EDDA CONTE PRIMO PREMIO ALL'AECLANUM SEZ. LIBRO EDITO "LA RISACCA E I GIORNI DELLE NEGAZIONI" |
EDDA PELLEGRINICONTE: LA RISACCA E I GIORNI DELLE NEGAZIONI. EDIZIONI HELICON. AREZZO. 2018
Edda Pellegrini Conte, collaboratrice di Lèucade |
Scrivere sulla poesia di Edda Conte è come provare il piacere di una piuma che ti accarezza, è come avviare uno scambio di visioni esistenziali che inquieta per i dubbi e le incertezze sul fatto di esistere...
Recensione della
Silloge di Poesia "LA RISACCA E I GIORNI DELLE
NEGAZIONI"
di Edda Pellegrini
Conte. Ed Helicon 2018.
Scritta dalla Prof.ssa Luisa Martiniello e dalla stessa letta alla consegna del Primo
Premio AECLANUM XXXVII Poesia Edita- Settembre 2019.
Il tempo è protagonista
di molte poesie della Conte, ha" sapore di eterno" anche dinnanzi a
"un mondo distorto/ che ride delle sue ferite". Il passato staziona
con le sue immagini " tra la carta straccia", mentre la vita passa
" alla morte indifferente/ dimenticata/ nell'indifferenza della
gente". Ma la poetessa non si arrende al solo panta rei, allo scontro
"senz'esito di lotta/ silenzi con
parole/realtà...fantasie...desideri..."
perché reputa sconfitta " affacciarsi all'ora tarda/ con eretici
pensieri" ed ecco l'affidarsi ad un'orma di poesia, a un Tu che parli
nell'anima e quindi far crescere un " sorriso di sole" , legarsi
ad "allegrezze d'azzurro" , sentirsi "viva ancora / là sul mio
balcone" da cui innalzare un canto
al colore della speranza dei monti, all'albero fiorito " in abito da sposa
", come ai "sentieri di luce" dopo il tramonto e così diventa "preziosa
l'ora del silenzio" e ci si incanta
dinnanzi al tiglio con "l'oro delle foglie" , l'oro dell'Autunno che
invero disicanta con lo "strappo dei giorni",
ma a nulla vale "seppellire il capo nella
sabbia" , "il vento ha
denudato i rami...." i punti sospensivi e il reiterato suono della v
accompagnano il naturale logorio della trama: "lascio volar
la vita dalle mani". La clessidra del tempo come l'acqua lascia
traccia e alla risacca che ingurgita rimasugli di propositi e di occasioni si contrappone la bellezza dell'ora. "Il
fiato fresco del mattino " come
" una voce di luce" e anche il
ricordo del "sasso impugnato come stilo" o il ricordo della Madre che parla "dei dolori affogati nel coraggio"
confortano a testimonianza che la vita "è bella ancora/ tra le spine del roseto annoso" , anche
se all'incanto subentra " il cammino delle cinque tappe/:/ Disincanto
prima/ Sofferenza e per terza Depressione/, Solitudine attende all'altra tappa/
e da qui ha inizio Risalita/ Poi il Mistero...//la Sesta Pietra
miliare" E la Risalita si comincia
già con l'aprire "il balcone
all'ombra della sera/ che entri la bellezza della notte". Quanti
interrogativi di fronte a giorni divorati da un nemico: il vuoto al quale la
poetessa contrappone l'infinito,
"il male oscuro" che cancella la strada percorsa è anche
"nemico dei giorni a venire" e il balcone ora è "prigione
d'aria", "non fiorisce sorriso di parola" , ma la voce della
poetessa si farà parola, monologo nel consenso alle negazioni, parola tribolata
nella presa d'atto dell'assenza, nel tentativo reiterato, anche se vano, di
legare sfilacciati suoni, odori tra nebbie di un Amore , che non ha più
coscienza dell'hinc et nunc e ancora una
volta di fronte al fluire della vita l'io sono ha il suo canto di vittoria,
perché "la vita continua a stringerci/ a segnare il passo".
Di fronte alle parole di tanto commentatore...non ho che da aggiungere Grazie!
RispondiEliminaE un grazie alla Giuria di Merito di questo Premio unico e straordinario nella sua particolare serietà, votata esclusivamente alla cultura della Poesia.
Infinitamente grata dell'importante riconoscimento.
Edda Pellegrini Conte.
Ho avuto l'onore prima e il piacere poi, di aver letto in primavera le sillogi "Navigare" e "La danza delle falene" di Edda Conte. Sono a leggere (a spezzoni purtroppo) la silloge vincitrice del Premio AECLANUM. Ciò, per dire che sono divenuto un ammiratore convinto della Sua poesia e pertanto non mi sorprende più di tanto tale riconoscimento alquanto lusinghiero. Formatomi "poeta" (perdonatemi l'ardire) alla scuola di Ungaretti, trovo nella poesia di E.C. -un ermetismo strutturale morbido ed armonico- in quanto, credo, che il suo verseggiare viaggi, da un lato su quell'ermetismo quanto basta perchè il lettore tormi a rileggere e dall'altro sulla musicalità verbale per la quale il componimento poetico attutisce l'elemento ermetico rendendolo morbido anche nel contenuto, il messaggio. Credo quindi che la bravura di poeta di E,C. stia in questo sincretismo. Il suo fare poesia lo trovo sapientemente asciutto, netto, privo di aulicità, di ghirigori verbali ma, a pari tempo, l'autrice riesce, eccome, ad esternare il suo sentire, la genuinità dell'attimo creativo. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaMi sorprende un poco la parola "ermetismo" riferita alla mia poesia, ma la accolgo come stimolo alla riflessione.
EliminaConosco Pasqualino Cinnirella e lo stimo sia come persona che come poeta, in particolare ammiro la sua schiettezza e serietà. In definitiva, a prescindere dal giudizio personale che ciascuno è bene esprima apertamente, non dimentichiamo che tutti noi ,poeti di oggi, siamo eredi dei poeti del Novecento e portatori in un certo senso delle varie correnti di poesia di quel periodo.
Ringrazio Pasqualino per il suo gradito intervento e per le parole di apprezzamento nei confronti di quei miei lavori che ha citato.
Edda Conte.