Maurizio Donte collaboratore di Lèucade |
Suoni siciliani (A Tindari )
Melodia dolce
esala dalle colte pietre,
odore di menta e nepitella
fra i gerani esposti al mare
di sabbie miracolose.
Giace, muta, la vetta prodigiosa.
Colpita qua e là
da raggi iridescenti,
cromatica soavità
all'occhio dell'incantato, rivolta.
Proteggi con i cipressi in fila
l'uomo che venne da lontano
per lasciarti immortale firma di poesia
dove sulla stessa terra
egli nacque e pianse
amare lacrime di ellenica vecchiezza.
Piange ancora
fra intrecci di ulivi e rigagnoli d'acqua
quel fischio di vento
accovacciato fra le pietre
aspettando il sorgere del sole,
fra miti tintinni di campanelli d'aria.
Melodia dolce
esala dalle colte pietre,
odore di menta e nepitella
fra i gerani esposti al mare
di sabbie miracolose.
Giace, muta, la vetta prodigiosa.
Colpita qua e là
da raggi iridescenti,
cromatica soavità
all'occhio dell'incantato, rivolta.
Proteggi con i cipressi in fila
l'uomo che venne da lontano
per lasciarti immortale firma di poesia
dove sulla stessa terra
egli nacque e pianse
amare lacrime di ellenica vecchiezza.
Piange ancora
fra intrecci di ulivi e rigagnoli d'acqua
quel fischio di vento
accovacciato fra le pietre
aspettando il sorgere del sole,
fra miti tintinni di campanelli d'aria.
Si resta incantati davanti ai cromatismi
e alle figure ariose di questa meravigliosa poesia, dedicata alla memoria di
una splendida lirica di Quasimodo, (Vento a Tindari) e dai suoni e dalle
fragranze di erbe aromatiche così elegantemente distribuite sulla tela dipinta
da questo formidabile autore.
Profumi dunque e suoni e immagini, a
completare un quadro vivente della terra di Sicilia si intrecciano vivi e
luminosi a rendere reali le parole, a compierne pienamente ogni dettaglio.
Sebastiano Impalà trasmette con sapienza e tocchi essenziali il suo amore per
la terra che l'ha visto nascere, dipinge un quadro e lo anima, lo rende vivo
agli occhi e al cuore del lettore.
Melodia dolce
esala dalle colte pietre,
odore di menta e nepitella
fra i gerani esposti al mare
di sabbie miracolose.
esala dalle colte pietre,
odore di menta e nepitella
fra i gerani esposti al mare
di sabbie miracolose.
Le colte pietre delle rovine della
civiltà greca,i templi e i teatri baciati dal sole, su cui nascono piante
odorose vivificate da tocchi accesi di colore dei gerani e le sabbie delle rive
ove frange un mare di incomparabile bellezza, costellato di isole e di cale
rocciose, dal blu profondo e vellutato e poi, ecco l'Etna, il monte per
antonomasia, gigantesco e infuocato:
Giace, muta, la vetta prodigiosa.
Colpita qua e là
da raggi iridescenti,
cromatica soavità
all'occhio dell'incantato, rivolta.
Giace, muta, la vetta prodigiosa.
Colpita qua e là
da raggi iridescenti,
cromatica soavità
all'occhio dell'incantato, rivolta.
E ancora in un crescendo, con l'eco
Carducciana dei cipressi, l'implorazione commossa alla madre terra comune per
un poeta mirabile, e per le sue parole immortali:
Proteggi con i cipressi in fila
l'uomo che venne da lontano
per lasciarti immortale firma di poesia
dove sulla stessa terra
egli nacque e pianse
amare lacrime di ellenica vecchiezza.
l'uomo che venne da lontano
per lasciarti immortale firma di poesia
dove sulla stessa terra
egli nacque e pianse
amare lacrime di ellenica vecchiezza.
La poesia, la parola, unica eredità
possibile, immortale appunto, che un poeta, un uomo possa lasciare alla
posterità, il suo dolore, il suo pianto, la sua stessa vita trasfusa, inserita
come un germoglio nelle sue liriche. Un passaggio commovente a ribadire le
origini, la radice culturale profondamente legata alla madrepatria dell'antica
Grecia, la culla del mondo classico e della poesia.
Si chiude la lirica con un commosso
addio:
Piange ancora
fra intrecci di ulivi e rigagnoli d'acqua
quel fischio di vento
accovacciato fra le pietre
aspettando il sorgere del sole,
fra miti tintinni di campanelli d'aria.
Il pianto dell'addio, alla vita, al
sogno, ai colori accesi, alla luminosità di un mondo che si spegne con la
morte, ma rimane impigliato nel fischio di vento atteso al mattino,
nell'incipiente rinascita del sole.
Una lirica splendida che si chiude con
un sommesso tintinnio di campanelli...d'aria, fatti della stessa sostanza dei
sogni.
Maurizio Donte
Splendida la poesia ; calzante, limpido, profondo e poetico il commento di Donte, degna corona a versi di tale bellezza.
RispondiEliminaGrazie Lidia!
EliminaGrazie, Lidia. La lirica di Impalà merita molto.
EliminaGrazie Maurizio per la splendida critica
RispondiEliminagrazie a te, Sebastiano
EliminaStupenda ariosità nella strofa iniziale ( misto di natura e arte) che da subito è Sicilia, con il respiro di Quasimodo.
RispondiEliminaUn degno omaggio reso al grande Poeta siciliano da parte di due Poeti innamorati di questa Arte.
Un plauso particolare a Maurizio Donte in veste di critico-poeta. Ha meravigliosamente aggiunto poesia a poesia.
Edda Conte.
Complimenti ,mi senbra abbia vinto anche u premio o sbaglio?
RispondiEliminaComplimenti,mi sembra abbia vinto anche un premio,o sbaglio?
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