Claudio Fiorentini,
collaboratore di Lèucade
La rivoluzione industriale ha trasformato il mondo e la nostra società
L'angolo curvo, Rubriche Giugno 10, 2022 Claudio
Fiorentini
La rivoluzione industriale ha
trasformato il mondo e la nostra società che, parallelamente, ha beneficiato di
un ordine diverso, consentendo ai figli degli operai, che prima erano figli di
contadini e artigiani destinati a lavorare sin da piccoli, di andare a scuola.
L’alfabetizzazione è, quindi, figlia della rivoluzione industriale. Senza la
rivoluzione industriale, che pure ha portato sofferenza, forse
l’alfabetizzazione non sarebbe stato quel fenomeno di massa che abbiamo
conosciuto. Oggi il livello di scolarizzazione, con tutte le sue deficienze, è
abbastanza elevato e le prospettive per i giovani sono, senza ombra di dubbio,
più rosee di quello che si poteva pensare cento anni fa.
Tuttavia il mondo non si è fermato e da
alcuni decenni siamo entrati nel post-industriale che, essendo caratterizzato
da una forte automazione dei processi, ha portato una forte riduzione della
mano d’opera, a vantaggio di nuove classi di lavoratori sempre più
specializzati e sempre più istruiti. Il post-industriale inizia con l’avvento
dell’informatica, che ci ha portati a sviluppare macchine che hanno sostituito
l’omino della catena di montaggio, e allo stesso tempo ha portato una continua
e assai rapida evoluzione tecnologica che rende assai dinamico il mondo del
lavoro.
Dire che il post-industriale è segnato
dalla rivoluzione informatica è limitativo; l’informatica porta in sé
caratteristiche di sviluppo impensabili solo mezzo secolo fa, ma ha anche la caratteristica
di aprire scenari rivoluzionari che cambiano completamente il concetto di
società e, con questo, le modalità con cui si lavora.
Tendendo ben presenti le necessità
dell’uomo, che sono la salute, l’alimentazione e la riproduzione (ovviamente le
necessità intangibili, come l’amore e la creatività, fanno parte del gioco, ma
non si possono soddisfare se prima non si mangia), tentiamo di capire come si
sviluppa la nostra società partendo dalla suddivisione del post-industriale in
tappe: informatica à automazione à informatizzazione (anche domestica) à
informazione (dati) à logistica e, in un futuro assai prossimo, ottimizzazione
dei processi attraverso le soluzioni integrate rese possibili dalle
telecomunicazioni…
Limitiamoci a questi termini in qualche
modo consequenziali, e ricordiamo sempre che, parallelamente a questi passaggi,
dobbiamo affrontare la rivoluzione verde, altrimenti saremo fritti!
È evidente che la dinamica in atto
rivoluziona la “logistica”, cioè tutto ciò che ha a che vedere con l’approvvigionamento
che, ad oggi, forse è l’agente più inquinante delle nostre attività, ed è ciò
che continuerà a cambiare anche per necessità, iniziando dai trasporti, per
finire con la gestione di approvvigionamenti e magazzino.
Non ci vuole un trattato di scienza per
capire che a la pandemia è stato un catalizzatore di questi fenomeni,
accelerando il cambiamento nei nostri modi di comprare; gli stessi supermercati
(e alcuni mercati rionali) si sono attrezzati per consentire all’utente di fare
la spesa on-line. Alcuni settori, però, hanno risentito maggiormente di questa
modalità di vendita e, sebbene fosse nell’aria da tempo, la vendita on-line, ha
iniziato a ridisegnare, drammaticamente, la catena commerciale. L’editoria, che
prenderò come esempio, è uno di questi. Vero che anche prima si compravano i
libri on-line, ma l’aumento di queste vendite è stato feroce, accelerando
l’impatto, che già prima si vedeva, sui piccoli commerci, come le librerie.
Eppure, l’informatizzazione del commercio dei libri non ha portato solo
distruzione, ma ha consentito al lettore di cercare e acquistare libri che in
libreria non arrivano; non solo: ha consentito al lettore che abita in uno
sperduto paese di comprare libri.
La vendita di libri in Italia (suppongo
anche in altri paesi) è stata facilitata dal canale informatico ed è anche
aumentato, contrariamente alle previsioni, il numero di lettori, passando da 24
a 26 milioni in due anni.
Inoltre, gli editori indipendenti,
quelli che pubblicano autori emergenti – spesso rischiando – e che non trovi in
libreria, hanno trovato un canale di vendita efficace e, se il lavoro di
promozione e pubblicità funziona, hanno consentito agli autori di trovare nuovi
lettori. Certo, la sovrapproduzione di opere letterarie non rende facile identificare
l’opera di valore, ma esistono, per i lettori accorti, reti di segnalazione
valide, e un buon lettore sa a chi rivolgersi.
Questo esempio aiuta a capire come
evolve la logistica, cioè la rete di approvvigionamento e di distribuzione, e
dimostra che il numero di consumatori può anche aumentare. Fondamentale è,
però, capire il ruolo che gioca l’informazione, cioè la raccolta e
l’interpretazione dei dati, che purtroppo è, prevalentemente, in mano a reti
sociali e gestita da server perlopiù americani: coi dati si può gestire il
consumo, o anche controllarlo, quindi il valore delle informazioni che noi
ingenuamente forniamo ogni giorno alla rete quando postiamo qualsiasi fesseria
su FB, è inestimabile e chi gestisce la raccolta e l’interpretazione dei dati,
oltre ad arricchirsi grazie al nostro più elementare narcisismo, può
controllare il mondo.
Questa è la rivoluzione che stiamo
vivendo e farci cogliere impreparati ci renderà succubi dei voleri dei grandi e
spietati gruppi, per cui è necessaria una riflessione su come far fronte a
queste nuove dinamiche.
Dopo la raccolta e l’interpretazione dei
dati viene la proposta commerciale, e successivamente la logistica, perché i
grandi gruppi commerciali che acquistano i dati raccolti e interpretati,
possono definire strategie a misura di consumatore, guidandolo nelle sue
scelte, attraverso pubblicità mirata. Cosa c’è di male in questo? Che le scelte
vengono guidate, ma se il popolo è maturo e non si lascia guidare, e se i dati
vengono raccolti per studiare strategie di ottimizzazione per la salvaguardia
dell’ambiente, un altro uso degli stessi – che non sia cinicamente commerciale
– è possibile!
Veniamo al punto: la tecnologia oggi ci
consente di far viaggiare i dati a velocità inimmaginabili solo due o tre anni
fa, ci consente di capire quali sono le interazioni tra sistemi e ci consente
di studiare, facendo le giuste analisi, quali sono le metodologie di lavoro e
le strategie di implementazione per ridurre l’impatto ambientale del nostro
vivere quotidiano. Se non lo si fa, capitoleremo!
Come sarà il mondo domani non possiamo
saperlo, ma dobbiamo pensare che oggi stiamo vivendo una rivoluzione integrata,
dove la tecnologia automatizza molte attività che convivono in un sistema
gestionale globale dove la logistica è in forte evoluzione e, se gli studi sono
indirizzati a un’ottimizzazione sempre più globale, questa meta-rivoluzione può
portare moltissimi benefici per l’ambiente che, non dimentichiamolo, è l’unico
che abbiamo.
Claudio Fiorentini
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