Una “favola” colta, altamente poetica,
come ci ha abituato a gustare la nostra scrittrice-poetessa nelle sue consuete
apparizioni sull’isola di Léucade: racconto polisemico, di plurale lettura
lirica, che ci riconduce a un famoso importante romanzo
filosofico-fantastico Il gioco delle perle di vetro del Nobel
H. Hesse.
Tutto è silenzio, l’atmosfera è sospesa,
si vive, si gioisce, si attende, in felice armonia e bellezza: ma…l’attesa
diventa catastrofe.
Lux contempla il gioco delle perle di
vetro(“sta a guardare dall’alto della sua torre”), gioco innocente e fascinoso
delle perle di vetro dal sole illuminate. Gioco felice. Potrebbe fermarle, ma
non vuole…Sono così piccole, belle, innocue…la divertono.
Poi il buio, e la vita che continua la sua
corsa. Altra vita. Le stelle. Altra luce….e le perle si uniscono impaurite in
un’unica grande palla: rotolano, verso il fiume, sfavillano. Nuova e diversa
vita. Conflitto che non dominano: “non hanno occhi, non hanno mente”.
Metafora di vita e libertà.
La libertà può confondere, ma è
comunque vita, rischio, pericolo, speranza di futuro: sul fiume miriadi di
perline vanno alla deriva...sembrano tanti gusci d'uovo ..
Come e perché hanno tanto osato? La
dimensione onirica e surreale, coadiuvata dal linguaggio leggero,
musicale, offre la carica attrattiva e meditativa del racconto originale e riuscito.
Maria Grazia Ferraris
LUX
E LE PERLINE DI VETRO ( favola)
Rotolano perle di vetro. Rotolano a non
finire... Stanno ricoprendo tutta l'erba del prato. Il prato ora è tutto un
luccichio.
Dall'alto della Torre Lux sta a
guardare...il Sole strappa mille riflessi dalle perle in movimento. Il bagliore
è forte...dentro quel bagliore appaiono figure fantastiche, geometrie,
arabeschi orribili...e si espandono, crescono, scompaiono.
La luce è abbagliante, ovunque.
Lux socchiude appena gli occhi, chiari
come il cielo della prima ora, non teme il lampeggiamento, il bagliore
accecante. Lei è luce, luce pura. Con un solo cenno potrebbe annullare la
luminosità delle perle, potrebbe fermare il movimento delle perle sul prato...
Non lo fa.
Resta a guardare con
indifferenza.
Dall'alto della Torre le perle sono così
piccole, come tante lucciole fosforescenti.
Lux avrebbe il potere di deviare i raggi
del Sole e lasciare in ombra quelle particelle di luce riflessa..
Non lo fa.
Osserva incuriosita le ipotetiche forme
che si sollevano ondeggiano danzano come avvolte in vaporosi veli..
Sorride. Si diverte.
Avrebbe il potere di mutare i tratti di
quelle immagini, irreali eppure verosimili, di cambiare in bellezza la deformità,
l'orrore in meraviglia.
Non lo fa.
E le perline continuano a rotolare sul
prato...rotolano e sfavillano...
...........
Al tramonto del Sole calano le ombre. E'
prossima l'ora che spalma sulle cose una patina incolore, l'ora che tutto
nasconde dentro una cappa di silenzio.
Non si muove una foglia. Ogni creatura si
assopisce nell'attesa.
Il prato è tutto un' ombra. Un buio
deserto.
La vita però non si arresta. La Terra
continua a girare su se stessa.
Nello spazio infinito compare prima una
stella, bella, luminosissima- non sembra neppure molto lontana-, e subito dopo
, come accese da una mano invisibile, un'altra e un'altra e...tante tante
altre, da sole o in gruppo...quasi una danza figurata.
Ora tutto il cielo risplende di luci.
Sembrano occhi aperti a sorridere su un mondo buono.
Sotto la Torre il prato è come ricoperto
di gocce di mare.
Le perline di vetro rabbrividiscono,
si avvicinano l'una all'altra, per un inconscio bisogno di protezione.
Non hanno occhi, non hanno mente. Si accostano l'una all'altra sempre di più,
fino a formare un'unica grande palla di vetro..
.Non sanno dove andare , ma continuano a
rotolare alla cieca, alla cieca verso il pendio.
Più tardi la Luna, alta nel cielo,
illumina un lungo nastro, come una colata d'argento che scivola
lentamente...e va a confondersi con le acque del fiume.
.........
Quando la volta del cielo comincia a
schiarire Lux si affaccia dalla Torre a guardare il mondo. Volge intorno i
begli occhi chiari e...tutto si "illumina d'immenso": il verde degli
alberi, i tetti rossi, i giardini i balconi fioriti...le vesti leggere delle
donne...
Il cielo ora è un lenzuolo soffice
dai mille colori e una brezza lieve come un palpito d'ala annunzia la levata
del Sole.
Lux è tutta un sorriso. Gioia e Amore le
stanno accanto. E' felice. E' potente. E' buona.
All'improvviso un qualcosa di terribile
rompe quell'idillio tra lei e il mondo.
Gli occhi chiari mandano lampi e folgori,
i lunghi capelli si sollevano agitandosi come serpi, un urlo tremendo sale fino
al cielo. Tutto si scuote nella tempesta, tutto annichilisce sotto l'impeto
della pioggia forte dirompente continua.
Lux ha il potere di
distruggere.
E lo fa.
In quel momento non ricorda di
essere buona...in quel momento sente forse il bisogno di punire la stupidità di
quanti non si accorgono di rompere un giusto
equilibrio.
Continua a guardare il suo bel prato
devastato, l'erba calpestata strappata morta...
Intanto sul fiume
miriadi di perline vanno alla deriva...sembrano tanti gusci d'uovo. Nessun
riflesso nessuna immagine fantastica le accompagna...
Edda Conte, 11 Aprile 2016
Affascinante favola, e esemplare commento.
RispondiEliminaProf. Angelo Bozzi
Non è certamente improprio definire la relazione del critico superlativa; autorevole antiporta al racconto dalla quale trasuda sagacia e profondità intuitiva; ma soprattutto un impiego coerente e saggio della cultura. Molto spesso se ne fa sfoggio, senza motivo; ciò che qui non accade, anzi quasi sembra che la Ferraris voglia rifugiarsi per non apparire.
RispondiEliminaTutto ciò dà risalto ad un racconto bello e intricante
Anna
Concordo pienamente con Anna.
RispondiEliminaStupenda lettura quella di Ferraris.
La mia favola ne risulta arricchita.
Grazie a entrambe.
Edda Conte.
Grazie veramente a tutti dei vostri giudizi generosi.
RispondiEliminaAvete ragione: il critico( o chi si presta provvisoriamente a tale scopo) non deve, a mio modo di vedere,"apparire": non è questo il suo compito. Deve leggere: con rispetto, con simpatia, con benevolenza, con attenzione, misurandosi con il testo che gli è stato proposto. Se poi il testo si cala empaticamente nel suo mondo culturale ne guadagna l'autore, il lettore e il critico stesso."Leggere" è un'operazione altamente gratificante. Grazie.
Oltre ad Hesse, che è il richiamo più diretto, nella lettura che avevo fatto in anteprima del bel racconto della Conte, mi era venuto in mente Lucrezio e la sua Lux:" un aggregato di atomi che si lanciano a grandissima velocità nello spazio e lo riempiono tutto, e quasi senza interruzione ogni raggio è stimolato da altri raggi."
RispondiEliminaBrava l'autrice e brava come sempre la "lettrice" Maria Grazia Ferraris.
Ubaldo de Robertis