Fabio Dainotti
LA CORRIERA AZZURRA
Recensione di Enzo Concardi
Affinché
il lettore possa comprendere a pieno la peculiarità di questa pubblicazione di
Fabio Dainotti, è opportuno riportare la sua ‘nota’ in fondo al libro, nella
quale spiega che si è impegnato alla rielaborazione postuma dei suoi testi
giovanili, quasi una autoanalisi critica ecdotica: “La presente raccoltina
contiene poesie scritte a sedici anni e dintorni, e non comprese in precedenti
raccolte: alcune di esse, andate smarrite, sono state successivamente da me
ricostruite con uno sforzo di memoria. Mi è capitato quello che avvenne dei Canti
orfici di Dino Campana, ma non ho avuto la forza del poeta di Marradi, che
era un genio e riuscì a riscriverli da capo. Inoltre il tempo trascorso nel mio
caso è notevole: più di cinquant’anni. A volte il tentativo di ricordare ha
fatto riemergere solo l’incipit di una lirica; è questa la ragione della
presenza di puntini sospensivi e di molte composizioni di un solo verso”. Da
ciò possiamo trarre diverse considerazioni utili ai fini dell’analisi critica. La
corriera azzurra, in senso cronologico, è l’ultima sua opera edita (2021),
ma contiene testi risalenti al periodo 1964-68, secondo le datazioni riportate
in calce alle liriche. Dovrebbe e deve essere dunque ritenuta una esercitazione
letteraria giovanile, nonostante la ‘ricostruzione’ in età matura. Va collocata
allora prima di tutte le altre pubblicazioni, come ad esempio L’araldo nello
specchio (1996), Sera (1997), La Ringhiera (1998), Un
mondo gnomo (2002), Ora comprendo (2004) o Poesie controcorrente (2020).
Ciò che ci propone Fabio Dainotti è in
sostanza un viaggio nella memoria, a ritroso nel tempo personale, per
riscoprire e rivisitare la leopardiana età più bella, che tutti ricordiamo con
nostalgia. È il
sorgere di un desiderio che nasce dall’attrattiva di sapere ‘come eravamo’,
dopo una vita vissuta intensamente, nella quale abbiamo magari deviato dagli
ideali di gioventù. Il fatto curioso per gli scrittori, in letteratura, è l’ambivalenza
del rapporto con i propri scritti ancora acerbi e in via di formazione: c’è chi
poi rinnega addirittura tutto quanto scritto agli esordi e c’è chi invece -
come il nostro autore – cerca di ridargli vita pubblicandoli. Si può capire
maggiormente la scelta del poeta se riportiamo quanto scritto in apertura della
prefazione da Luigi Fontanella: “Un minuscolo, precocissimo canzoniere d’amore
è questo libretto di Fabio Dainotti...”. È vero,
il tema principale è proprio quell’amore di cui si provano le prime emozioni in
età adolescenziale, emozioni che rimarranno per sempre dentro di noi e nella
teca della nostra memoria. Così la prima parte di La corriera azzurra, intitolata
Poesie d’amor profano, è appunto suddivisa ne Il primo amore (la
sua Rosetta); Altri amori e Prosopopea. Anche nella nota di Mario
Rondi a fine libro si legge: “Suscitano tenerezza questi testi giovanili di
Fabio Dainotti, dove l’amore è il nucleo centrale del pensiero: un amore
eterno, impavido, intessuto di dolcezza ed attenzione”.
La
corriera (così si usava chiamare una volta il pullman) di colore azzurro,
richiama già di per sé un’epoca di sapore romantico e crepuscolare, com’è in
gran parte la sua vena poetica. Le numerose citazioni inserite prima dei testi
indicano la preparazione culturale dell’autore e un riferimento a modelli
sicuri. “Cosa facevo / mentre si faceva la storia? / Semplicemente ti amavo”
(Izet Sarajlic, filosofo e poeta bosniaco): questa è la prima citazione che
indirizza tutto il libro. “Poesia, poesia, conforto estremo e solo; / pur
grande”: tale è il primo testo di Dainotti, rivelatore del suo amore per la
poesia. “L’angosciante questione / se sia a freddo o a caldo l’ispirazione”
(Eugenio Montale): problema da lui affrontato nella ricostruzione dei frammenti
giovanili. “Bajo el baranjo en flor” (Garcia Lorca) e il nostro: “Sotto il
mandorlo in fiore, / corriera azzurra, / dove sale al mattino, per scenderne,
il mio amore” (Sotto il mandorlo in fiore).
E si ritiene Schiavo d’amore, riportando il titolo di un romanzo di W.S.Maugham
e scrivendo la lirica Mildred, la protagonista femminile della storia. E
così via di questo passo … finché si giunge alla seconda parte – Poesie d’amor
sacro – dove spiccano Il bacio di Giuda (con citazione di Ernst
Bloch, che spiega il pensiero dell’autore: “Avanti marci tu, / non veduto,
Gesù”) e Le Dieu caché, il Dio amato ma nascosto, com’è il Dio della
Bibbia.
Enzo Concardi
Fabio Dainotti, La corriera azzurra, prefazione di Luigi Fontanella, Nota di Mario
Rondi, Fermenti Editrice, 2021, pp. 80.
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