martedì 24 settembre 2019

IMPERIA TOGNACCI LEGGE: "L'ACQUA S'INFOSSA" DA I DINTORNI DELL'AMORE...



Caro Nazario,
dopo una permanenza di quasi tre mesi nella mia piccola casa verde situata sulle pendici dell'Amiata, sono rientrata, anche se malvolentieri, nella solitudine affollata della capitale.
Ad alleviare la tristezza è stato il prezioso dono del tuo libro, che ho trovato tra la posta ricevuta in questo periodo di assenza.
Nonostante i bagagli ancora chiusi, non ho resistito ad aprirlo  e leggere una poesia. Si è aperto alla pagina 90  e leggo: Defluisce l'acqua sonnolenta e muta / verso il vecchio mulino e nella sera / riflette l'aria del color di fuoco // e del limone. Poi giunta alla meta / s'infossa vana e scura, come spera  / di un cielo che è apparente e lascia il vuoto.
Una forte emozione hanno risvegliato in me questi versi, come un’eco che attraversando il tempo commuove e turba per la percezione del dissolversi di ciò che un tempo era vita, come l'aratro del Pascoli abbandonato nel campo. Il mulino, simbolo del tempo che inesorabile scorre,  esprime la condizione dell'esistenza umana spesso contrassegnata dalla solitudine e dall'isolamento. Le cose hanno qualcosa di misterioso che supera il realismo, parlano all'animo sensibile come il tuo.  Versi impressionistici di rara bellezza.

Grazie, di cuore
Imperia

L’acqua s’infossa                

Defluisce l’acqua sonnolenta e muta
verso il vecchio mulino e nella sera
riflette l’aria del color del fuoco
      
e del limone. Poi giunta alla meta
s’infossa vana e scura, come spera
di un cielo che è apparente e lascia il vuoto.



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