martedì 1 maggio 2018

PIETRO RAINERO: "Q. I CONTRO Q. I", RACCONTO



Pietro Rainero,
collaboratore di Lèucade

                       Q.I.  contro  Q.I.

Gli energici soffi del vento gonfiavano le grandi vele bianche del brigantino.
Ormai la meta era in vista, all'orizzonte.
Gli occhi di Ivan scrutavano i contorni dell'isola, contorni che si potevano ormai distinguere nitidamente.
L'istante successivo Ivan Melenowski si rivolse al compagno:
“Bene, caro Malinowski, in serata sbarcheremo alle Trobiand, per questa nuova avventura”
“Certo, amico mio, sono felice che Lei si sia fatto coinvolgere in questa nuova campagna di osservazioni. Sono contento di averla con me: inaugureremo un nuovo modo di fare antropologia, saremo studiosi sul campo, simili a camaleonti che si mimetizzano.
Le isole Trobiand, cari lettori, sono un arcipelago di atolli corallini ubicato al largo della costa orientale della Nuova Guinea e, in quell'istante, Ivan Melenowski e Bronislaw Malinowski erano a poche miglia da Kiriwina, la maggiore delle isole.
Melenowski e Malinowski, c'è forse un errore di stampa?
No! Chiariamo subito questo punto.   Ivan Melenowski era uno dei più brillanti giovani matematici russi. Estremamente gentile e con la testa tra le nuvole, era stato una continua fonte di stupore per i suoi compagni di classe ed i suoi insegnanti. Quando arrivava a casa da scuola aveva già completato mentalmente i compiti durante il tragitto. Con la sua sbalorditiva memoria fotografica era in grado di ricordare con facilità la pagina ed il punto esatto di frasi lette anni prima.
Di Malinowski, invece, forse avrete già sentito parlare. Era un antropologo, con una specifica formazione professionale, avendo studiato alla London School of Economy con Westermark  e Seligman ed essendosi tenuto in costante contatto con due famosi scienziati di Cambridge e, al momento della nostra storia, aveva già soggiornato per brevi periodi sull'isola di Mailu, facendo sporadiche visite al villaggio dei Baluba Baluba, gli indigeni di quei luoghi.
La nuova campagna di studi, tirata in ballo nel discorso di Malinowski, consisteva in una ricerca etnografica appunto sull'isola Kiriwina, a 8 gradi e mezzo di latitudine sud  e 151 gradi di longidudine est, abitata dal popolo degli Ubuntu Ubuntu.
Questo popolo aveva usanze, diremmo noi, un poco stravaganti: ci si poteva sposare, ad esempio, solo con persone non inferiori al quarto grado di parentela ma non superiori al sesto, e lo sposo doveva, durante la cerimonia con scambio di anelli e doni vari, rispondere a quesiti di logica.
Se non riusciva... beh.. niente nozze!
Dopo i pranzi di tutti i giorni dell'anno i maschi della tribù si ubriacavano ignominiosamente ingurgitando acquavite, e si mettevano a scagliar frecce all'impazzata per ogni dove, senza ritegno, costringendo chi voleva tenersi al riparo dai dardi ed aveva a cuore la propria incolumità, generalmente la totalità di donne e bambini, a starsene rintanato tutto il pomeriggio nelle capanne, fino a sera inoltrata. Verso le sei del pomeriggio gli arcieri, forse anche perché sopraffatti dall'alcool, si addormentavano e molti di essi saltavano la cena, mantenendo un fisico magro, una linea invidiabile.
Insomma... come vedete una popolazione interessante da studiare!
Ed infatti i nostri due amici, l'antropologo ed il matematico, stavano per sbarcare dalla nave per conoscerli meglio.
“Lei è già famoso, ancorché giovane, vero?”
“Sì, insegno all'Università Lomonosov di Mosca, ed anche all'Istituto Politecnico di Minsk, ed ho dimostrato 29 nuovi teoremi. Sono uno specialista di teoria dei numeri”
“Chissà che quoziente di intelligenza avrà, allora!”
“Non lo so, non l'ho mai misurato. E Lei, Malinowski?”
“Io sono un genio. Ho un Q.I. di 184”
“Complimenti!”  si congratulò Ivan, non tanto convinto comunque di questo tipo di misurazione, non fidandosi degli psicologi.
