giovedì 10 ottobre 2019

P. CINNITRELLA: "COME FOGLIA ACCARTOCCIATA"


Poesia folta, densa, vitale, dove il verso accompagna, con energia sintagmatica, le espansioni meditative; i risvolti della vita. E qui la vita c’è tutta nella sua complessità esistenziale: il tempo, la memoria, l’esilità del vivere, l’attesa, i richiami dell’avventura. Insomma tutti gli accorgimenti emotivo-meditativi che l’uomo si pone e prima e dopo. Ma soprattutto crescono a mano a mano che la natura ci vuole più vicini al redde rationem, al bilancio finale. E il poeta si avventura in un oracolare presentimento che lo rende fortemente umano, poeticamente avvincente per i richiami ontologici e soprattutto per un’architettura verbale che dà segno di intensa e personale elaborazione metrica:

 Sarò quel nulla di foglia accartocciata
sotto un piede macigno sulle strade 
a svuotare di me quel poco nel ricordo
che il tempo sbiadisce, ora dopo ora,
già domani.
   
Una poesia che ci rende partecipi; attivi fruitori del bello, in questo caso di quello del canto.  

Nazario Pardini

COME FOGLIA ACCARTOCCIATA

Mi è rimasto solo il tempo già passato
col suo vuoto ancora tra le mani
ad infierire sui giorni che mi restano 
di quest’età che tremola nell’anche.
Mesto è il giorno che così rimane 
ancora nell’attesa e a seguitare,
ansare tra la nebbia verso meta
da quel suolo dov’è l’ultimo sentiero.
Nel cuore, che distoglie preludi di una fine, 
ho petali di rosa ancora rosse
ma lenti ormai all’ansie della vita  
che chiama, chiama ancora all’avventura.
Non dirò certo ai miei simili
che di orme invisibili fu il mio passo
o che d’altri voluto da deserti -il transito;
neppure
su un letto d’addio a tarda sera
quando ogni porta  
non potrò più schiuderla al mattino. 
Sarò quel nulla di foglia accartocciata
sotto un piede macigno sulle strade 
a svuotare di me quel poco nel ricordo
che il tempo sbiadisce, ora dopo ora,
già domani.

Lug./Ago.019/24

11 commenti:

  1. Resto sempre positivamente attonito quando leggo, e non soltanto per i miei pensieri in versi, il dettato critico che il n/s Vate mette in atto su opere letterarie. E' ammirevole eccome la Sua capacità di incunearsi all'interno del sentire dell'autore. Sono alquanto lusingato di ciò che ha scritto sulla mia COME FOGLIA ACCARTOCCIATA specie quando afferma che in essa c'è " tutta la vita nella sua complessità esistenziale". Riesco solo a dirGli -grazie- copioso, profondo e spontaneo catalizzato dalla commozione anch'essa spontanea in confronto al mio ieri poetico. Grazie di cuore Prof. Pardini Pasqualino Cinnirella

    RispondiElimina
  2. Splendida l'esegesi di Nazario della lirica di Pasqualino,
    allegoria delle fasi della vita attraverso l'impreziosimento e la sontuosità degli elementi della natura. Le stagioni trascorse sono nostalgicamente rivisitate e cantate, con chiarezza di disegno, metafore efficacissime e un andamento stilistico sinuoso, ricco di pause ritmiche che suggeriscono una scansione intensa ed energica. La foglia accartocciata rappresenta una sorta di profezia del futuro, dei giorni privi di vigore, di luminosità, di quell'entusiasmo che il Poeta sente già attenuarsi.
    "Nel cuore, che distoglie preludi di una fine,
    ho petali di rosa ancora rosse
    ma lenti ormai all’ansie della vita".
    Il velo di Maya, che copre di malinconia questi versi cela il timore del disincanto. Pasqualino,che conosco e stimo tanto, non è uomo che cede al nichilismo, si limita a esprimere un canto di commosso, universale timore per quel 'domani' che non ci è dato conoscere. Grazie, amico mio. Ti abbraccio.
    Maria Rizzi

