Il bue
“T’amo, pio bove”… “Ancor non
ho afferrato
che cosa tu intenda per
amare:
quand’ero un vitellino mi hai
castrato,
da allora mi fai sempre
faticare,
lavorare e sudar come un
dannato,
poi chiuso nella stalla, a
riposare.
Vorrei proprio sentire un sindacato,
per capire se è tutto
regolare!”
“Ma il Carducci ti ha scritto
un bel sonetto...”
“Cos’è un sonetto? È roba da
mangiare?
Non so leggere, io! Dove lo
metto?!
Ma
non importa, non voglio litigare.
Son nato da una vacca io,
poveretto,
lo so, è così, non c’è niente
da fare!”
18.07 - 24.11.2010
Da “Animali domestici e selvaggi” (silloge inedita)
LA VELA
È Pasqua e piove.
Dietro ai vetri chiusi
io guardo il mare,
che appare tra gli ulivi,
color di piombo. C’è
una vela sola
che si confonde
quasi nella bruma.
Gocce di pioggia brillano sul vetro;
in casa c’è un tepore sonnolento
e c’è silenzio. Volano i pensieri
oltre quel mare cupo, oltre la vela
che la nebbia confonde con il cielo.
Pensieri antichi,
sogni, pianti, gridi
che risuonano
dentro, senza osare
uscire e farsi
anelito e parole.
E tu, che vai lontano, sei la vela,
il sogno che va oltre l’orizzonte
per perdersi per sempre all’infinito...
Albisola - 28 marzo 2005
Da “Credere e amare” ed. ETS – Pisa 2007 Collana “IL
PORTONE/LETTERARIA”
Casa antica
Suonano lenti i passi nel cortile;
la voce delle rondini è la stessa,
lo stesso il nido tra le vecchie travi
del portico, e il frinire
dei grilli tra le siepi del giardino.
la voce delle rondini è la stessa,
lo stesso il nido tra le vecchie travi
del portico, e il frinire
dei grilli tra le siepi del giardino.
Io chiudo gli occhi, Leila: una finestra
s’apre stridendo nella casa antica,
e la luce abbagliante dell’estate
entra tra i muri candidi, imbiancati.
s’apre stridendo nella casa antica,
e la luce abbagliante dell’estate
entra tra i muri candidi, imbiancati.
Quanti ricordi ancora! La penombra
dei pomeriggi estivi, ed il riflesso
dei carri, sferraglianti sul selciato.
dei pomeriggi estivi, ed il riflesso
dei carri, sferraglianti sul selciato.
C’era la guerra, allora: si aspettava
che la sirena gridasse il suo richiamo
per fuggire sotterra, nei rifugi.
che la sirena gridasse il suo richiamo
per fuggire sotterra, nei rifugi.
C’era la guerra allora, e noi bambini
non capivamo l’angoscia delle madri
strette in preghiera davanti al crocefisso...
non capivamo l’angoscia delle madri
strette in preghiera davanti al crocefisso...
C’era la guerra, ma pareva un gioco
fuggire all’improvviso giù in cantina
lasciando il piatto a mezzo...
fuggire all’improvviso giù in cantina
lasciando il piatto a mezzo...
Com’era grande quella casa, Leila!
Andavamo a esplorare le soffitte,
il fienile in disuso, la rimessa
con la vecchia carrozza, condannata
ai tarli ed alla muffa...
il fienile in disuso, la rimessa
con la vecchia carrozza, condannata
ai tarli ed alla muffa...
C’era la guerra, ma eravam felici
delle povere cose che avevamo:
le ciliegie sull’albero in giardino,
il pane fatto in casa, i grandi armadi
e le casse ammucchiate nelle stanze,
piene di cose inutili, lasciate
nell’attesa di un tempo già passato,
che non ritorna più.
le ciliegie sull’albero in giardino,
il pane fatto in casa, i grandi armadi
e le casse ammucchiate nelle stanze,
piene di cose inutili, lasciate
nell’attesa di un tempo già passato,
che non ritorna più.
4-19.6.2001
Da “Il tempo, le cose, i sentimenti”
Collana “IL PORTONE/LETTERARIA” 2003
Cognome: Manzoni di Chiosca
Nome: Giacomo
Nato
a: Milano
Data
di nascita: 15 dicembre 1940
Professione: Pensionato
Indirizzo: Via Rosmini, 95 – 38015 Lavìs
(TN)
Telefono
e fax: 0461 240257
Cellulare: 347 9466431
Recapito
ad Albisola 019 4004925
Note biografiche
Giacomo Manzoni di Chiosca è nato a Milano nel 1940, ma dal 1975 risiede a Lavìs
(TN). Laureato in Ingegneria Chimica, per trenta anni ha prestato servizio come
impiegato con funzioni tecniche presso aziende industriali. Attualmente è
pensionato. Amante della vita semplice e della natura, nei momenti tranquilli e
solitari compone poesie, racconti e favole. Da alcuni anni trascorre con la
moglie la maggior parte dell’estate ad Albisola Superiore, dove, più che alla
vita di spiaggia, si dedica al bricolage, ricavando sedie, tavolini e altre
cose dai rami degli alberi del frutteto e dei boschi che circondano la
villetta.
Ha
conservato le liriche scritte dai tempi del liceo, ma solo negli anni ’90 ha
iniziato a partecipare a concorsi letterari, con lusinghieri risultati. Fa
parte del «Gruppo Poesia 83» con sede a Rovereto. Ha pubblicato cinque brevi
sillogi nella collana «Il Portone/Letteraria» (ed. ETS - Pisa): «Il tempo, le
cose, i sentimenti» (2003), «Primo amore», (2005), «Sterpi», (2006), «Credere e
amare», (2007), «Cristalli di ghiaccio» (2009). Nel 2003 è uscita la sua
raccolta di favole «L’ippopotamo e altri animali», con illustrazioni dello
stesso autore (ed. ARCA - Lavìs).
Lavìs, 22 gennaio 2012
bravo!!! ti ricordi quando da ragazzo abbiamo fatto quella grossa stupidata e stavi per precipitare in quel crepaccio sul ghiacciaio della Brenva in Val Ferret? Meno male che è andata bene!
RispondiEliminaUna persona meravigliosa
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