Pietro Rainero, collaboratore di Lèucade |
Q.I. contro
Q.I.
Gli energici soffi del vento gonfiavano le grandi vele
bianche del brigantino.
Ormai la meta era in vista, all'orizzonte.
Gli occhi di Ivan scrutavano i contorni dell'isola, contorni
che si potevano ormai distinguere nitidamente.
L'istante successivo Ivan Melenowski si rivolse al compagno:
“Bene, caro Malinowski, in serata sbarcheremo alle Trobiand,
per questa nuova avventura”
“Certo, amico mio, sono felice che Lei si sia fatto coinvolgere
in questa nuova campagna di osservazioni. Sono contento di averla con me:
inaugureremo un nuovo modo di fare antropologia, saremo studiosi sul campo,
simili a camaleonti che si mimetizzano.
Le isole Trobiand, cari lettori, sono un arcipelago di
atolli corallini ubicato al largo della costa orientale della Nuova Guinea e,
in quell'istante, Ivan Melenowski e Bronislaw Malinowski erano a poche miglia
da Kiriwina, la maggiore delle isole.
Melenowski e Malinowski, c'è forse un errore di stampa?
No! Chiariamo subito questo punto. Ivan Melenowski era uno dei più brillanti giovani matematici russi.
Estremamente gentile e con la testa tra le nuvole, era stato una continua fonte
di stupore per i suoi compagni di classe ed i suoi insegnanti. Quando arrivava
a casa da scuola aveva già completato mentalmente i compiti durante il
tragitto. Con la sua sbalorditiva memoria fotografica era in grado di ricordare
con facilità la pagina ed il punto esatto di frasi lette anni prima.
Di Malinowski, invece, forse avrete già sentito parlare. Era
un antropologo, con una specifica formazione professionale, avendo studiato
alla London School of Economy con Westermark
e Seligman ed essendosi tenuto in costante contatto con due famosi
scienziati di Cambridge e, al momento della nostra storia, aveva già
soggiornato per brevi periodi sull'isola di Mailu, facendo sporadiche visite al
villaggio dei Baluba Baluba, gli indigeni di quei luoghi.
La nuova campagna di studi, tirata in ballo nel discorso di
Malinowski, consisteva in una ricerca etnografica appunto sull'isola Kiriwina,
a 8 gradi e mezzo di latitudine sud e
151 gradi di longidudine est, abitata dal popolo degli Ubuntu Ubuntu.
Questo popolo aveva usanze, diremmo noi, un poco
stravaganti: ci si poteva sposare, ad esempio, solo con persone non inferiori
al quarto grado di parentela ma non superiori al sesto, e lo sposo doveva,
durante la cerimonia con scambio di anelli e doni vari, rispondere a quesiti di
logica.
Se non riusciva... beh.. niente nozze!
Dopo i pranzi di tutti i giorni dell'anno i maschi della
tribù si ubriacavano ignominiosamente ingurgitando acquavite, e si mettevano a
scagliar frecce all'impazzata per ogni dove, senza ritegno, costringendo chi
voleva tenersi al riparo dai dardi ed aveva a cuore la propria incolumità,
generalmente la totalità di donne e bambini, a starsene rintanato tutto il
pomeriggio nelle capanne, fino a sera inoltrata. Verso le sei del pomeriggio
gli arcieri, forse anche perché sopraffatti dall'alcool, si addormentavano e
molti di essi saltavano la cena, mantenendo un fisico magro, una linea
invidiabile.
Insomma... come vedete una popolazione interessante da
studiare!
Ed infatti i nostri due amici, l'antropologo ed il
matematico, stavano per sbarcare dalla nave per conoscerli meglio.
“Lei è già famoso, ancorché giovane, vero?”
“Sì, insegno all'Università Lomonosov di Mosca, ed anche
all'Istituto Politecnico di Minsk, ed ho dimostrato 29 nuovi teoremi. Sono uno
specialista di teoria dei numeri”
“Chissà che quoziente di intelligenza avrà, allora!”
“Non lo so, non l'ho mai misurato. E Lei, Malinowski?”
“Io sono un genio. Ho un Q.I. di 184”
“Complimenti!” si
congratulò Ivan, non tanto convinto comunque di questo tipo di misurazione, non
fidandosi degli psicologi.