    RispondiElimina
  3. Quest'ultima poesia di Pasqualino Cinnirella affascina ed entusiama per tanti motivi. Uno di questi è la perfetta commistione fra il linguaggio classico e quello post-moderno. "Non dirò certo ai miei simili che di orme invisibili fu il mio passo o che d'altri voluto da deserti - il transito" Ormai più che abile, il poeta dimostra di possedere una proprietà di linguaggio tale che, con estrema disinvoltura, riesce a convincere anche il più ostile tra i critici. In pratica egli sa come far sposare Ungaretti e Pascoli, Carducci e Quasimodo, Leopardi e Montale; raggiungendo, involontariamente, la musicalità ed i suoni espressi nella "Divina" opera del sommo poeta Dante Alighieri. Con la massima semplicità, ancora una volta Cinnirella, ci regala l'armonia e la melodia di suoni antichi in perfetto sincretismo con la musicalità e la liricità dei poeti moderni e contemporanei. "Sarò quel nulla di foglia accartocciata sotto un piede macigno" non v'è nulla di più malinconico ed allo stesso tempo dolcissimo sconforto in questi versi che sembrano preannunciare l'estrema fugacità dell'esistere, seppur, nonostante tutto, vivendo. Ma, "ho petali di rosa ancora rosse all'ansie della vita che chiama ancora all'avventura".
    Bravo Cinnirella ed ancor più bravo il Prof. Pardini che, con la sua analisi sapiente e saggia, come sempre, percepisce in pieno il significato ed il significante nella poesia pubblicata che, a tratti, somiglia ad una perfetta sinfonia strapiena di forma e sostanza.
    In bocca al lupo caro Cinnirella anche se, le parole mancano e non riescono a dire più di quanto la tua musica e il tuo canto sanno e vogliono dire.
    Sei sempre nel mio cuore.
    Giuseppe Cultrera

    RispondiElimina
  4. Una musicalità tonda e dolente è ciò che resta al termine della lettura. Con abili giri metaforici e personali giochi metrici, il poeta riesce ad esprimere la comune melanconia per il tempo che fugge, tipica dei mortali. Bravo Pasqualino! Ha ragione Pardini nel dire che qui ci sono tutti gli accorgimenti emotivo-meditativi che l’uomo si pone e... crescono a mano a mano che la natura ci vuole più vicini al redde rationem, al bilancio finale".
    Franco Campegiani

    11 ottobre 2019 20:33

    RispondiElimina
  5. Una musicalità tonda e dolente è ciò che resta al termine della lettura. Con abili giri metaforici e personali giochi metrici, il poeta riesce ad esprimere la comune melanconia per il tempo che fugge, tipica dei mortali. Bravo Pasqualino! Ha ragione Pardini nel dire che qui ci sono tutti gli accorgimenti emotivo-meditativi che l’uomo si pone e... crescono a mano a mano che la natura ci vuole più vicini al redde rationem, al bilancio finale".
    Franco Campegiani

    11 ottobre 2019 20:33

    RispondiElimina
  6. bellissima lirica nella ritmica musicalità e nell'immagine di una foglia, appena nata, diceva Ungaretti, invitando al senso della fratellanza,come a quello della fragilità, che si colora nel guardare al sole. Un prodigio la tiene attaccata al "nudo ramo", scriveva Saba, perché morire è nulla...se un ricordo non sbiadisce, ma resta, difficile a volte, nei petali di rose rosse, nel buon profumo di poesia. Complimenti Pasquale. Emanuele Aloisi.

    RispondiElimina

  7. RICEVO E PUBBLICO
    Cinnirella tris
    Edda Conte
    Lettura e commento di "COME FOGLIA ACCARTOCCIATA" di Pasqualino Cinnirella

    Ogni volta che mi capita di leggere uno scritto, e non solo di poesia, di Pasqualino Cinnirella, non posso fare a meno di ricordarne la figura alla presentazione di "Boati dal profondo".
    Mi trovai ad improvvisare un commento di questa opera, invero abbastanza impegnativa, e mi lasciai prendere la mano dalla sensazione sorprendente di incontrare una persona nuova, vera, schietta e semplice, di quella semplicità che viene dalla fede nel proprio operato.
    In realtà nel corso dell'incontro emerse una personalità non comune, un autore serio e preparato, un poeta a tutto tondo, con un verseggiare classico e moderno insieme, di una profondità talora sconcertante nella ricerca di "quella determinata parola" che sola è la perfetta eco di una attenta e sentita riflessione.
    Notai in Cinnirella i risultati di un serio lavoro, di studio costante con un grandissimo amore per la Poesia,, il tutto accompagnato da quella modestia che è segno di una mente tesa a migliorarsi sempre..
    Così è. Così accade.
    La composizione "Come foglia accartocciata" denota con sicurezza la cura in ogni particolare, tesa a dare al verso tutta la valenza di un pensiero che nasce cresce e si sviluppa come per opera di un cesellatore. Niente è affidato al caso, all'improvvisazione. Il dettato poetico ha una circolarità perfetta, come per un'unica riflessione che segue i naturali passaggi di una meditazione.
    "Mi è rimasto solo il tempo già passato..." è l'incipit di una realtà oggettiva che porta ad una personale chiusa- bellissima immagine poetica!- : " sarò quel nulla di foglia accartocciata...."
    Tutta la centralità della lirica ha un afflato che raggiunge il lettore con il segno della vera poesia: l'emozione. "Nel cuore ho petali di rosa ancora rosse..." ecco dove compare l'uomo, in tutta la sua umanità.. Il tempo è passato con il "vuoto ancora tra le mani.." Ancora, dice il Poeta all'inizio, e poco più sotto aggiunge che la vita "chiama, chiama ancora all'avventura".
    Si passa da un pensiero triste ad altro di speranza, di energia vitale non ancora spenta.
    E' in queste parole che leggo il nucleo del pensiero del Poeta; vi compare un Indicativo Presente, il tempo della realtà. Non lasciamoci fuorviare da quei Futuri che si leggono dopo:
    -quando non potrò....; sarò quel nulla...-.
    Si è visto della tristezza in questa bella poesia...; ebbene, a me sembra che se tristezza c'è è solo consapevolezza del passare del tempo....ma finché si hanno petali di rosa ancora rosse
    nel cuore, forse la vita ha in serbo per noi ancora qualche buona sorpresa.
    Auguri e complimenti a Pasqualino Cinnirella, all'uomo e al poeta.

