Nazario Pardini: LETTURA DI TESTI DI AUTORI CONTEMPORANEI.1990-2013
The Writer Edizioni. Milano. 2014. Pp. 776
Maria Grazia Ferraris
Ho letto con calma, senza fretta, come si conviene all’ampia
e varia antologia presentata, le pagine critiche di Nazario Pardini.
Una bella edizione, elegantissima e colta, e un grande
viaggio in terra di Leucade, la terra della poesia, da parte di un lettore
d’eccezione, che è poeta e critico
sapiente, un poeta che sa cogliere, con
l’humanitas che lo contraddistingue, anche nella tragicità del vivere
quotidiano, la leggerezza dell’altrove, il sostegno della storia, del pensiero
e del mito, in un volo che è in grado di approdare nell’isola della poesia,
insieme agli autori di cui si occupa: un itinerario prezioso con contributi,
prefazioni, recensioni, note critiche, dentro la poesia e la vita letteraria
autentica.
Molti sono gli scrittori che hanno avuto da Nazario Pardini
l’onore di una prefazione alle proprie opere o di commento autorevole e molti
anche coloro che si sono cimentati sulla
sua produzione letteraria, quella di un poeta dallo stile vibrante e lucido,
con una metrica elegante e musicale che regala sentimenti, equilibrio ed
armonia, pur nell’amara melanconia delle
cose passate.
La mente e la sensibilità di Pardini sono aperte,
disponibili, ricche di cultura e di empatia.
Empatia e
generosità. Per questo sa regalare al lettore momenti privilegiati di
riconoscimento personale, stabilendo un dialogo continuo con autori e
situazioni le più varie. L’emozione quindi, unita al sentimento, mai
disconosciuto, la parola come il filo
d’Arianna, sanno prendere il loro giusto
eppur sempre sfuggente posto.
L’Autore sa calarsi
nel testo con fiducia e curiosità
intellettuale, amplia via via il suo
orizzonte d’attesa ed apre un colloquio
di consonanze, richiami, affettività, volto a cogliere la bellezza del testo,
oltre che lo stile e la comunicazione.
La sua lunga
esperienza poetica ed artistica gli permette di entrare leggero nella lettura
del suo interlocutore, nel suo mondo, ritrovare le coordinate culturali di
riferimento che possono sfuggire a un lettore ingenuo o meno avvertito.
L’atto critico non è
operazione facile, semplice, di un lettore intuitivo eppur benevolo, né solo
dotta operazione concettuale, ma si sprofonda
nella memoria, disvelatrice:
non è solo ricordo guidato da Mnemosine, ma anello di congiunzione, che nel mezzo dell’espressione si accende e ci
conduce commossi fino alla consonanza epifanica finale. Ed il testo allora
rivive, due volte: per sé e grazie alla operazione di guida e di lettura
interpretativa che lo sorregge, lo svela.
Un augurio forte per
questo lavoro vigile, questa faticata e rigorosa critica letteraria, perché
possa a lungo far parlare di sé e del suo generoso Autore.
Maria Grazia Ferraris
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