“Grazie! Come Le dicevo, mio giovane e caro amico, dovremo
essere perfettamente in sintonia con l'ambiente esotico che circonda gli Ubuntu
Ubuntu, dovremo creare un miracolo vivente di empatia, tatto, pazienza e cosmopolitismo, e con la
nostra intelligenza non dubito minimamente che ci riusciremo.
Voglio mettere in pratica ciò che ho pensato dopo la mia
esperienza a Mailu: più vicino al villaggio si vive e meglio si riesce ad
osservare gli indigeni. E noi vivremo appunto nel villaggio!
Voglio effettuare una ricerca il più possibile oggettiva, collocandomi
in mezzo a loro, partecipando, interagendo. Dovremo, caro Ivan, stare con gli
altri senza dimenticare il nostro mestiere, osservandoli. Dovremo fare una osservazione
partecipante!
Questa, l'osservazione partecipante, a mio parere sarà una
pietra miliare dell'etnografia, diverrà uno dei maggiori contributi
dell'antropologia alle scienze umane”
E questa osservazione partecipante, caro lettore, che ha
fatto diventare l'etnografia una pratica intensiva di ricerca, caratterizzata
dalla lunga durata dei soggiorni nei villaggi, cioè sul campo di ricerca, e
dall'apprendimento della lingua nel tentativo di giungere vicino quanto più
possibile al significato culturale dell'esperienza delle persone studiate,
questa osservazione partecipante doveva, negli intenti di Malinowski, fare i
primi passi proprio con questo sbarco alle Trobiand.
Seguiamo dunque ora
anche noi i due personaggi, stando però ben attenti a non farci notare né da
loro né dagli indigeni dell'isola, per non perturbare il loro normale comportamento
e le loro usanze quotidiane.
“Cosa sappiamo degli Ubuntu Ubuntu?” chiede il giovane,
talentuoso matematico.
“Caro Ivan, un mio collega che ha trascorso qui tre
settimane, un paio d'anni or sono, li ha descritti in un suo libro come
indigeni molto socievoli, retti da una democrazia. C'è un Presidente del
Villaggio, eletto ogni 5 anni. Sono sempre allegri, forse perché ogni
pomeriggio si ubriacano e scagliano frecce da tutte le parti fino a sera,
mirando a qualsiasi cosa in movimento. Le donne ed i bimbi stanno rintanati
nelle capanne. Ed anche noi, Ivan, dovremo comportarci come loro, per
garantirci l'incolumità. Non oso pensare quale possa essere la mira di un
Ubuntu Ubuntu completamente ubriaco!! Per i prossimi 24 mesi passeremo i
pomeriggi nella nostra tenda, uscendo poi alla sera per partecipare alla cena
comune ed alle cerimonie religiose e i balli eseguiti sul far della notte”
“Mi consola che al mattino potremo muoverci liberamente tra
le capanne parlando con i nativi e studiando i loro costumi”
“Certo! Siamo quasi arrivati al villaggio, vede? Andiamo a
parlare col loro Presidente”
“Vada piano, perché questa tenda ripiegata è pesante sulle
spalle, non riesco a camminare veloce”
I due nostri nowski (Mali e Mele) arrivano al centro del
gruppo di capanne, giusto una dozzina o poco più, collocate a circolo in uno
spiazzo nel mezzo della folta vegetazione, tra gli sguardi increduli di donne,
guerrieri e bambini. Su di una specie di poltrona di pelle di daino, vicino al
fuoco al centro del villaggio, sta seduto un uomo dall'apparente età di una
trentina d'anni, con lo sguardo fiero. In viso e nelle scure pupille gli si
legge tutto il suo coraggio e la totale mancanza di timori.
L'antropologo, facendo un evidente inchino, si rivolge a
lui, ritenendolo ovviamente il capo ( scusate, il Presidente: regna la
democrazia in quella tribù).
“Eccellentissimo, magnifico Presidente, io ed il mio amico
chiediamo umilmente ospitalità al Vostro pacifico popolo per le prossime 24
lune”
“Arrestateli subito!”
ordina il tizio seduto in poltrona.
Quattro o cinque nerboruti indigeni circondano i due
arrivati e li immobilizzano.
“Ma...ma...” balbetta Malinowski.
“Metteteli nella pentola ed accendete il fuoco” ordina
ancora il tipo seduto.
