Bianco frac
Sentire il silenzio delle ore della notte priva di sonno ti
rende partecipe di tutto ciò che si muove dentro e fuori. E tutto ingigantisce.
Vivere il cuore della notte mette una certa inquietudine. Dicono che le tre di
notte siano l'ora della morte...
Forse perché è a
quell'ora che il cuore cessa di battere? Chissà...però è un fatto che molti
sono i decessi avvenuti a quell'ora.
Dunque, io veglio, e non per stare sveglia e controllare
l'arrivo dell'ora fatale, no, io veglio proprio perché non dormo.
Come è silenzioso il silenzio della notte! Non ha niente a
che vedere con il silenzio tranquillo del riposino pomeridiano, soprattutto
quello estivo. E' vuoto inerte inutile ...
Mi muovo, sposto qualche oggetto, leggo le costole dei
libri, allineati e silenziosi anche loro negli scaffali, mi lascio andare anche
a qualche colpetto di tosse per sentire che c'è un po' di vita intorno...ma il
silenzio resta lì, compatto, impenetrabile, quasi un nemico invisibile che mi
sfiora il collo con alito di ghiaccio. Cerco una via di evasione, fuori dalla
portata delle mura ostili.
Sono davanti alla porta a vetri della terrazza. Guardo
fuori. Intravedo qualcosa che si muove nella conchina delle petunie. Si solleva. E' una cosa chiara, bianca
direi...sembra un'ala...Sì, è l'ala di un colombo, un comunissimo piccione, uno
di quei piccioni cittadini che i benpensanti vorrebbero sterminare perché portatori di malattie.
Ma bello! Si muove ancora, si solleva un po', come noi
quando ci giriamo nel letto per cercare la posizione più comoda. Ora lo vedo
abbastanza nitido al riflesso del lampione sotto casa: ha le estremità delle
ali tutte bianche.. Un piccione in frac! Ah che scoperta. Un piccione in frac che non dorme sotto la grondaia come
i comuni piccioni, non dorme neppure nella comoda conchina dei fiori. Un
colombo insonne, oppure uno in abito da sera in attesa di avventure notturne.
Insomma, una specie di damerino in elegante marsina ...
Ma la mia distrazione è di breve durata. Il silenzio mi
imprigiona nell'ora che passa...il silenzio mi culla sulla poltrona della Ikea,
avanti e indietro...avanti...
...indietro...
.Mi sento tutta silenzio.
Un silenzio di attesa.
E attendo.
Non dormo. E'
insonnia, ormai lo so. Ma non mi pesa più. C'è qualcuno che veglia con me.
Anzi, questo qualcuno sembra che sia lì proprio per me, per non farmi sentire
sola. Lì rimane fino all'alba.
E lì ritorna ogni notte.
Non è per caso, no, Bianco Frac viene proprio qui, viene a
dormire nella conchina delle petunie. Viene quando è quasi buio e se ne va
all'alba. Si potrebbe rimetterci l'ora dell'orologio, tenendo presente che di
giorno in giorno la luce si sposta di qualche secondo.
Chi non fosse
attento a questi piccoli-grandi
accadimenti in una vita vissuta tra le pareti domestiche, non arriverebbe mai a
conoscere il piacere di questi arrivi e partenze che scandiscono il tempo della
notte.
................
Passano i giorni..... le notti si fanno pian piano sempre
più lunghe , l'alba sempre più lontana...ma noi continuiamo il nostro colloquio senza parole.
Tu sei solo, amico mio, e anch'io lo sono, in questa grande
casa illuminata a giorno tutta la notte. Un po' chiudiamo gli occhi, e forse il
sonno è con noi, in altri lunghi momenti ci scambiamo le solitudini e le insonnie. Tu
muovi l'ala- forse ti fa male- io lascio la poltrona e mi affaccio a guardare
nel buio.
Ci sei.
Tu sei lì e attendi il primo chiarore per sollevarti in
volo.
Dove vai, compagno delle mie lunghe notti, dove ti posi
durante la giornata?
Dove ti portano le belle ali bianche, la tua candida
marsina?
Sei il mio colombo, ,in
elegante frac, dalle bianche code.. .Sei il Silenzio...
Un Silenzio in Frac!
Un silenzio di uno spessore diverso questa notte: il silenzio della Grande Attesa.
Perfino i bambini non vorrebbero dormire questa notte,
combattono con il bisogno di chiudere gli occhi per non perdersi il momento
magico.
