Lidia Guerrieri, collaboratrice di Lèucade |
Una poesia in ricordo del nostro mondo di
azzurrità e innocenza, di bimbi scalzi per i campi o per la strada. Bei
tempi... forse avremo avuto poco per certi versi, ma per altri no
davvero! Era un mondo speciale, il nostro mondo! Eravamo piccoli e
tutto ci appariva bello: non si faceva caso se i pavimenti erano
messi così così e in qualche mattone ci si inciampava, o se le travi
erano storte o se c'era tanto freddo... mi ricordo che per me era normale
gelare in casa… si sa… era inverno! Chi andava a pensare se in altre case
freddo ce n'era meno! Era così e basta. Lo stesso per il caldo d'estate. Si
soffocava a tetto… ma si sa... era estate! Si prendeva tutto per
normale e si accettava. Era proprio diverso il modo di vivere. La sera
d'estate la gente sedeva in circolo intorno all'uscio di quella che
abitava a piano terra... e quella era la televisione!! Le chiacchiere,
qualche centrino per chi ci vedeva bene nella luce del riquadro della
porta, qualcuno pisolava e noi ragazzetti a fare più chiasso che si
poteva. Siamo fortunati ad esserci stati, vero?
Lidia Guerrieri
CIELO DI LUCE E RONDINI
Cielo di luce e rondini ,
nello spazio sui cerri mentre l'ora
inclina nell' azzurro della sera;
la brezza trasparente che a Marina
faceva vele delle tende ai vetri
ed arrembava i travi irregolari.
E le rondini! Onde, alta marea
di rondinelle in festa.
Mi sfrecciavano a raso di finestra
sui fili della luce allora appesi
da casa a casa , e nel trillo vicino
si annegava il brusio dei passeggianti
di là dall'arco che scendeva al mare.
Le comari per strada,avanti gli usci
aperti alla frescura;
cerchi di sedie, pietre fresche d'acqua
e nonna mia col capo ciondoloni,
nel suo bianco letargo ; noi bimbetti
scalzi e vocianti intenti al nascondino.
Lassù, fra i tetti delle vecchie case
un gran fiume turchino in cui le stelle
si preparavano a salpare al largo.
nello spazio sui cerri mentre l'ora
inclina nell' azzurro della sera;
la brezza trasparente che a Marina
faceva vele delle tende ai vetri
ed arrembava i travi irregolari.
E le rondini! Onde, alta marea
di rondinelle in festa.
Mi sfrecciavano a raso di finestra
sui fili della luce allora appesi
da casa a casa , e nel trillo vicino
si annegava il brusio dei passeggianti
di là dall'arco che scendeva al mare.
Le comari per strada,avanti gli usci
aperti alla frescura;
cerchi di sedie, pietre fresche d'acqua
e nonna mia col capo ciondoloni,
nel suo bianco letargo ; noi bimbetti
scalzi e vocianti intenti al nascondino.
Lassù, fra i tetti delle vecchie case
un gran fiume turchino in cui le stelle
si preparavano a salpare al largo.
Lidia Guerrieri
Sì, Lidia mia, ci siamo stati e abbiamo vissuto la semplice felicità che descrivi. La magia era proprio in tutto quel mare in festa e tutta la freschezza, con la quale potevamo esserne protagonisti. Non solo bambini o adolescenti, figli di un tempo spensierato e libero, che oggi non viene dato in dote a nessuno.
RispondiElimina"Lassù, fra i tetti delle vecchie case
un gran fiume turchino in cui le stelle
si preparavano a salpare al largo".
Come commentare versi simili? Li leggo estasiata e penso, una volta di più, che le tue chiuse sono liriche in se stesse. Grazie di questo immenso tributo e un abbraccio.
Maria Rizzi