“Ci deve essere un
errore” riesce finalmente a pronunciare l'etnografo “Voi siete un popolo
pacifico e democratico”
“Non dallo scorso settembre” lo corregge il capo della tribù
“da quando ho rovesciato la democrazia e preso il potere. Io sono il re Haka
I°, e non sono affatto affabile, glielo assicuro!”
“Ma non potette ucciderci, non potete farci bollire!”
“E perché no? La carne umana è deliziosa, semplicemente
squisita! Non trova anche Lei che le prospettive culturali a proposito del cibo
siano contrastanti? L'usanza induista di non mangiare le vacche per gli
occidentali è stupida, ma gli stessi occidentali reputano disgustosa l'usanza
cinese di mangiare i cani. A loro volta, gli induisti ritengono barbara la
strage di bestiame compiuta dagli occidentali
ed i cinesi considerano ridicolo il disgusto per il cane. Gli eschimesi
sono chiamati così dagli algonchini, i loro vicini, con un termine che
significa mangiatori di carne cruda, mentre essi stessi invece si chiamano
inuit, cioè uomini. L'etnocentrismo è un atteggiamento che porta a giudicare i
modi di comportarsi, le credenze ed il sapere degli altri nei termini dei
propri valori e della propria tradizione culturale. E' il principale fattore
che blocca la comprensione tra i popoli.
Perché, ci si domanda, loro non mangiano il cibo che
mangiamo noi, si vestono in modo diverso e agiscono in modo diverso? Ma Lei
tutto questo dovrebbe saperlo, non fa l'antropologo?”
Dopo questa profonda lezione impartita da Re Haka I° ad un
costernato Malinowski, due aborigeni accendono un fuoco sotto la grande pentola
piena d'acqua nella quale sono stati immersi i due occidentali.
Solo la loro testa fa capolino appena sopra il livello
dell'acqua, che sta per intiepidirsi.
Frattanto gli abitanti del luogo incominciano ad intonare un
divertente canto, del quale mi rincresce non riuscire a trascrivere la musica,
ballando in cerchio attorno al
pentolone.
“SIAMO GLI UBUNTU UBUNTU
PATAPA' PATAPA' PATAPA'
SON DUE GLI OCCIDENTALI
FINO A TRE SAPPIAM CONTARE.
CENIAMO ORA, DI SERA
CONDENDO I DUE INTRUSI.
UNA VERA PRELIBATEZZA
DEL NOSTRO CHEF ALL'ALTEZZA.
MANGIAMO L'ANTROPOLOGO
COL SUGO BELLO UNTO.
SIAMO GLI UBUNTU UBUNTU”
A questo punto il capo della tribù dice:
“Non è comunque del tutto sbagliata l'affermazione che la
nostra sia una popolazione magnanima.
Ed io, quale Re di questo popolo, voglio offrirvi un'ancora
di salvezza: vi sottoporrò ad una prova, se la supererete sarete salvi e
acconsentirò a che possiate lasciare il villaggio”
“Di che si tratta?” chiede un interessato Ivan, finora
rimasto muto.
“Vi somministrerò un problema di logica”
“Bene” afferma Malinowski “con i nostri elevati quozienti
intellettivi non dubito che riusciremo a cavarcela”
“E' un quesito che abbiamo imparato dai popoli maori. Il
gioco si chiama Q.I. contro Q.I. e mi pare proprio adatto a voi due. Le
vostre due menti si scontreranno per dare la soluzione, un Q.I.
contro l'altro, ed inoltre la domanda verte sulle popolazioni, dunque
sull'antropologia.
Ecco di cosa si tratta: un gruppo di abitanti di un paese A emigra
nel paese B.
Prima domanda: è possibile che il livello intellettivo
dei due paesi aumenti?
Dopo questo, un gruppo di abitanti del paese B (fra i quali
ci possono essere anche alcuni già emigrati da A) emigra nel paese A.
Seconda domanda: è possibile che il livello intellettivo
dei due paesi aumenti di nuovo?
Ora un altro quesito: un gruppo di abitanti è emigrato
dal paese A al paese B ed un altro gruppo dal paese B al paese C. Questo ha
fatto aumentare il quoziente di intelligenza di ciascuno dei tre paesi. In
seguito i flussi migratori cambiano di direzione e un gruppo di abitanti è emigrato
da C verso B ed un altro gruppo da B verso A.