“Grazie! Come Le dicevo, mio giovane e caro amico, dovremo essere perfettamente in sintonia con l'ambiente esotico che circonda gli Ubuntu Ubuntu, dovremo creare un miracolo vivente di empatia,   tatto, pazienza e cosmopolitismo, e con la nostra intelligenza non dubito minimamente che ci riusciremo.
Voglio mettere in pratica ciò che ho pensato dopo la mia esperienza a Mailu: più vicino al villaggio si vive e meglio si riesce ad osservare gli indigeni. E noi vivremo appunto nel villaggio!
Voglio effettuare una ricerca il più possibile oggettiva, collocandomi in mezzo a loro, partecipando, interagendo. Dovremo, caro Ivan, stare con gli altri senza dimenticare il nostro mestiere, osservandoli. Dovremo fare una osservazione partecipante!
Questa, l'osservazione partecipante, a mio parere sarà una pietra miliare dell'etnografia, diverrà uno dei maggiori contributi dell'antropologia alle scienze umane”
E questa osservazione partecipante, caro lettore, che ha fatto diventare l'etnografia una pratica intensiva di ricerca, caratterizzata dalla lunga durata dei soggiorni nei villaggi, cioè sul campo di ricerca, e dall'apprendimento della lingua nel tentativo di giungere vicino quanto più possibile al significato culturale dell'esperienza delle persone studiate, questa osservazione partecipante doveva, negli intenti di Malinowski, fare i primi passi proprio con questo sbarco alle Trobiand.
 Seguiamo dunque ora anche noi i due personaggi, stando però ben attenti a non farci notare né da loro né dagli indigeni dell'isola, per non perturbare il loro normale comportamento e le loro usanze quotidiane.
“Cosa sappiamo degli Ubuntu Ubuntu?” chiede il giovane, talentuoso matematico.
“Caro Ivan, un mio collega che ha trascorso qui tre settimane, un paio d'anni or sono, li ha descritti in un suo libro come indigeni molto socievoli, retti da una democrazia. C'è un Presidente del Villaggio, eletto ogni 5 anni. Sono sempre allegri, forse perché ogni pomeriggio si ubriacano e scagliano frecce da tutte le parti fino a sera, mirando a qualsiasi cosa in movimento. Le donne ed i bimbi stanno rintanati nelle capanne. Ed anche noi, Ivan, dovremo comportarci come loro, per garantirci l'incolumità. Non oso pensare quale possa essere la mira di un Ubuntu Ubuntu completamente ubriaco!! Per i prossimi 24 mesi passeremo i pomeriggi nella nostra tenda, uscendo poi alla sera per partecipare alla cena comune ed alle cerimonie religiose e i balli eseguiti sul far della notte”
“Mi consola che al mattino potremo muoverci liberamente tra le capanne parlando con i nativi e studiando i loro costumi”
“Certo! Siamo quasi arrivati al villaggio, vede? Andiamo a parlare col loro Presidente”
“Vada piano, perché questa tenda ripiegata è pesante sulle spalle, non riesco a camminare veloce”
I due nostri nowski (Mali e Mele) arrivano al centro del gruppo di capanne, giusto una dozzina o poco più, collocate a circolo in uno spiazzo nel mezzo della folta vegetazione, tra gli sguardi increduli di donne, guerrieri e bambini. Su di una specie di poltrona di pelle di daino, vicino al fuoco al centro del villaggio, sta seduto un uomo dall'apparente età di una trentina d'anni, con lo sguardo fiero. In viso e nelle scure pupille gli si legge tutto il suo coraggio e la totale mancanza di timori.
L'antropologo, facendo un evidente inchino, si rivolge a lui, ritenendolo ovviamente il capo ( scusate, il Presidente: regna la democrazia in quella tribù).
“Eccellentissimo, magnifico Presidente, io ed il mio amico chiediamo umilmente ospitalità al Vostro pacifico popolo per le prossime 24 lune”
“Arrestateli subito!”   ordina il tizio seduto in poltrona.
Quattro o cinque nerboruti indigeni circondano i due arrivati e li immobilizzano.
“Ma...ma...” balbetta Malinowski.
