Elegia alla nipote Paola
Troppo ardente correvi a perdifiato
e il premio hai perduto della vita,
tu più ansiosa del seme che la terra
rifiuta, a te nemica la tua gioventù.
Tu eri già pianta, evento di frutti,
ora sei più che una lama nel petto
di tua madre e nella mente del padre
una stilla di fuoco, stanza chiusa
per la famiglia e smarrita è la chiave.
Tu dormi coi tuoi allegri amuleti
e la tua bellezza sterile come
vittoria rimasta senza trionfo:
braccia strette al compianto di te stessa
tu vai sfogliando in sogno libri amari,
in eterna pace ormai laureata.
Se le lagrime fossero usignoli
amorosa sarebbe la tua notte,
e non fanno che un povero fiume
intorno alla tua pallida collina,
tu d’una pietra sei prigioniera.
Libero De Libero
Caro Nazario, complimenti per la scelta di pubblicare questa bellissima poesia di Libero de Libero, in cui una serie di intuizioni liriche di grande e misurata emozionalità e certe soluzioni sintattiche creano un "paesaggio" di assorta e dolente umanità.
RispondiEliminaPasquale Balestriere