La Poesia come crescita umana
di Ninnj Di Stefano Busà
Ogni essere umano, ogni individuo della specie determina e
governa le facoltà, le capacità sue proprie, in modo autonomamente responsabile
e consapevole. In altre parole, è il faber della sua crescita
intellettiva. Sin dalla tenera età attraverso le scuole primarie e poi
Secondarie, e Superiori, Università o quant'altro acquisisce i fondamenti
principali deputati all'intelligenza e allo sviluppo del pensiero cogente, che
sarà poi la struttura portante, l'edificio su cui poggeranno tutte le
conoscenze e le colonne portanti intellettuali della sua conoscenza e delle sua
crescita. Gli strumenti e le modalità di acquisizione dei mezzi espressivi,
linguistici, logici, sono supportati dalle sue capacità a modificare la sua
massa intellettiva che si serve di tutte le disponibilità strutturali e
di categoria che traducono il senso della conoscenza. La quale in massima
parte ci giunge dall'esterno, dalla realtà che ci circonda ma, in altra parte
sono determinate dalla nostra volontà, dalla nostra capacità di acquisire
nozioni, di farle nostre, di scavare e indagare nei meandri delle varie
discipline tutti quei fattori che poi determineranno la cultura e la fisionomia
individuale intellettiva. Il diverso grado d'intellezione dipende in gran
parte dalle capacità di ognuno di approcciarsi a questa o a quella disciplina
con interesse, impegno e volontà di apprendimento. La Poesia è un atteggiamento
mentale che, inserito nello sviluppo concettuale di ciascuno, determina quella
rifinitura quel ricamo-ordito e quella completezza che attengono alla sfera del
sensibile, dell'immaginifico, e della creatività. La ragione per la quale prima
di ogni altra va interpretata la motivazione profonda della poesia è decifrarne
le caratteristiche interiori, lo status emozionale che deve essere
sensibilizzato a compiere i primi passi verso la sfera dell'essere che è
dominata dalla suggestione/emozione e dal sentimento.
Non vi può essere Poesia senza che non intervengano fattori di
ordine intellettuale o quantomeno, frammenti di emozione intellettiva che ne
determinino il concetto d'arte. Perché di questo si tratta. In poche parole si
va ad instaurare un prototipo di conoscenza e di elaborazione individuale che
ha del misterioso, ma che è facile individuare in una zona alta del cervello,
chiamata area di Broca, dal nome del chirurgo e antropologo Pier Paul Broca,
che realizzò parecchi studi antropologici e metodologici sulle facoltà e sulle
localizzazioni del linguaggio, così da essere considerato il promotore
dell'antropologia moderna. I suoi studi ripresero la circonvoluzione di Broca,
cui fu attribuita la funzione di deposito delle immagini motrici del
linguaggio. A questo grande studioso dobbiamo la scoperta dei fondamentali
criteri che determinano la zona del cervello adibita a magazzino di immagini. E
per immagini s'intendano quelle localizzate e determinate nel cervello umano da
esperienze dirette o indirette della realtà che ci circonda. Queste immagini
supportate da una preparazione culturale che sia affine alla
"letteratura"e all' "Estetica" è in grado di creare e
realizzare il testo poetico e di amministrarlo e gestirlo sul lato
dell'immaginazione e della scrittura che, dapprima, è esplicamente opera del
cervello, ma in un secondo tempo tenta di esprimersi come può dal sentimento e
dalla sensibilizzazione ad un piano prospettico di linguismo che dà
l'espressione poetica. La poesia, quindi, non nasce dal nulla: origina e si
proietta su un piano di appoggio che vede nella cultura il suo più vasto
progetto intellettuale, elaborato in chiave di riferimenti linguistici attua
quel progetto antropologico che abbiamo visto determinarsi e delinearsi
nella scrittura creativa, la quale altro non è che la coscienza ai diversi
gradi dell'autodeterminazione a creare immagini di scrittura e tali immagini le
estrapoliamo dall'emisfero intellettuale di Broca.
