Francesco Casuscelli, collaboratore di Lèucade |
Franceso
Casuscelli dedica una poesia al poeta Sbarbaro. E lo fa con un verso di
euritmica musicalità pronto ad accogliere le emozioni che
nascono dalla lettura del suo canto: "Ora leggendo i tuoi versi rivedo/
sulle rocce l’incanto dei fiori ocra”. Una poesia scaturita da un animo intriso
di memorie e di cromie loquaci. Si ritorna spesso sui luoghi della nostra
fanciullezza, e certe sfumature si godono con una diversa sensibilità. Sarà l’età
che passa. Saranno le emozioni che crescono. Sarà che l’animo si fa più
sensibile. Sarà perché facendosi poeti si può accogliere con più simbologia
l’impatto coi fiori e coi loro profumi. Il fatto sta che certi luoghi e certe
sfumature, ora, si contornano di immagini rimaste a riposare da tempo dentro di
noi. Ed ecco Sbarbaro il poeta che illuminò il Nostro in altre primavere, e che
in altre primavere non seppe penetrare a fondo nei meandri della sua giovane
età; il poeta Sbarbaro assume un significato più ampio; un significato che si
estende ad un memoriale che torna vivo e sapido di incoscienze, di frettolosi
sguardi: la vista si accosta ai versi
con un approccio che va oltre. Come oltre andava quello del poeta amato:
“Immerso, permeato dentro la natura/ sapeva cogliere con passione/ non solo i
licheni ma tutto ciò/ che armonizzava con l’anima/ in quello sguardo verso
l’azzurro/ del cielo”. Come quello di un poeta che sapeva cogliere da un filo
d’erba la pluralità dell’universo: “vedeva oltre l’angusto mondo/ abile a
perdere il cuore trepidante/ nell'accarezzare un filo d’erba”.
Nazario Pardini
L’estroso
fanciullo
A Camillo
Sbarbaro
Un cieco mi
par d’essere, seduto
sopra la sponda
d’un immenso fiume.
Ora
leggendo i tuoi versi rivedo
sulle rocce
l’incanto dei fiori ocra,
quando
piccolo guardavo rapito
i contorni
ricamati dei licheni.
L’arida
sterpaglia non offriva altro
nel freddo
inverno, solo una siepe
di ginestra
mi proteggeva dal vento.
Mi colse
tardivo il fascino
per
l’estroso fanciullo, intimo poeta
ahimè
dimenticato, ma alto
dal tocco
sensibile e contagioso
con una
delicatissima emotività.
Un uomo
alternativo resistente,
virtuoso
nel suo essere assente
eppure
espressivo nel suo cantare
l’emozione
delle sue sciocche lacrime.
Viveva
solitudini domestiche
un mondo
minimo di sofferenza
amato come
se non fosse famiglia
Immerso,
permeato dentro la natura
sapeva
cogliere con passione
che armonizzava
con l’anima
in quello
sguardo verso l’azzurro
del cielo,
come quello del mare
vedeva
oltre l’angusto mondo
abile a
perdere il cuore trepidante
nell'accarezzare
un filo d’erba
Francesco Casuscelli
Un omaggio a Camillo Sbarbaro: grazie per il ricordo di questo poeta che sa riscoprire il valore delle cose semplici, dei profumi, della natura e riempirsi gli occhi e la mente di silenzi, una voce fuori dal coro degli intellettuali contemporanei che preferivano celebrare l’angoscia esistenziale, il nulla, la mancanza di senso nel vivere .Lui che crebbe rimanendo eternamente un "animo fanciullo" e che s'incantava alla vista di un fiore pur con la sua natura di botanico scrupoloso e che per passione faceva collezione di licheni...I licheni: l’ espressione di adattamento estremo della natura alle condizioni più proibitive.
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