“Metteteli nella pentola ed accendete il fuoco” ordina ancora il tipo seduto.
 “Ci deve essere un errore” riesce finalmente a pronunciare l'etnografo “Voi siete un popolo pacifico e democratico”
“Non dallo scorso settembre” lo corregge il capo della tribù “da quando ho rovesciato la democrazia e preso il potere. Io sono il re Haka I°, e non sono affatto affabile, glielo assicuro!”
“Ma non potette ucciderci, non potete farci bollire!”
“E perché no? La carne umana è deliziosa, semplicemente squisita! Non trova anche Lei che le prospettive culturali a proposito del cibo siano contrastanti? L'usanza induista di non mangiare le vacche per gli occidentali è stupida, ma gli stessi occidentali reputano disgustosa l'usanza cinese di mangiare i cani. A loro volta, gli induisti ritengono barbara la strage di bestiame compiuta dagli occidentali  ed i cinesi considerano ridicolo il disgusto per il cane. Gli eschimesi sono chiamati così dagli algonchini, i loro vicini, con un termine che significa mangiatori di carne cruda, mentre essi stessi invece si chiamano inuit, cioè uomini. L'etnocentrismo è un atteggiamento che porta a giudicare i modi di comportarsi, le credenze ed il sapere degli altri nei termini dei propri valori e della propria tradizione culturale. E' il principale fattore che blocca la comprensione tra i popoli.
Perché, ci si domanda, loro non mangiano il cibo che mangiamo noi, si vestono in modo diverso e agiscono in modo diverso? Ma Lei tutto questo dovrebbe saperlo, non fa l'antropologo?”
Dopo questa profonda lezione impartita da Re Haka I° ad un costernato Malinowski, due aborigeni accendono un fuoco sotto la grande pentola piena d'acqua nella quale sono stati immersi i due occidentali.
Solo la loro testa fa capolino appena sopra il livello dell'acqua, che sta per intiepidirsi.
Frattanto gli abitanti del luogo incominciano ad intonare un divertente canto, del quale mi rincresce non riuscire a trascrivere la musica, ballando in cerchio  attorno al pentolone.
“SIAMO GLI UBUNTU UBUNTU
PATAPA' PATAPA' PATAPA'
SON DUE GLI OCCIDENTALI
FINO A TRE SAPPIAM CONTARE.
CENIAMO ORA, DI SERA 
CONDENDO I DUE INTRUSI.
UNA VERA PRELIBATEZZA
DEL NOSTRO CHEF ALL'ALTEZZA.
MANGIAMO L'ANTROPOLOGO
COL SUGO BELLO UNTO.
SIAMO GLI UBUNTU UBUNTU”
A questo punto il capo della tribù dice:
“Non è comunque del tutto sbagliata l'affermazione che la nostra sia una popolazione magnanima.
Ed io, quale Re di questo popolo, voglio offrirvi un'ancora di salvezza: vi sottoporrò ad una prova, se la supererete sarete salvi e acconsentirò a che possiate lasciare il villaggio”
“Di che si tratta?” chiede un interessato Ivan, finora rimasto muto.
“Vi somministrerò un problema di logica”
“Bene” afferma Malinowski “con i nostri elevati quozienti intellettivi non dubito che riusciremo a cavarcela”
“E' un quesito che abbiamo imparato dai popoli maori. Il gioco si chiama Q.I. contro Q.I. e mi pare proprio adatto a voi due. Le vostre due menti si scontreranno per dare la soluzione, un Q.I. contro l'altro, ed inoltre la domanda verte sulle popolazioni, dunque sull'antropologia.
Ecco di cosa si tratta: un gruppo di abitanti di un paese A emigra nel paese B.
Prima domanda: è possibile che il livello intellettivo dei due paesi aumenti?
Dopo questo, un gruppo di abitanti del paese B (fra i quali ci possono essere anche alcuni già emigrati da A) emigra nel paese A.
Seconda domanda: è possibile che il livello intellettivo dei due paesi aumenti di nuovo?
Ora un altro quesito: un gruppo di abitanti è emigrato dal paese A al paese B ed un altro gruppo dal paese B al paese C. Questo ha fatto aumentare il quoziente di intelligenza di ciascuno dei tre paesi. In seguito i flussi migratori cambiano di direzione e un gruppo di abitanti è emigrato da C verso B ed un altro gruppo da B verso A.
