Luciano Nota. TRA CIELO E
VOLTO. EDIZIONI DEL LEONE. Venezia. 2012. Pp. 74. Euro10
“Le
puoi ancora incontrare
con
bluse rammendate e scialli neri
poggiate
agli usci delle case.
Col
santino nel grembiule
parlano
ligie dei figli lontani
limano
con cura i grani dei rosari.”
Se
poesia è linguaggio quella di Nota è poesia; poesia zuppata di freschi
sapori nativi decantati nel cuore e
nella mente e rinati a vita insaporiti di luci, di ombre, di suoni lucani. La
decantazione è stata morbida e curata. Sì!, perché il poeta ha sempre saputo
che quelle parole non erano solo sintagmi, ma involucri a rimarcare frammenti
d’anima: “Sapevamo che dopo anni / ci saremmo ritrovati / piegati sugli arcioni
/ a lanciare i nostri palpiti agli aironi.” (AIRONI). Ed è l’ambiente,
l’ambiente vissuto, con le sue realtà locali, con le sue tradizioni ancestrali,
intatte nella loro virtù campagnola, a venire incontro al poeta. A porgersi
alle richieste dell’anima: offerta benevola e sincera. Anche se stravisata da
un tempo che inesorabile fugit.
Il mare, Il paese, L’inverno, Le rondini, Le anziane lucane, Gli aironi sono tanti momenti sentimentali
concretizzatisi in corpi e in figure desiderosi di tornare a vivere. La realtà
stessa è rivissuta quasi oniricamente. E’ traslata nel mondo poetico del Nostro
e di questo mondo si vernicia e di tutte le sue valenze. Se ne impossessa l’autore, rendendola sua, la
vuole sua, fino ad offrirsi, però, in un impeto di trasfusione e di
metamorfosi: “Per una volta / una volta soltanto / veleggiare con te /
sull’arca dei venti. / Diventare io fronda / feconda chimera / sradicata dai
sensi.” (A UN ACERO). E’ lì il paradiso, nel succedersi dei giorni,
nell’alternarsi dei colori, nelle tensioni dell’amore: tutto terreno è
l’afflato che lega l’autore alla vita. Eterno e immortale sa tanto di
tristezza! “Che triste / una betulla immortale / mai scossa dal vento.”
(PARADISO).
Direbbe il poeta: “La realtà, la
memoria e il sogno cercano la parola per farsi vita”. E questa è la poesia di Nota: una parola
fresca, guizzante, nuova, ampliata, accorciata, a volte dilatata per andare
incontro alle richieste umane e disumane di un sentire bisognoso di stilemi
voluminosi e debordanti per contenerlo.
Nazario Pardini 29/06/2012
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