“ Il
sogno
di
Marsilio
Ficino
a
Firenze
“
Ci
sono validi motivi per considerare un successo il lavoro teatrale portato in
scena mercoledì tre Giugno 2015 a Firenze dagli studenti del liceo Galileo, nel
suggestivo scenario del cortile “Michelozzo”a Palazzo Medici Riccardi.
Studenti
attori calati perfettamente nelle loro maschere di personaggi del 400
fiorentino sotto l'aura protettiva di quel Marsilio Ficino, grande traduttore
di Platone, astrologo, mago, medico dell'anima e soprattutto tutore di Lorenzo
dei Medici, presago della sua futura
ascesa politica e sociale. A quel tempo
Lorenzo aveva solamente diciassette anni e siamo nell'anno 1466.
L'artefice
principale di questo ottimo lavoro è
Giusy Frisina, docente di filosofia presso lo stesso istituto fiorentino, già
nota come scrittrice, poetessa e autrice di volumi di poesia affascinanti come
ad esempio il suo magico “Canto del desiderio”, che ha trascinato i propri
allievi in questa avventura rendendoli convinti protagonisti della sua idea di
teatralizzare essenzialmente i concetti illuminanti della filosofia platonica,
espressi nell'opera capolavoro del filosofo greco” Il Simposio”.
Concetti
riproposti e riadattati nella
meravigliosa cornice della villa medicea di Careggi, all'interno della attività
della Accademia Platonica fondata dallo stesso Marsilio Ficino.
Ottima
quindi l'ispirazione e la combine (teatro nel teatro) con personaggi di
notevolissimo rilievo riesumati dalla storia e nella loro immortale fama tra i
quali artisti della statura di Botticelli e Leonardo da Vinci, allora giovani
stelle già splendenti nel panorama artistico e letterario del 400.
Grande
protagonista dell'opera è il tema dell'amore, l'Eros di estrazione platonica,
come principio educativo e stile di vita fondato sul
concetto della bellezza e del bene, tensione perenne verso l'assoluto, che
Marsilio Ficino sottolinea con forza
nella speranza di instaurare una repubblica dei filosofi che possa arginare le pretese politiche della Signoria
dei Medici.
Un
notevole affresco dunque con le posizioni neo platoniche riproposte ed in
contrasto con la emergente modernità sociale
e politica dei tempi di allora e con le strategie di palazzo.
Pienamente
riuscito il tentativo di diffondere un messaggio di riflessione e guida per i
giovani di oggi, apportando ad essi
energie creative ed esaltando il patrimonio culturale e artistico della
città con il conseguente invito a salvaguardarlo
nel tempo.
Tutti
bravi gli studenti attori che si sono mossi con disinvoltura e capacità
interpretative, ad iniziare dalla dominante figura di Marsilio Ficino,
architrave e colonna portante dell'intera recitazione.
Bravi,
soprattutto alla regia di Stefano Luci, capace di ricreare ambienti e
suggestioni antiche riportando lo spettatore nei luoghi mitici del 400
fiorentino, arricchiti dai suoni e dai costumi dell'epoca, con originali
inserimenti fonici della modernità e percorsi itineranti suggestivi.
Grazie
dunque all'artista Giusy Frisina dalla cui creativa mente è stato possibile
ideare e allestire uno spettacolo che ha reso vivi luoghi di un passato lontano
e trascinato gli spettatori in una onirica rievocazione rendendoli partecipi sia della ufficialità della storia
di quel tempo che della intimità di una corte medicea la quale faceva già
intravedere gli splendori futuri illuminata dalla guida e dal sogno di Marsilio
Ficino.
Carmelo
Consoli
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