Vorrei riportare quello che ha scritto
il Maestro del Lavoro Carlo Alberto Giannoni, in merito all'incunabolo di
Lorenzo Valla, stampato nel 1483, che lo scorso anno è stato presentato nella
sala convegni del Seminario di Sarzana. E' una ulteriore conferma che il libro
tradizionale (cartaceo) è stato e resterà uno strumento insostituibile.
Paolo Bassani
IL LIBRO
ieri e oggi
note di Paolo
Bassani
I libri informatici (e-book, ecc.) sicuramente
danno un valido contributo alla diffusione della cultura. Il libro tradizionale
(cartaceo), però, è stato e resterà uno
strumento insostituibile. Questa
verità è apparsa in tutta la sua evidenza
lo scorso anno, quando è stato presentato, nella sala convegni del Seminario di
Sarzana, il ristrutturato incunabolo di Lorenzo Valla (stampato nel 1483).
Ebbene, a questo proposito,
voglio riproporre quello che scrisse il Maestro del Lavoro Carlo Alberto
Giannoni.
Il libro
rimane, quindi, il sogno di ogni scrittore grande o piccolo che sia. Un sogno
destinato a sopravvivere all’autore, soprattutto quando l’opera è collocata in una Biblioteca
pubblica. Forse non tutti sanno che andando su Internet, nel sito OPAC SBN, si
possono trovare tutti i libri catalogati e presenti nelle Biblioteche italiane.
Basta citare il nome e cognome dell’autore o il titolo del libro. Per esempio, se
desiderate sapere quali sono i libri che si legano in qualche modo a Lorenzo Valla,
scoprirete (forse con la mia stessa meraviglia) che sono ben 635.
Restauro Incunabulo di Lorenzo Valla
di Carlo Alberto Giannoni
Dopo
aver contribuito al restauro delle due tele di Domenico
Fiasella
(sec. XVII) esposte nel Museo Diocesano di Sarzana,
in
occasione del Convegno Interregionale Liguria - Piemonte -
Valle
d'Aosta svoltosi a Sarzana il 5 luglio 2006 , il nostro Consolato ha ora l'opportunità di
sostenere il restauro di un'altra grande opera: l'Incunabolo di Lorenzo Valla.
Autore dell'opera:
Thucydides (Tucidide).
Titolo dell'opera:
Laurentii Vallensis ad Sanctissimum Nicolaum Quintum pontificem maximun
Thucididis historici translationem (De Bello Peloponnesiaco in latino -
tradotto da Lorenzo Valla dal greco).
Luogo di stampa:
Treviso?
Stampatore:
Giovanni Rosso? Anno 1483.
Si
tratta di un libro stampato nel XV secolo con la tecnologia dei caratteri
mobili, quando l'arte della stampa era appena nata, e custodito presso la biblioteca
Niccolò V a Sarzana. II volume, mancante di frontespizio, è dono della parrocchia
di Vezzano Superiore a mezzo del parroco don Andrea Ricci, ex libris Don Antonio Orlandi arciprete di Vezzano anno
1732, 10 aprile.
La
traduzione di Tucidide fu commissionata a Lorenzo Valla dal papa sarzanese
Niccolò V (Tommaso Parentucelli); egli iniziò il lavoro nella seconda metà del
1448 ultimandolo solo dopo quattro anni, nel 1452. Con il termine di incunabulo
o incunabolo (dal lat. cuna, cunabulum, culla e anche incunabula, fasce di
bambini) si indica la produzione tipografica a caratteri mobili uscita dalle
varie officine editoriali tra la metà del XV secolo e l'anno 1500 incluso.
Generalmente gli incunaboli non presentano un frontespizio, ma solo
un'indicazione, spesso approssimativa, che riporta il nome dell'autore e un
titolo nell'incipit; il primo frontespizio compare in Italia nel 1476. Gli incunaboli
sono quindi i primi libri moderni i cui testi sono costituiti da fogli sciolti,
in quanto la nuova tecnologia permetteva di realizzare anche bandi, proclami,
lettere di indulgenza o modulistica; essi sono considerati documenti molto
preziosi e conservati in musei e biblioteche specialistiche. Delle circa 35.000
edizioni esistenti, prodotte da 1100-1200 officine (in Italia ca. 500 con 6.500
opere), parecchie sono rappresentate da una o due copie in tutto; altre da
decine o centinaia di esemplari. Si fanno ascendere a ca. 450.000 gli incunabuli
esistenti al mondo di cui almeno 100.000 sono in Italia, sparsi per lo più nelle
grandi biblioteche, come la Vaticana (8.000) e la Nazionale di Napoli (ca.
4.550); all'estero sono da segnalare la Bayerische Staatbibliothek di Monaco
con ca. 16.000 incunabuli e il British Museum di Londra con ca. 11.000. La
disciplina che studia scientificamente gli incunabuli si chiama incunabulistica
e risale storicamente al sec. XVII, quando i bibliografi
cominciarono
a rivolgere particolare attenzione alle edizioni
del
`400 esistenti nelle grandi biblioteche, enumerandole in elenchi a parte. I
caratteri mobili erano stati inventati in Europa nel 1438 da Johannes Gansfleisch
von Gutenberg, di Magonza (Germania). L'incunabolo più antico è la Bibbia, in
latino, stampata dello stesso Gutenberg tra il 1452 e il 1455.
Interessante
è sapere che una delle prime stamperie del mondo nacque a Fivizzano, realizzata
nel 1471 da Jacopo da Fivizzano, nativo del luogo. II tipografo pioniere Jacopo
da Fivizzano, dopo aver appreso l'arte della stampa a Venezia
probabilmente
dal prete Clemente da Padova, stampa, utilizzando i primi caratteri tipografici
italiani, opere di Giovenale, Virgilio, Cicerone Sallustio, e Corazzano. Questi
libri furono stampati nella piccola ma importante città storica di Fivizzano
nove anni prima che si stampassero libri a Londra, sette anni prima che a
Ginevra, a Oxford e a Barcellona, cinque anni prima che a Bruxelles.
M.d.L. Carlo Alberto Giannoni
Articolo veramente interessante.
RispondiEliminaVittorio
Ringrazio il Prof. Paolo Bassani per questo articolo in favore del libro in cartaceo.
RispondiEliminaBen vengano gli e-book e la diffusione telematica ma - concordo pienamente - il libro su carta resterà una realtà insostituibile per l'autore ed i lettori.
Sandro Angelucci