Paolo Bassani collaboratore di Lèucade |
RICORDO DI PALMIRA VIVALDI
Note di Paolo Bassani
Alcuni giorni fa è scomparsa Palmira Vivaldi, un’anziana
caprigliolese che ho avuto l’onore di conoscere e stimare dai lontani tempi
della giovinezza. Forse per questo il 7 gennaio 2014 mi chiamò per raccontarmi una storia che ora voglio far
conoscere agli amici di “Alla volta di Lèucade” riportando, pari pari,
l’immagine di un santino che mi diede e le sue parole.
“Qualche anno fa venne a trovarmi un’amica. Mi raccontò di
un suo pellegrinaggio mariano, donandomi come ricordo una
immagine della Madonna di Medjugorie… Ho riposto quella sacra immagine
sul comodino e, di tanto in tanto, guardandola, ho provato una strana
sensazione. Quel volto non mi era sconosciuto. Lo avevo visto da qualche parte,
ma non sapevo ove collocarlo. Non so quante volte nella mia mente è risonata questa
frase: «… ma io ti conosco…scoprirò chi sei»
Una sera,
improvvisamente, mentre guardavo quella immagine, mi tornò alla mente un
episodio di tanti anni fa che avevo quasi dimenticato; un episodio vissuto
nella mia infanzia, all’età di sette anni quando la nostra famiglia
contadina abitava alla “Volpara”, una
località collinare solitaria della
campagna caprigliolese. Ebbene, in quella sacra immagine, non so come,
immediatamente ho riscoperto la figura di una giovinetta che nel 1937 aveva raggiunto l’aia del nostro casolare ove era mia madre,
io e, mi pare, i fratellini Tito e Adele. Quella giovinetta spiegò subito la
ragione della visita: «Cerco delle uova…mio fratello, che è tornato ammalato
dal militare, ne ha bisogno» Mia madre mi disse allora di andare a vedere nel pollaio, ma non ne
trovai. «Certamente ve le pago» cercò di
rassicurare la giovane, mostrando un
piccolo borsellino nero. «Per carità, non è questione di soldi, non è
questo il problema - replicò mia madre –
Di uova ne consumiamo tante e, per questo, al momento non ne abbiamo». La
giovinetta rimase a parlare con mia madre qualche minuto, disse che giungeva da
Spezia, poi, salutando tutti, se ne
andò.
Il non aver potuto soddisfare
il desiderio di quella giovinetta mi lasciava un certo dispiacere. Fu allora
che mi venne un’idea: andare a vedere anche nella cantina. Ebbene, con grande
gioia trovai due uova. Di corsa uscii e a gran voce cercai la giovane: «Evviva,
evviva! Ho trovato le uova, vengo a portarle!». Immediatamente mi incamminai
nel sentiero del bosco per andarle incontro. «Fermati, tu sei scalza…ci sono
tante ricce…vengo io a prenderle» replicò prontamente la giovane. E così
avvenne. Quando le donai le uova mi accorsi che non le avevo raccolte in
qualche involucro. Fu lei a prendere quattro foglie di castagno e, poi, a
coprirle con un suo fazzolettino bianco.
Di questo evento mi
sono rimaste nel cuore e nella mente le parole che la giovane mi disse: «Tu sei
una bambina dal cuore grande e la sarai per tutta la vita”. Con tenerezza mi
volse il suo saluto e s’incamminò nella
strada del bosco che le avevo indicato passando per Gazzan. «Quando passerai di
là, ben ti vedremo da qui per darti l’ultimo saluto» così replicai.
Aspettammo parecchio tempo ma
non la vedemmo più. Cercammo di sapere qualcosa del suo passaggio, ma nessuno
disse d’averla vista”.
Palmira Vivaldi
P.S. Desidero aggiungere il testo della e-mail inviata agli amici caprigliolesi, preannunciando la suddetta pubblicazione:
RispondiEliminaCari Amici di Caprigliola,
come sapete, recentemente è scomparsa Palmira Vivaldi, un'immagine cara ai caprigliolesi. Purtroppo, non essendo informato tempestivamente, non ho potuto essere presente alle sue esequie. Questo mi ha amareggiato. Quindi, ho sentito il desiderio di onorare la memoria di Palmira con una testimonianza che ho inviato al Prof. Nazario Pardini, perché sia pubblicata sul suo blog letterario "Alla volta di Leucade". Il Prof. Pardini mi ha suggerito di farla pubblicare nei primi giorni di ottobre, in modo che possa essere visibile per tutto il mese. Ho accettato volentieri il suo suggerimento. Vi informerò quando sarà pubblicata.
Intanto, però, desidero anticipare qualcosa su questa testimonianza, che riporta quanto da me scritto su un pieghevole che diedi in buon numero a Palmira. La vigilia di Natale del 2013 mi arrivò una inattesa telefonata da Palmira. Oltre agli auguri di buone feste mi fece un invito: avrebbe voluto incontrarmi per raccontarmi una sua "storia". Così, passate le feste, il 7 gennaio 2014 andai a casa sua. Palmira mi accolse con grande gioia. Mi raccontò allora la sua storia che ho raccolto per filo e per segno e che potrete leggere su Internet. E' una testimonianza che oggi assume un particolare valore: una pagina del ricordo che vive oltre la vita.
In attesa di darvi conferma dell'avvenuta pubblicazione, vi saluto cordialmente.
Paolo