Terza domanda: è possibile che il livello intellettivo di
ciascun paese sia aumentato ancora dopo questa seconda migrazione?
Chi di Voi risponderà per primo ad almeno due domande potrà
lasciare l'isola, potrà emigrare”
Mentre Bronislaw Malinowski incomincia a concentrarsi sulle
domande, Ivan, dopo pochi secondi dice:
“La risposta alla prima domanda è affermativa. Posso fare un
disegno?”
“Dategli un ramo” ordina il Re.
Ivan prende il pezzo di legno e traccia sulla polvere questa
figura, rappresentando con un numero il quoziente di intelligenza di ogni persona e
commentando:
Ecco un esempio. La nazione A possiede 5 abitanti, come il paese B. All'inizio la media del Q.I. del primo paese è 100, e del secondo 90. Poi il signore con quoziente 96 emigra nel secondo paese, e dunque la media del paese A aumenta, diventando 101. La nazione B acquista un membro più intelligente di tutti gli altri abitanti, che ovviamente aumenta la media, portandola, nel mio esempio, a 91.
Quindi la cosa è possibile”
“Bravissimo, Lei è proprio bravo: ha dato la risposta
corretta. Potete pensare alle altre due domande” disse il Re, confermando che
la prima cosa era possibile.
Mezzo minuto dopo, mentre Malinowski cerca il bandolo della
matassa per districare il secondo punto della prova, Ivan se ne esce
affermando:
“Non è possibile che il livello del quoziente medio di
intelligenza dei due paesi aumenti. La risposta alla seconda domanda è
negativa. La ragione di ciò è che se una persona (od un gruppo) che si trasferisce da A a B aumenta entrambi i
livelli medi, è perché la media di A è maggiore di quella di B, e
tale rimane anche dopo che la persona è emigrata, perché il suo Q.I. è
minore di quello medio di A, e fa aumentare quello medio di B ma non tanto da
arrivare al suo, poiché quest'ultimo è maggiore della media di B. Dopo, per
poter aumentare i due livelli di nuovo dopo il trasferimento bisogna che il
gruppo che si sposta abbia una media minore di quella di B, per aumentarla,
ma allora sarà anche minore di quella del paese A, e quindi non aumenterà
quest'ultima, anzi la diminuirà. Dunque è impossibile” E Ivan disegna questa
immagine, rappresentando in verticale il livello di Q.I. e con una linea
orizzontale la media del livello della nazione.
“Esattissimo. Lei è proprio portato per questi ragionamenti.
Complimenti! Le è consentito uscire dalla pentola e lasciare la nostra isola.
Mumba Teh, accompagna il giovane russo fino alla spiaggia dove è ancorata la
sua nave. In quanto a Lei, caro antropologo, voglio darle un'ulteriore chance:
se risponderà al terzo quesito libererò anche Lei”
E mentre Bronislaw Malinowski si rimette a riflettere
disturbato dall'elevata temperatura dell'acqua, ormai prossima all'ebollizione,
Mumba Teh, uno dei più valorosi guerrieri Ubuntu Ubuntu, aiuta Ivan ad uscire
dal pentolone e lo scorta gentilmente verso la spiaggia di sabbia bianca dove
il brigantino è ancora all'ancora, dovendo ripartire la mattina seguente.
I due procedono silenziosi fin quasi alla piccola spiaggia
dove, nelle vicinanze del mare, Mumba Teh dice:
“Chissà se la risposta alla terza domanda è positiva”
“Sì, è positiva, è sufficiente che A e C abbiano dei livelli
piuttosto elevati e B invece un livello piuttosto basso, ma con due geni nella
sua popolazione, come per esempio Bronislaw Malinowski e il Re Haka I°. E sono
anche sicuro che il mio amico etnografo, con il suo Q.I. elevato, escogiterà
sicuramente la soluzione prima di incominciare a bollire” risponde con un
sorriso Ivan.
“Ma il nostro Re è veramente molto intelligente!”
“Non lo metto assolutamente in dubbio, e Lei, Mumba Teh, ha
mai fatto il test del Q.I.?”
“No, non l'ho mai fatto”
“Dovrebbe farlo, invece. Magari scopre di non essere poi
così tanto male!”
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