CÚ
CHULAINN
*
MAURIZIO
DONTE: IL MITO DEL MASTINO DI CULLAN.
EDIZIONI R.E.I. Pg. 182
Una
grande storia, un autoptico lavoro zeppo di slanci emotivi e di perspicua
sapidità odeporica. Uno degli antichi miti d’Irlanda, in cui l’Autore dà tutto
se stesso attraverso una poesia dai toni epico lirici in note endedecasillabe
rattenute da misure più brevi quali quinari, settenari, decasillabi… Una vera
oscillazione musicale, un vero alternarsi di onde, per seguire le motivazioni
di un pensiero tutto vòlto a concretizzare luci ed ombre
di amori e di spade in un’autorevole
semplicità di linguismo, dove il Poeta orchestra una storia vasta, e complessa,
in una struttura compatta e organica; i versi si fanno veri tatuaggi di un
sentire vicino a leggende dall’aria nordica. Tutto segue gli intenti
dell’Autore; tutto si sviluppa secondo il suo modo di pensare e sentire. Io ho
già avuto occasione di leggere alcuni pezzi del poema pubblicati sul blog Alla volta di Lèucade, e già ne ero
rimasto colpito soprattutto per l’equilibrio fra intrecci verbali e
cospirazioni intimistiche. Il mito del
Mastino di Cullan, il titolo. E già la copertina, semplice e scussa, con
caratteri gotici, fa da prodromico avvio, da antiporta ad un dire di generosa vis creativa; di urgente
impatto verbale: assemblaggi lessicali, accentuazioni aggettivali, intensificazioni
verbali, figurazioni e cromie mai oziose, sempre funzionali alla trama, tutto
contribuisce a rendere visive e concrete le tante scene della narrazione. Mi
piace riportare una parte dei tanti momenti coinvolgenti, forse la più lirica,
forse la più sentita; tratta da La morte
di Deîrdre (XXXVI): Naîse, nonostante le promesse, fu ucciso da Eoghan, e
Deîrdre, perso il suo amore, rifiutando di divenire sposa del re, ne fu
prigioniera. Conchobar, per punirla, la costrinse a vivere con Eoghan, ma
quando la fanciulla, dalla carrozza, intravide una grossa pietra, si buttò
fuori picchiando la testa e morendo all’istante:
(…)
Giaceva
sulla terra, a lei abbracciata,
la
povera Deîrdre,
da
lui tanto bramata.
Conor
si scosse, piangendo pentito:
Deîrdre
allora fu messa
con
il suo amore antico.
Sorsero
poi, nei lunghi anni seguenti
sulla
tomba silente,
due
giovani alberi di Tasso
con
i rami intrecciati,
e
furono detti da
tutti:
“gli
alberi belli dei due innamorati” (pg. 111).
Un
susseguirsi di settenari, ottonari, novenari, o doppi senari a fare d’appoggio
a esplosioni endecasillabe, “a maiore” o
“a minore”, di intensità poematica, ed emotiva. Dove rime e assonanze tendono a
sfumare la malinconica vicenda con uno spartito che tanto sa di romanza; che
diluisce il tutto in un sapido quadro di idilliaco stupore.
Nazario Pardini
Professore, onoratissimo di questo commento, grazie di cuore
RispondiEliminaLei ha colto perfettamente le mie intenzioni "musicali", in effetti l'intento era quello di seguire un andamento talora dissonante, per poi armonizzarlo negli endecasillabi. La storia insegna che i bardi non si curavano molto dell'accordatura dei loro strumenti. Le arpe dell'epoca avevano corde di budello, e quindi erano sensibilissime alle variazioni dell'umidità, quindi era raro che le esecuzioni fossero perfette come quelle odierne. In tale intento ai versi quinari, settenari, ed endecasillabi ho cercato di accostare altre misure. Sono lieto d'essere riuscito nel compito che m'ero dato, non era molto facile. Per la verità, rivedendolo dopo la stampa, qualche pecca qua e là, a mio modo di vedere, l'ho rilevata...non è detto che non vi ponga ancora mano, per una prossima ristampa.
RispondiEliminaC'è un musicista ottocentesco che amo più di tutti gli altri compositori, Anton Bruckner, che seguiva in parallelo musicale il medesimo discorso da me fatto nel Mastino di Cullan, usava cioè le dissonanze armonizzandole da par suo. Non sono certo da paragonare al suo immenso genio, ma ci tenevo a far sapere di questa motivazione che m'ha guidato nella composizione dell'opera.
RispondiEliminaallego, a titolo di curiosità, una delle musiche che m'hanno accompagnato nella stesura.
Dalla ottava sinfonia di Anton Bruckner, i Wiener Philarmoniker, diretti da Herbert von Karajan...finale
https://youtu.be/uvpXqAjnBFI
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