-Verrà dalla finestra o dal camino? Forse dalla porta... anche se è chiusa, Lui è magico, può passare anche
attraverso il tetto...
Ah, Babbo Natale!
Quanti sogni...
Questa è la notte della Grande Attesa. Ognuno si aspetta
qualcosa dalla nascita del Bambino. E' la notte che prelude il giorno in cui
tutti si scoprono buoni, il giorno del pranzo importante con i figli che
ritornano in famiglia, i parenti dimenticati che telefonano da lontano, gli
auguri degli amici che non incontri più.
E' la notte dello scampanio delle chiese, degli abbracci
sul sagrato, dei baci frettolosi tra le sciarpe intorno al collo....
Io nel silenzio veglio. E attendo il passare delle ore,
ripassando nel cuore tutte le attese della vita. E sento il richiamo delle
campane, da lontano...da vicino... una festa!
Anche il cielo si è
vestito a festa: una grossa luna bianca e lucente illumina tutto. Sembra pieno giorno.
Dalla conchina dove fiorivano le petunie si solleva
qualcosa di luminoso: è il mio colombo in bianco frac..
No, è più grande..
molto più grande...e si solleva piano...
su ali leggere vaporose come piume...Si libra nell'aria, sempre più in
alto, sempre più in alto... nel cielo
splendente della Notte di Natale...
Edda Conte- Dicembre 2016
Ancora una volta la fantasia di Edda Conte ci trascina ai confini dell’onirico, che si veste di mistero, verso l’alto, l’armonia, la catarsi. E ci fa meditare. Meditazioni sul silenzio, sulla notte dell’insonnia, sul vuoto, sulla vita che passa, sulla solitudine, sull’attesa inerte che potrebbe dare senso alla vita…E nell’inganno della notte e del mancato sonno ..ecco l’ala di un colombo, un’ ala bianca diventa il simbolo, l’immagine del futuro immediato che ci aspetta: un colombo..in frac, in abito da sera. Anche lui insonne.
RispondiEliminaEd è la vigilia di Natale: il colombo in frac ..si solleva su ali leggere e vaporose confondendo realtà, poesia e sogno: una presenza che sa di mistero e consolazione.
In piedi,in un angolo della cucina,una tazza di tisana in mano,alla ricerca di una via di fuga dalle tensioni quotidiane.Voglia di rallentare,voglia di quiete,voglia di dare e ricevere altro dalla vita.
RispondiEliminaMi cade l'occhio su un post,leggo "bianco frac".Lo leggo.E lo rileggo improvvisamente invasa da quella pace che tanto desideravo,calata nella magica atmosfera di quella notte,placata dalla dolcezza di quella descrizione.Potere evocativo dello scrittore!!Grazie Edda.
Patrizia
A Babbo Natale, ahimè, abbiamo smesso di credere da molti molti anni...difficile sentire la magia del Natale, invasi da prodotti in tutti i supermercati a partire dai primi di novembre...invece Biano Frac, l'Angelo, il Colombo di Natale riporta in vita l'atmosfera, la spiritualità, la magia di questi giorni...ma l'Angelo compagno di notti insonni, guardiano di pace interiore ci accompagna ogni giorno dell'anno, per sentire e ricordare che siamo anche anima...molta anima...grazie Edda
RispondiEliminaLa notte, la veglia, il silenzio compatto, impenetrabile, lo definisce l'autrice, che quasi appare come un nemico, un nemico invisibile, il disagio di quelle ore, il desiderio di tirarsi fuori, di evadere e poi come per magia spunta il “bianco frac”, anche lui insonne, magari anche lui si sente solo. Ecco che il silenzio, non è più un nemico da combattere, tutto diventa più accettabile, è sollievo condividere con altri la propria insonnia, il proprio disagio, non si è più soli. Quasi come in un rapporto di complicità con l'altro, il colombo diventa il compagno delle notti, dei propri pensieri, della propria sofferenza. Ed infine ecco che è la vigilia di Natale e il bianco frac entra a far parte di una notte in cui tutto pare possibile, una notte magica, così il suo volo confonde la realtà con il sogno. Un storia che ci fa riflettere, una prosa che diventa ad ogni passo poesia, un racconto da leggere e rileggere per l'armonia e il senso di pace, per assaporne l'intensità e il trasporto trasmesso. Complimenti all'autrice e grazie, Stefania
RispondiEliminaQuattro commenti, quattro consensi per il mio racconto, e la consapevole partecipazione ai pensieri di una notte di veglia...