Ciò premesso, indicare nella Poesia il più alto indice di
elaborazione del cervello è di una semplicità lapalissiana, epperò, non basta
questa spiegazione, per poter affermare che a raggiungere gli
altissimi vertici del lirismo siano veramente le più grandi personalità della
cultura, perché questa facoltà di espressione si declina attraverso un
processo complicatissimo, d'inaudita ampiezza e profondità che coinvolge
gli strati profondi dell'emozione e del linguaggio. Tutto avviene in maniera
del tutto inaspettata, non si ha mai abbastanza preparazione per esprimere un
concetto in forma d'arte, soprattutto, perché la forma estetica o il gusto che
dir si voglia cambia da persona a persona, da un'epoca all'altra, da una
società all'altra e fra individui anche affini, nell'ambito della stessa
generazione che ne sensibilizza l'estro e la fantasia.
Stiamo cercando di apporre un
ruolo nuovo alla poesia? o stiamo piano piano demolendola e aggredendola con
l'indifferenza e la esclusione totale dai nostri equilibri di difesa? La Poesia ci salva dall'essere
bruti, perché raffina le coscienze e rende meno sensibili al maleche attanaglia
il nostro secolo. La nostra società, viene continuamente aggredita e messa a
ferro e a fuoco dalla turba volgare e facinorosa di mercanti, paraninfi e teledipendenti,
alcolisti e dopati di una forma esistenziale che toglie all'umanità molto dei
suoi caratteri essenziali di civiltà e progresso. Una società senza poesia va
verso la nullificazione dell'anima. Il segnale più forte, più inquietante in
una società moderna è, appunto, la sua assenza o defezione volontaria a causa
che altre e ben più accattivanti chimere abitano il sogno. Il risultato è una
dispensa priva di cibo: anche l'anima ha bisogno di nutrirsi per profondere
energie e investire sul piano umano tutto il suo patrimonio intellettivo che è
ricchezza interiore, non materialistica, indottrinata e resa sterile da un
processo riduttivo dell'intelletto e del pensiero. Se la poesia Vola Alta,
anche i nostri propositi saranno di ottima qualità, viceversa tutto si riduce
ad un vivere allo stato inferiore, da barbari, senza Luce d'intelligenza, di
sensibilità, di valori. La forza mediatica di questo periodo storico sta
attraversando una fase di netto rialzo. Il poeta non può fare altro che
resistere agli attacchi continui che i computer, internet, tecnologie
d'avanguardia, rampe satellitari e piattaforme spaziali intravedono come scale
verso il Paradiso. Ma, bisogna ammettere che vi è un deterioramento generale
del tenore di vita, s'intende del tenore di vita spirituale, interiore,
coscienziale che è relegato al ruolo di infimo grado nella scala delle
priorità. Come Kant affermava: l'uomo appartiene al regno dei fini, e non a quello
dei mezzi, pertanto non deve lasciarsi abbagliare dal clamori e dai
lustrini, nè dai meccanismi perversi che, sia pure sotto forma di utile e di
mirabilia portentosa, ottundono le menti degli umani e li fanno deviare
pericolosamente verso forme e categorie di vita inferiori. La poesia , dunque,
che lo crediate o no, continuerà a svolgere il suo servizio di ammortizzatore
sociale, pure se creduta inutile e vanesia, ammorbidirà il senso del
malessere e dell'inquietudine, la paura e il disincanto per una esistenza
acefala, in cui viene a dilagare disumanizzandosi la mentalità fanatica e
violenta, mercificatoria e ingannevole del prodotto-uomo E vi opporrà
resistenza, svolgendo un ruolo che costantemente evince la sua complessa
contraddizione e i suoi profondi conflitti, nei riguardi dei sentimenti
emanando con la sua fiammella una continua sollecitazione per le ragioni del
cuore, meglio dire per le interpretazioni del cuore, il quale non demorde e ci
richiama alla vita interiore vissuta all'insegna di un rispetto per la natura e
il suo eccezionale potere di governare il mondo. La Poesia è nel piano di
attuazione culturale il vertice del suo disegno più compiuto, affrancato da
ogni volontà che la discrimini e la contraddica, tradendo le sue finalità.
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