SECONDA CLASSIFICATA AL PREMIO "IL PORTONE" (PISA) SEZ. SILLOGI
PIERANGELO
SCATENA
E SARA’ COME ESSERE DOVUNQUE
DAL TESTO
LE
PAROLE CHE SIAMO
Le parole che siamo, quelle dette
per cercare noi stessi dentro gli altri
o gli altri in noi, quelle quando insieme
rischiaravano il cielo nei tuoi occhi,
quelle incomprese, quelle abbandonate
alla ferocia della solitudine;
le parole più tristi e più felici
e quelle esatte tese a qualche meta
o aperte nel futuro e infine quelle
che potevamo e che non siamo stati;
insomma tutte quante le parole,
trascorse o no dentro la nostra vita,
vorrei accoglierle qui nell’illusione
che
resteranno un po’ più in là di me.
NELLA
TERRA DI MEZZO
Siamo
nel tempo impronte di passaggi.
E tanto
basta a questa breve sosta
tesa sul
verde tacito consenso
dell’aria
al sole e della mente al giorno.
Dal
passato mi giungono radici
che non
capisco e che consegno eguali.
La più
parte di noi non ci appartiene.
Pure nel
mio segmento della retta
conosco
bocche d’anima e di stelle,
traduco
sogni e avvero sguardi e voci,
ricordo
passi d’erba sensuali:
sovrastrutture
chiare del pensiero
che
guida i mondi verso il mio finire.
Dall’agonia
di spazio che mi resta
dono parole
a chi mi cerca ancora,
traccio
alberi e venti, aspetto gli anni.
Sensazioni
d’approdo inventa il cuore.
E il
viaggio riprende in cima al filo.
Trovo consonanti con le mie corde poetiche queste liriche dense di emozioni, che agiscono su un piano esistenziale e, partendo da una presa di coscienza e da una riflessione individuale, attingono un livello universale di percezione e condivisione: segno autentico di buona poesia.
RispondiEliminaPasquale Balestriere
Di solito si dice "Beati monoculi in terra caecorum" e questo penso io tante volte quando vinco un premio. Queste tue poesie, invece, mi piacciono molto e sono molto contenta di aver gareggiato con concorrenti così validi.
RispondiEliminaCarla Baroni