Parametri –
Il coraggio di dirsi nelle
dimensioni del senso,
uno spazio di contraddizioni per
il pretesto
di aggiungere alla memoria le
crisi di una sinfonia.
Noi ripetiamo ai giorni le nostre
fantasie
quasi un colore inciso fra le
ombre per rileggere ancora i pochi versi
che ristagnano nelle pieghe del
cervello.
Mentre si libera la
rassegnazione, penetrare nella pelle
nevrotica e controfigura, fingo
di rispecchiarti
scavando le impotenze
dell’attesa.
Secondo l’ora del tempo vago
lungo le strisce ormai usuali dei ritmi,
trascinando diafane figure o
entrare nella metafora affannata
ove rimane il rituale al prezzo
che la vita risparmia.
Volgemmo segni e dialettiche,
secondo sguardi, vagando lungo strisce del ricordo:
ogni crepuscolo breve vuota le
mani da pensieri,
e le interrotte parole degli amplessi ripetono gli odori del fumo,
ripeto gli abbandoni , tra le
vibrazioni irriverenti e gli infiniti risvegli
gonfi di altre notizie entro
nella libertà della poesia.
le notti strette intorno alla mia
gola
inviolabili matasse dell’attesa
o vulnerabili pagine
nell’asfissia dei pensieri
ed impariamo che il raccontare è
sillaba
delle confusioni, di segreti
ormai logori
così capovolgiamo il consumarsi
dell’aria,
in aperture impossibili come al
fondo dei dubbi.
Nei rinnovati accostamenti,
attraverso memorie,
impegniamo gli specchi per
ricostruire
quanto abbiamo atteso e
rivissuto: il segreto del ritorno.
Il timore e il ricordo della
strada rientra
negli argini della
consapevolezza,
quando presenze nascoste
annullano gli spazi per creare
le forme infrante delle
coincidenze.
E’ colma la memoria dei cancelli
limite,
dei frammenti che ricuciamo a
stento per creare profili.
Ormai l’improvvisa speranza offre
orizzonti
ove plasmiamo le nuove luminose
immagini.
*
Antonio Spagnuolo
Antiche mura –
La strada è
sempre un tocco di ricordi,
tra le
memorie, in cerca degli autunni trascorsi:
foglie di
betulla, gialle, le chiavi del cancello,
l’andirivieni
degli scrosci , le utopie ,
di quei teneri
colori di violetto,
quando la
città consumava il suo sonno,
e i disinganni
laceravano tele
per i polsi
incalliti nella gloria.
Ad ascoltare
melodie, o nelle tracce apparenti,
il susseguirsi
delle urgenze quotidiane
incidono in
cadenze ed i ciottoli hanno il timore
di presenze
nascoste.
I calzari
nell’improvvisa speranza
hanno la
rabbia allacciata alle vicende
del destino
che incombe.
Fu in quel
tempo che gli sguardi
intesero
indecise le parole,
per raccontare
gli assurdi mutamenti
di una antica
metropoli,
nelle incaute
libertà delle ombre.
Ma oltre il
respiro un tentativo
di stupire
alla corsa,
prima di
distruggere i consensi,
e confondere
il sudore che segna l’orizzonte.
A riallacciare
i nostri giorni al passato
egualmente lusinghe e narrazioni
scandiscono il
pensiero riflesso tra le ciglia.
*
Antonio Spagnuolo
Pelle -
Nelle impronte della mia carcassa,
al misterioso
anatema del mattino,
rincorro gli
aromi del golfo,
ripeto il
verso impaurito,
pulsando una
carotide sdoppiata.
Pelle a pelle
il linguaggio delle trasparenze
stordisce l’isteria
della città,
mentre la
fantasia rimbocca ancora
altri giorni
contati,
come i grani
di un rosario impazzito.
Nelle sere di
agosto la tua vana rettifica
contrasta persiane, accostando le sillabe
per
scongiurare i baci.
Le immagini
dei flutti gonfi di sabbia
sono fruste
dell’altrove
trasformate
nello sfolgorio che illude,
per quel che
fummo nel polline,
ora cometa da
rincorrere e odiare.
Antonio Spagnuolo
* *
Forme –
Dileguo le
contorte inettitudini
delle tue
lacrime in penitenza ,
tremoli punzonando
le mie forme
ad ogni segno,
tu , brezza succhia dose:
in delicato
dondolio frantumi
le voci del
cancello.
Lasciammo
distimie monologanti
nel paradosso
di Tersicore:
presso lo
stormo d’aria riconduco l’incendio
per l’insonnia
, all’abbaglio del corso
in dissonanze,
controvento.
Ora trapasso
le scritture fuori mito
Nel coccio già
battuto
per
l’immagine corrosa della sera.
Tutto questo
al bugiardo rimprovero
di qualche
insolita preghiera.
* *
Antonio Spagnuolo
*
Antonio Spagnuolo (21 luglio 1931) è
nato a Napoli, dove vive. Poeta e saggista.
Si è dedicato
sin dal 1953 alla ricerca poetica con riscontri critici di notevole interesse.
Redattore
negli anni 1957-1959 della rivista
“Realtà” (diretta da Lionello Fiumi e Aldo Capasso), ha fondato e diretto negli
anni 1959-1961 il mensile di lettere e arti “Prospettive letterarie”.
Condirettore della rivista Iride negli anni 1975, fondatore e condirettore
della rassegna “Prospettive Culturali” negli anni 1976-1980, ha fatto parte della
redazione del periodico “Oltranza” negli anni 1993-1994. Nel 2007 ha realizzato la Antologia di poeti
contemporanei “Da Napoli/verso” (Editore Kairòs), presentando giovani autori al
fianco di una scelta schiera di storicizzati, e l’antologia “Frammenti
imprevisti” (Editore Kairòs 2011) . Dirige la collana di poesie “Le parole
della Sibilla” e la rassegna “Poetrydream” in internet. Premiato più
volte per i suoi numerosi volumi pubblicati.
E’ presente
nella “Letteratura italiana” curata da A. Asor Rosa per le edizioni Einaudi.
Di lui hanno
scritto numerosi autori fra i quali
Carmine Di Biase nel volume "La letteratura come valore",
Matteo d'Ambrosio nel volume "La poesia a Napoli dal 1940 al 1987",
Gio Ferri nei volumi "La ragione poetica" e "Forme barocche
della poesia contemporanea",
Stefano Lanuzza nel volume "Lo sparviero sul pugno", Felice Piemontese nel volume
"Autodizionario degli scrittori italiani" , Corrado Ruggiero nel
volume "Verso dove", Alberto Cappi nel volume "In atto di
poesia", Ettore Bonessio di Terzet nel volume "Genova-Napoli due
capitali della poesia", Dante Maffia nel volume “La poesia italiana verso
il nuovo millennio”, Sandro Montalto in “Forme concrete della poesia
contemporanea” e “Compendio di eresia”, Ciro Vitiello nel volume “Antologia della
poesia italiana contemporanea”, Mario M. Gabriele ne “La parola negata”, Carlo
Di Lieto ne “La bella afasia” , Domenico
Rea, Mario Pomilio, Gilberto Finzi, M.
Lunetta, G. Manacorda , Gian Battista Nazzaro , G. Panella, G. Raboni ,
e molti altri .
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