Franca Olivo Fusco. Ketty Daneo. Poesie scelte (1950-1992).
BastogiLibri. Roma. 2017
“Da molto tempo avevo in cuore il progetto di rendere omaggio alla poetessa Ketty Daneo (Trieste, 1908-1998), figura di rilievo nel panorama letterario della sua, e della mia, città per più di cinquant’anni…”.
Così
inizia la prefazione della Olivo Fusco al libro dedicato alla attività
letteraria di un’amica; di una grande poetessa. Il testo si sviluppa in due
sezioni: Parte prima (Ketty Daneo, poetessa); Parte seconda (Ketty, la donna;
Ketty, l’amica, nei miei ricordi). Una lettura spedita, polivalente, intrigante
fatta di brani critici, poesie e interventi della stessa Fusco: rimembranze,
considerazioni, incontri affettuosi, vita di ontologiche intrusioni emotive, in
cui dimostra tutta la sua passione per questa antica arte; tutta la sua
vicinanza lirica verso una poesia che sente vicina, fortemente vicina alla sua poetica,
al suo mondo, alle sue radici. “Ketty Daneo iniziò giovanissima a scrivere
poesie. Lo si apprende leggendo la lirica Nella
pacifica casa della mia infanzia, dal suo ultimo libro del 1992 Sulle tempie del mondo il sangue batte
sofferenza e amore: “Ero una ragazza dai capelli rossi/ e le lentiggini
sulle guance/ candida nel cuore come il respiro/ del gelsomino. Per amore
dell’anima/ e un senso d’ali imparavo i segreti/ di abbozzare sui fogli le
poesie… (…)”, così scrive la Fusco. Il libro è zeppo di riferimenti biografici
e poetici, una vera crestomazia che ci dà un quadro esauriente e polisemico della
valenza poetica di Ketty. Vengono prese in esame le diverse raccolte da Al di là del fiume del 1950 fino
all’uscita dell’antologia Il liuto del
confine del 1995 che comprende quasi tutte le poesie già edite più cinque
inedite. Molti anche i romanzi: da La
casa dei sambuchi 1983 a Ninna nanna
1960.
Tutti
i molteplici aspetti della poetica della Daneo vengono toccati: il rapporto con
la natura “Anche gli alberi ci salutano con le loro braccia allargate gelate e
bianche di neve. (Gli alberi hanno un’anima come noi)”, raffronti con
D’Annunzio e Caproni, il marito (gli occhi di Renato Daneo: Il mare il cielo, il sole/ ti vedo negli
occhi…), l’amore, il Carso terra di
confine, La riviera di San Sabba, il rapporto con thanatos, Trieste e un lager
con introduzione di G. Barberi Squarotti, su su fino alla morte “La paura di
Ketty era giustificata: forse una persona sente quando giunge il momento della
fine. Alle ore 20 del 5 gennaio 1998, lunedì, spirò… Alcuni giorni dopo,
scrissi di getto una poesia dedicata a
Ketty, che inserirò nel libro Ascolto
interiore…”. Mi piace riportare questa poesia della Fusco come segno di
vera e sincera amicizia, e di elevata positura lirica:
Te
ne sei andata,
dolce
amica,
verso
la meta
tanto
agognata.
Ti
vidi spenta
l’ultima
volta,
benché
ancora viva.
Nulla
del mondo
più
ti apparteneva
neanche
il tuo corpo.
Estranei
i volti
di
persone amiche.
I
tuoi occhi,
velati
di nebbia,
guardavano
già
oltre
la vita,
cercando,
in
mezzo ai giardini
di
peonie e rose in fiore,
il
volto amato.
Non
mi è permesso piangere
quando
la morte è vita.
Ma
chiudere questa mia presentazione con una poesia che Ketty stessa senz’altro
avrebbe scelta significa invogliare i lettori ad inoltrarsi in un testo ricco
di esperienze umane e artistiche; foriero di emozionanti equivalenze fra vita e
poesia:
A
Renato Daneo
Dentro
di me sei vivo,
dentro
il mio cuore caldo
palpita
il tuo cuore.
Gli
anni passano con te accanto
come
allora.
Nei
giulivi pellegrinaggi
sul
traghetto sopra il tempestoso
Quarnero,
con la luce dalmata
sul
mare e la paura degli squali
loro
patria in agguato,
io
dalle tue braccia stretta
del
mondo mi veniva
tutta
la felicità.
E
perché amore non avesse mai fine
l’azzurro
dei tuoi occhi è diventato
in
cima al cielo, un celeste dono
che
si scioglie nel mio quieto vivere
anche
del poco.
------------------------------
(Il
Quarnero è un braccio di mare dell’Adriatico settentrionale, che separa
l’Istria dalle isole di Cherso e
Lussino)
Grazie per aver ricordato - la poetessa Ketty Daneo. Cordiali saluti.
RispondiElimina