venerdì 10 settembre 2021

LAURA BARONE: "DONNE D'AFGHANISTAN"

Laura Barone,
collaboratrice di Lèucade







DONNE D'AFGHANISTAN

 

Il calcio dei fucili sui nostri pensieri

e i nostri sorrisi stuprati

in nome di un dio storpio.

 

Il Pakol e l' M4

divise d'ordinanza dell'orrore.

 

Spargimento di finto zucchero

e bancomat sbarrati,

chi paga è sotto al burka

chi paga ha sulle

labbra

il sapore di bocche spaccate.

 

L'aquila e le sue pulci

ci hanno abbandonate,

il Male ci ha sposate.

Un giorno avremo il tempo

per leggere questa Poesia,

e vi sputeremo addosso

il nostro mondo giusto.

 

Zindabad Afghanistan!

Zindabad Afghanistan!

 

WOMEN OF AFGHANISTAN

 

The butt of the guns on our thoughts

and our  smiles raped

in the name of a crippled god.

 

The Pakol and the M4

uniforms of horror.

 

Spreading fake sugar

and barred ATMs,

whoever pays is under the burka

whoever pays has on her lips the flavor

of smashed mouths.

 

The eagle and its fleas

  abandoned us,

Evil married us.

One day we will have time to read this Poem,

and we will spit on you

our just world.

 

Zindabad Afghanistan!

Zinfabad Afghanistan!

  

INSIPIENZA

 

E poi un demone  stride e striscia accanto

e lascia la sua bava a partorire

anime brulle che sanno di morte;

occhi che vuoti condannano un no,

sordi ai tanti sí scovati con fatica.

 

Non ci sarà scampo per vite sazie,

da un gesto verminoso nasce il nulla.

 

Per sentire il respiro dell' insipienza,

vi basta  un selfie a vostra convenienza.

Laura  Barone 


Sto scrivendo una mia riflessione

  sul rapporto: mondo poetico ed editoria che è ancora in embrione, se ne verrà fuori qualcosa di buono te lo invieró.

Un grande e affettuoso abbraccio con immutata stima.

Laura

 

 


3 commenti:

  1. La Barone con profondo impegno civile, coniugato a forma espressiva di autentico impatto lirico, tratta il gravissimo problema del ritorno al passato in Afghanistan. I Talebani hanno emanato una serie di restrizioni che riguardano il mondo femminile che riportano il paese dell'Asia centrale ai tempi del signore della guerra Gulbuddin Hekmatyar, il "macellaio" di Kabul per gli Barone. Condanna in modo sanguigno il nostro immobilismo di fronte a tanto orrore con quattro versi che trafiggono più di un pugnale: "Un giorno avremo il tempo /per leggere questa Poesia,/e vi sputeremo addosso /il nostro mondo giusto". Anche la seconda poesia è condanna della nostra assenza di fatti. Ci ricorda che quando un vigliacco dimentica di esserlo forse non può aiutarlo neanche Dio. E siamo tutti indifferenti e codardi. Grazie per questo tributo didattico e un saluto affettuoso.

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    1. Grazie a te, Maria Rizzi, per l'attenta critica che ha colto nel segno il punto fondamentale che ha condotto l'ispirazione a estrarre questi versi da me molto sentiti.Grazie davvero di cuore. (Laura Barone)

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  2. Ovviamente è un refuso:per gli Barone... me ne scuso.

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