    Edda Conte

    RispondiElimina
  8. EDDA! GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE E MILLE VOLTE GRAZIE. Sei stupenda ed eccellente; spero di meritare sempre questa Tua fiducia sia come persona che come poeta. Mi hai rivoltato come un calzino in questo breve pensiero critico e quello che dici è assolutamente vero. Amo la poesia che mi ha dato tutto e per questo che per me è una cosa seria, molto seria. E' altrettando vero quando dice che sono "sempre a migliorarmi"; come non c'è un fine ad imparare non c'è certo un fine a migliorarsi in una ricerca spasmotica della perfezione in questo caso artistica-poetica. Dopo un anno e mezzo di inattività poetica se alla ripresa i frutti sono questo Tuo pensiero e quello del caro Prof. Pardini ne è valsa la pena attendere anche smaniosamente. Pasqualino Cinnirella.

    RispondiElimina
  9. Questa nuova composizione di Pasqualino è una poesia manifesto del suo sentire poetico. Qui il poeta si sente una foglia accartocciata, una di quelle foglie che in autunno volano sul selciato e usa questa metafora per descrivere il suo stato d’animo. Una metafora di ampio significato, in quanto la foglia ha una vita di grande attività nella primavera e in estate sotto i raggi potenti del sole, soggetta alle forti sferzate del vento, eppure nonostante tutte le avversità riesce a svolgere la sua funzione e contribuisce alla vita dell’albero (che qui forse assume la figura della poesia). Ma adesso che si ritrova sul tramonto dei giorni come nella celebre poesia di Ungaretti, si sente ancora stimolato dal vigore della vita ma non sempre è pronto a prendere la sua bellezza espressa nella metafora delle rose rosse. Ma qui il tormento ispirativo che coglie il poeta è nel significato “di un piede macigno”, come se l’uomo poeta non abbia ricevuto quel riconoscimento da parte di quelle persone autorevoli che ha incontrato, e come accade alle foglie vengono calpestate senza la meritata attenzione. Eppure ritengo che il valore di quell’uomo poeta non si esaurisce nella foglia accartocciata ma si trasforma in fertile macerato che costituisce il nutrimento delle generazioni future. Per questo l’importanza dello scrivere dona l'effetto di una metamorfosi della presenza e della parola, offrendo il tempo del riscatto per prolungare ulteriormente la presenza con la poesia che vince le asperità del tempo e offre dolcezza alla memoria del domani.
    La poesia di Pasqualino comunica molto della sua vita perché esprime la verità e non potrebbe essere altrimenti. Il suo sentire è riflessivo ed energico nell'esprimere l'ispirazione poetica che l'attraversa.
    Grazie Pasqualino per l'occasione di leggere una bella poesia.

    RispondiElimina
  10. Sento doveroso ringraziare tutti coloro che mi hanno onorato di un loro pensiero critico e che mi hanno fatto sentire, ancora una volta, parte integrante dell'isola di Leucade della quale mi pregio sempre, nel mio piccolo, esserne uno dei componenti. Consentitemi di ringraziare pure coloro che non hanno potuto per ragione di tempo e di impegni esprimere il loro contributo critico consapevole,ne sono certo, lo avrebbero fatto ben volentieri. Grazie prof. Pardini, M.Rizzi, G. Cultrera, F. Campegiani,E. Aloisi, E.Conte e il caro F. Casuscelli. Pasqualino Cinnirella

    RispondiElimina
  11. La tua poesia è splendida, intensa, profonda. Sento mia la dolcissima malinconia che la permea. Grazie.
    Ester Cecere

    RispondiElimina