venerdì 7 marzo 2014

SANDRA EVANGELISTI: "INEDITI"

NOTA CRITICA 
di 
Pasquale Balestriere


Un percorso interrotto, un filo spezzato. Il “tu” assente. Un “io”, neppure ancora dichiarato, emigrato in terza persona (“lei”), che cerca  nel sonno e nel sogno il “tu” irrimediabilmente perduto. Il filo, il segno, la guida.
Uno strappo/ferita da ricucire. “Un piccolo punto ogni sera” a suturare il dolore, ma “non viene bene il rammendo”.
“Il percorso” di Sandra Evangelisti è  la faticosa, interminabile elaborazione della sofferenza per una perdita, per un’assenza irreparabile,  (“la tela cede  e si allenta, / non riesce più a rammendare.”). Sandra Evangelisti sta nel mondo delle cose reali con la sua poesia viva e passionale. Qui, dolente. Ed è tesa, creatura e creatrice, a riannodare nell’atto poetico i fili dei ricordi, schermati con pudore  per conservarli intatti al riparo da sguardi indiscreti; per porli sull’altare di una devozione inconsumabile. Sull’ardente altare della memoria e della poesia.

Pasquale Balestriere




IL PERCORSO


Allora dove il percorso,
se il filo eri tu?
Per te dipanava matasse di seta
e trame di tela sottile al tramonto.
Sta ferma guarda  lo specchio.
Non riesce a sognare
è assente del tutto e chiede silenzio.
Ti cerca nel sonno
ha mani fredde e non si scaldano mai.
Ha i termosifoni accesi
ma è fredda e rigida.
La vedo partire la sera (potesse venire),
vederti toccarti
e tu in fondo alla strada che sale.
Non stacca la mente,
non ferma il suo corso
ti pensa in ogni momento di veglia,
vorrebbe  sentirti vicino.
Nel sogno ti vede
immagina il volto la voce.



*


Dove si riparano le ferite,
c’è un luogo apposta
per rattoppare gli strappi?
Cuce lentamente con ago e filo
come una sarta attenta
a punti sottili e uguali.
E’ faticoso e vede poco.
Gli occhi si ingannano:
le trame sottili non fanno per lei.
Dà un piccolo punto ogni sera
gelosamente per mantenere aperta la ferita
Guarisce meglio richiusa lentamente,
piccole gocce di sangue
cullano oblio del dolore che resta.
Avida nel cucire,
non abbonda nel filo
rammenda a poco a poco.

Gli occhi  stanchi,  dita sottili e ricurve
trama del cuore indurita,
non viene bene il rammendo
è faticoso ricostruire il tessuto
si invecchia non tiene
la tela cede  e si allenta,
non riesce più a rammendare.


Sandra Evangelisti (inediti)


1 commento:

  1. Ninnj Di Stefano Busà

    Una poetica matura e ben sincronizzata, quasi concreta, nella sua limpida e chiara realtà quotidiana. Quella della Evangelisti è una carrellata di versi ben costruiti che sanno il valore dell'intrinseco messaggio lirico, ricostruito e nobilitato da un percorso di elaborazione del dolore: dove si riparano le ferite/ c'è un luogo apposta/ per rattoppare gli strappi?/.../ Dà un piccolo punto ogni sera gelosamente per mantenere aperta la ferita/ Guarisce meglio richiusa lentamente,piccole gocce di sangue/ cullano oblio del dolore che resta."/..../è faticoso ricostruire il tessuto/ si invecchia non tiene/ la tela cede e si allenta,/ non riesce più a rammendare.
    Una poesia che ha dalla sua la lucida interpretazione dell'individuo, della sua storia di sofferenza e di lotta, nella quale si staglia come su un palcoscenico, la "piece teatrale" di un palcoscenio che si rimette alle piccole cose per anabolizzare le grandi amarezze, le contraddizioni, le ferite del vivere: "Non riesce a sognare/ è assente del tutto e chiede silenzio." Questa poetica s'intenda precursore di una filosofia che se non riesce a dominare gli eventi nefasti, riesce almeno a limitare i danni di un tormento che non viene mai sedato veramente, purtuttavia, nel "silenzio" si fa più distaccato dall'assillo caustico e informe di una vicenda che, può ricostruire con pudore e misura del giusto, la realtà quotidiana che afflige.
    Complimenti.

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