Maurizio Donte collaboratore di Lèucade |
op. 260
Vuoto
E si
distende ora nel vuoto cosmico
qui attorno, quell'ombra silenziosa
del mistero, che si dilata e avvolge
l'intero firmamento,
nell'orbita complessa di una vita
che viaggia sugli abissi siderali,
sfiorando l'infinito ad ogni istante.
Precario volo, il nostro, così breve,
sotteso da malombre e rare luci,
o da tenebre per coprire l'orlo
di un mare a tutti sconosciuto, e s'alza
la tempesta su di un tempo che allunga
le mani, nel tirare i nostri fili.
Sono perso e non trovo via d'uscita,
e chiamo, e grido al cielo quand'è scuro.
Mi risponde il fantasma del passato:
un sorriso che illumina la scena,
ma è breve, troppo breve, quell'istante
d'equilibrio che si crea tra l'amore
e il dispiacere. E si muta, al passare
d'un momento, l'oscuro divenire
del reale, che priva del sostegno
delle radici: quelle che trattengono
sempre ancorate al suolo le ragioni;
e s'incrina la speranza e il domani
s'oscura come polvere di sera.
qui attorno, quell'ombra silenziosa
del mistero, che si dilata e avvolge
l'intero firmamento,
nell'orbita complessa di una vita
che viaggia sugli abissi siderali,
sfiorando l'infinito ad ogni istante.
Precario volo, il nostro, così breve,
sotteso da malombre e rare luci,
o da tenebre per coprire l'orlo
di un mare a tutti sconosciuto, e s'alza
la tempesta su di un tempo che allunga
le mani, nel tirare i nostri fili.
Sono perso e non trovo via d'uscita,
e chiamo, e grido al cielo quand'è scuro.
Mi risponde il fantasma del passato:
un sorriso che illumina la scena,
ma è breve, troppo breve, quell'istante
d'equilibrio che si crea tra l'amore
e il dispiacere. E si muta, al passare
d'un momento, l'oscuro divenire
del reale, che priva del sostegno
delle radici: quelle che trattengono
sempre ancorate al suolo le ragioni;
e s'incrina la speranza e il domani
s'oscura come polvere di sera.
Maurizio Donte
grazie
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