Terza domanda: è possibile che il livello intellettivo di ciascun paese sia aumentato ancora dopo questa seconda migrazione?
Chi di Voi risponderà per primo ad almeno due domande potrà lasciare l'isola, potrà emigrare
Mentre Bronislaw Malinowski incomincia a concentrarsi sulle domande, Ivan, dopo pochi secondi dice:
“La risposta alla prima domanda è affermativa. Posso fare un disegno?”
“Dategli un ramo” ordina il Re.
Ivan prende il pezzo di legno e traccia sulla polvere questa figura, rappresentando con un numero il quoziente  di intelligenza di ogni persona e commentando:

Ecco un esempio. La nazione A possiede 5 abitanti, come il paese B.  All'inizio la media del Q.I. del primo paese è 100, e del secondo 90. Poi il signore con quoziente 96 emigra nel secondo paese, e dunque la media del paese A aumenta, diventando 101. La nazione B acquista un membro più intelligente di tutti gli altri abitanti, che ovviamente aumenta la media, portandola, nel mio esempio, a 91.
Quindi la cosa è possibile”
“Bravissimo, Lei è proprio bravo: ha dato la risposta corretta. Potete pensare alle altre due domande” disse il Re, confermando che la prima cosa era possibile.
Mezzo minuto dopo, mentre Malinowski cerca il bandolo della matassa per districare il secondo punto della prova, Ivan se ne esce affermando:
“Non è possibile che il livello del quoziente medio di intelligenza dei due paesi aumenti. La risposta alla seconda domanda è negativa. La ragione di ciò è che se una persona (od un gruppo) che si  trasferisce da A a B aumenta entrambi i livelli medi, è perché la media di A è maggiore di quella di B, e tale rimane anche dopo che la persona è emigrata, perché il suo Q.I. è minore di quello medio di A, e fa aumentare quello medio di B ma non tanto da arrivare al suo, poiché quest'ultimo è maggiore della media di B. Dopo, per poter aumentare i due livelli di nuovo dopo il trasferimento bisogna che il gruppo che si sposta abbia una media minore di quella di B, per aumentarla, ma allora sarà anche minore di quella del paese A, e quindi non aumenterà quest'ultima, anzi la diminuirà. Dunque è impossibile” E Ivan disegna questa immagine, rappresentando in verticale il livello di Q.I. e con una linea orizzontale la media del livello della nazione.
“Esattissimo. Lei è proprio portato per questi ragionamenti. Complimenti! Le è consentito uscire dalla pentola e lasciare la nostra isola. Mumba Teh, accompagna il giovane russo fino alla spiaggia dove è ancorata la sua nave. In quanto a Lei, caro antropologo, voglio darle un'ulteriore chance: se risponderà al terzo quesito libererò anche Lei”
E mentre Bronislaw Malinowski si rimette a riflettere disturbato dall'elevata temperatura dell'acqua, ormai prossima all'ebollizione, Mumba Teh, uno dei più valorosi guerrieri Ubuntu Ubuntu, aiuta Ivan ad uscire dal pentolone e lo scorta gentilmente verso la spiaggia di sabbia bianca dove il brigantino è ancora all'ancora, dovendo ripartire la mattina seguente.
I due procedono silenziosi fin quasi alla piccola spiaggia dove, nelle vicinanze del mare, Mumba Teh dice:
“Chissà se la risposta alla terza domanda è positiva”
“Sì, è positiva, è sufficiente che A e C abbiano dei livelli piuttosto elevati e B invece un livello piuttosto basso, ma con due geni nella sua popolazione, come per esempio Bronislaw Malinowski e il Re Haka I°. E sono anche sicuro che il mio amico etnografo, con il suo Q.I. elevato, escogiterà sicuramente la soluzione prima di incominciare a bollire” risponde con un sorriso Ivan.
“Ma il nostro Re è veramente molto intelligente!”
“Non lo metto assolutamente in dubbio, e Lei, Mumba Teh, ha mai fatto il test del Q.I.?”
“No, non l'ho mai fatto”
“Dovrebbe farlo, invece. Magari scopre di non essere poi così tanto male!”

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