si lascia andare alle sua trance creative. Lo fa anche il mistico con i suoi esercizi spirituali. Ma lo fa anche l'uomo comune quando si sveglia, quando si addormenta o quando, semplicemente, scopre la propria capacità di amare. Già, amare. Cos'è l'amore, in fondo, se non l'esperienza più paranormale che ci è dato vivere?
RispondiEliminaClaudio Fiorentini