RispondiEliminaIn fondo , lo considero uno scambio di auguri per la prossima notte di Natale. Ringrazio di cuore.
Edda Conte.
Edda Conte innesta il suo silenzio ontologico nella solitudine di un ambiente tanto familiare quanto pressantemente ossessivo.
RispondiEliminaIl suo desiderio di evasione totale si incide chiaramente nella naturalità di un piccione elegante "essere" di compagnia paradossalmente notturna. Tra l'insonnia aggressiva ed inquietante e la formidabile liricità narrativa, l'autrice si confessa alla natura sorridendo e compiacendosi di un 'altro momento vissuto. L'appagamento artistico di sé si completa quindi nella struttura di tutto il suo eccellente "corpus" creativo.
Marco dei Ferrari
Molto interessante questo intervento di Marco dei Ferrari. Prescindendo dal valore letterario intrinseco del racconto, si estende a dimostrazione di una profonda conoscenza della mia scrittura.
RispondiEliminaUn sincero grazie.
Edda Conte.
Un racconto magico dal sapore Natalizio. Realtà e fantasia si mescolano in un cocktail surreale. Il bisogno di rendere la statica realtà, in un momento speciale. La creatività e la voglia di vivere, riescono a trasformare la solitudine e l'insonnia in una notte incantata. Perché le persone come Edda, hanno la bacchetta magica come le fate. E lei è la fata scrittrice, che sa comunicare al mondo i suoi sogni. Allora tutto diventa più leggero. Grazie Edda, la tua amicizia è per me un dono immenso. Serenella Menichetti.
RispondiEliminaUn silenzio “nemico” quello che mirabilmente ci descrive Edda Conte, un silenzio che “mette una certa inquietudine…vuoto inerte inutile... compatto, impenetrabile, quasi un nemico invisibile che sfiora il collo con alito di ghiaccio”. Come non riconoscersi in queste sensazioni? Quante volte le abbiamo provate durante notti insonni, attanagliati da angosciose preoccupazioni, da incontenibili dispiaceri, da assenze che nelle ore notturne diventano fragorose? Il silenzio può essere compagno benigno ma anche spietato nemico. Eppure, è sufficiente la presenza di una qualunque creatura, in questo caso un colombo dalle ali bianche, per stemperare il vuoto della solitudine dal silenzio esaltato, l’angoscia che esso porta con sé. Una creatura con la quale condividere quelle solitarie, insonni ore notturne, una creatura che la scrittrice aspetta ogni notte con ansia e che vede arrivare con gioia, una creatura che vola via all’alba, dopo che ha assolto al suo ruolo di compagna benefica. “Ma bello! … Non dormo. E' insonnia, ormai lo so. Ma non mi pesa più. C'è qualcuno che veglia con me. Anzi, questo qualcuno sembra che sia lì proprio per me, per non farmi sentire sola. Lì rimane fino all'alba. E lì ritorna ogni notte.” Quanta fanciullesca e allegra meraviglia in queste parole!
RispondiEliminaE da biologa e animalista mi piace pensare che questa creatura simboleggi la Natura, che allevia l’angoscia notturna della scrittrice; la Natura, anch’essa come il silenzio, amica e nemica dell’uomo. O dovremmo dire “vittima” dell’uomo? Non sfugge alla sensibilità di Edda Conte questo aspetto, quando osserva: “uno di quei piccioni cittadini che i benpensanti vorrebbero sterminare perché portatori di malattie.” E la Natura può ben esserci amica, compagna, sorella se solo ci lasciassimo avvolgere dal suo caldo abbraccio, se solo avessimo per essa occhi diversi, se in silenzio riuscissimo con essa conversare: “…noi continuiamo il nostro colloquio senza parole”. Quanto mi ritrovo in quello che dici, Edda cara!
E in questa atmosfera di gioiosa condivisione, ritorna bambina la scrittrice, e vive quelle ore notturne come l’eccitante, trepidante attesa di Babbo Natale. Un vero miracolo della Natura, appunto.
Ester Cecere
Un’aria magica , quella che Edda riesce ad evocare in questo racconto , un’evocazione alla serenità pur in una notte in cui l’insonnia potrebbe Trascinare in un vicolo buio. Invece ancora una volta Edda ci trasporta in un’ atmosfera di contemplazione e insieme di consapevolezza della vita , anche nei momenti di solitudine
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