VIAGGIO ATTORNO ALLA MIA CAMERA
da
IL CROCONSUELO E ALTRI RACCONTI
Era silenzio
intorno, muto non già
incantato,
sospeso, respirante
nella camera
protetta da tende
scure…
la casa, quïeta, taceva.
Il viso
chino su fogli, immobile
ascoltavo
le voci emergenti,
voci
mute, eppur presenti, insistite.
Ferma,
china sui fogli, silenziosi…
Udivo profumi
caldi di glicini
arrampicati
fuori la casa, silente.
Si fondevano,
come dev’essere,
per
chi legge le voci solitarie
che
vengono dal di dentro misteriose.
La casa
ombrosa taceva trepidante,
ricerca
di senso nuovo da decifrare,
calma
sinestesia di colori e luci,
silenzio
traboccante dentro e fuori.
La
casa aspettava, taceva quieta.
Io
leggo… leggo, studio. Non c’è un confine preciso tra le due attività, si
integrano, si danno forza e senso, nel silenzio e nella solitudine della mia
camera.
Sento da
sempre, fin dalla mia solitaria adolescenza, la necessità di aprire i libri e
leggere: e mi sembra che il tempo che ho a disposizione non sia mai
sufficientemente adeguato a soddisfare questa mia inesauribile necessità…
Ci sono tanti modi di leggere. Quello della Ferraris, che qui ricorda le lunghe e appassionate letture giovanili nella sua casa e nella sua camera assediate dal caldo profumo dei glicini, è ascolto di "voci emergenti, / voci mute, eppur presenti, insistite", "voci solitarie / che vengono dal di dentro misteriose". Lettura, pertanto, come scandaglio dell'animo umano, come conoscenza del pozzo senza fine di se stessi, come "ricerca di senso nuovo da decifrare". Quanto è diversa la lettura di chi si appoggia al sapere altrui per conformismo o per plagio, per smania di salire nella considerazione e nella scala sociali!
RispondiEliminaFranco Campegiani
Commento a :
RispondiElimina“Viaggio attorno alla mia camera”
Di Maria Grazia Ferraris
Ci sono svariati modi di leggere le pagine di un libro; leggerle in ordine, affermava Arthur Schopenhauer, è vivere, sfogliarle solamente, è sognare.
Anche Gustav Flaubert suggeriva le motivazioni del leggere dicendo che non bisogna farlo come i bambini per divertimento e, tantomeno, come molti per scalare ambiziosi traguardi sociali, ma leggere per immergersi nel piacere di apprendere conoscenza.
La casa tace quieta e nel viaggio nella sua camera, la Nostra condivide questi concetti introspettivi facendoli propri nella sua emotiva sensibilità.
Nel silenzio sospeso ed amico di quella camera, le pagine di ogni libro scorrono ed evaporano voci che parlano, sussurrando senza dire, per scoprire i profondi ricetti inconsci dell’anima
Come la casa, ogni pagina profuma di glicini, ma soprattutto, io penso, di emozioni che sono sensazioni dei silenzi fragorosi del cuore.
Comprendo perfettamente l’inesauribile necessità della Nostra di aprire libri e leggerli, così come fermare quel tempo avaro che pare essere mai sufficientemente adeguato alla bisogna.
Leggendo, e non solo una volta, “Viaggio attorno alla mia camera,” ho ri-visto me stesso, ho recepito le medesime sensazioni che da sempre sono state nei miei concetti, in simbiosi tra loro: lettura e studio, pur tuttavia, mai rimanendo sazio di sapere ciò che c’è al di la della leopardiana collina.
I miei traguardi, e spero che la Nostra ne condivida i contenuti, sono che la lettura ci conduca per mano verso altri giorni, altre notti, che giungano a computare passi sul sentiero dell’infinito, lambiti da eteri refoli di brezza per ricordare, per raccogliere chimere sul ciglio delle emozioni, fruscii di onirici sogni, brusii lievi di silenzi muti.
C’e una dimensione che da sempre cerchiamo, c’è un tempo per immaginare il domani, c’è un silenzio per viaggiare con i desideri lungo itinerari profumati da percorrere, per dare voce ad uno spazio, ad un tempo, ad una emozione, ad un sogno, ad una età,
per rifugiarci nel refolo di un istante di eternità per cogliere l’attimo, prima che si dissolva.
Gentile Signora Ferraris, mi complimento con lei per le emozioni che mi ha trasmesso con il calore del suo sentire, con il lirismo descrittivo venato di sentimento esistenziale e… per il profumo di glicini che, in effetti leggendola, mi è parso di avere avuto la sensazione di percepire.
Lino D’Amico
La camera -interna ed esterna a noi- della poesia, della parola. Il luogo del nostro sentire, il luogo che ci accoglie e che accogliamo. Il luogo -necessariamente - pregno di silenzio e di ascolto, dove la vita si fa spazio. E con “Il viso chino su fogli, immobile” si ascoltano “le voci emergenti,/voci mute, eppur presenti, insistite”. Quanta vita mi restituisce la prof.ssa Ferraris con questi meravigliosi versi e quanta vita –sperata - ancora da vivere in “questo viaggio attorno alla mia camera”.
RispondiEliminaSonia Giovannetti