OCCHI - di Rina Accardo
Tu vedi
attraverso i miei occhi.
Al culmine di un sentito
lucentezza brillano.
Nervose dita
abbracciano il vento
che già si posò su di te.
Fermagli fermano le mie onde
che già ti abbracciarono.
Scandagliano sogni
i tuoi occhi nei mei.
***
Muto presagio nel cuore della notte,
non voglio dormire.
A stento nei tuoi sogni,
per leggi incastonate a stella
irradiante sfrigolii di sensi intorpiditi.
Nel buio vedo,
ti vedo.
Ti vedo assopito.
Su cuscini sparsi hai smarrito
il tuo sogno più caro.
***
Ti vedo senza cercarti
ho eretto barricate.
- Occhi nuovi
tacciono.
Girotondo di affreschi,
ricordi infestati di grumo
bloccato nel ramo nascente
del giorno in essere.
***
Vederti conchiglia,
saperti di suono
ruvido, tocco di sfoci
ammannanti cupole altere,
sovrastanti il nucleo che brilla
di soave fermento.
***
Coglierti
alla stregua di un fiore
nel freddo di un mattino.
Coreografia di petali,
il vento spazza via tutto,
ma, come fiore, r-esisti
pe ‘l calore mio tra le dita.
Una serra le mie mani.
***
Ti ho scacciato dalla mente,
ho addormentato il tuo respiro,
il tuo viso
evanescente ho creato
in un sospiro,
ma ogni giorno
prepotente
soffi dentro alla mia vita.
Tu
mi esisti.
Sulla
poetica di Rina Accardo
La presenza, in Rina
Accardo, di un linguaggio poetico integro e sfaldato, infinito e finito allo
stesso tempo, rivela il desiderio di una profonda inquieta realizzazione che
induce il lettore a liberarsi di ogni scoria di passività.
Questo sforzo viene
ricompensato con il privilegio di respirare un’atmosfera rarefatta, di essere
partecipe della stessa ascensionale emozione, di viverne l’inseparabile
componente esistenziale.
Salvo
Ferlazzo
***
Si
denota in Rina la capacità di non esaurire l’incanto nella pura descrizione, ma
di sapere sottolineare quell’ addentrarsi nell’anima con onestà e generosità,
sondandone gli aspetti più intimi, più complessi, non tralasciandone la
psicologia ansiosa o commovente, nei turbamenti che infondono spessore al
verso.
L’Accardo
si cala, con coraggio, nel mondo dell’introspezione più ‘spietata’, non
risparmiandosi, non celandosi, e questo ce la rende vicina.
Gian Ruggero Manzoni
***
Tra le dita le parole poetiche di Rina Accardo danzano vellutate e penetranti. Tracciano sentieri non ancora immaginati, disvelando celati segreti.
Intuizione ed Immaginazione. Parola e Silenzio. Ascolto e Visione, modulano il ritmo dell’armonia di metafore e sensi.
C. VibrArte
***
I
versi giocano a mantenere la tensione: è come spiegare un fiore parlando solo
del prato in cui cresce, sperando che così facendo se ne possa intuire la
genesi prima di soffermarci sul perché dei petali.
La
poesia di Rina Accardo non etichetta e lascia pieno spazio alle sfumature
soggettive. Crea immedesimazione col suo evocare sentimenti, ma non è una resa
alla memoria, anzi si coglie un’energia che sprona.
Non
ci sono inganni di sorta: è un percorso
che si sposa al concetto puro di poesia, quello che richiede di entrare in
risonanza coi versi.
M.B.Balsamello
Il mio grazie a Nazario Pardini per la sua attenzione e sensibilità.
RispondiEliminaUn regalo questa pagina che so preparata con delicatezza estrema ...come fossero petali questi miei versi, da far vivere integri il più possibile per poterne recepire il profumo a lungo, e poi ...quando appassiranno conservarli con cura dentro un libro e ...e ...ricominciare a leggere e a scrivere :))
--- Ne approfitto per un saluto ai miei carissimi recensori che si sono espressi in maniera diretta permettendo così che mi conoscessi ancor più... Abbracci a tutti.