La ladruncola
Il Nostalgia, splendido ketch di 15
metri , doppiato Cabo de Gata, giunse ad Almeria verso le
18.00.
Le tre coppie che avevano noleggiato la barca, sfinite dal vento e
dal sole, decisero come sempre di cenare nelle vicinanze e rientrare subito per
un ammazzacaffè in pozzetto. La camminata in città subì un inesorabile rinvio. Angelo,
armatore e skipper del Nostalgia,
dopo le solite insistenze accettò ospitalità al ristorante e ricambiò offrendo
bevande più o meno alcooliche negli attimi di pigrizia prima del riposo. Da 15
anni proponeva crociere nel Mediterraneo spagnolo, dalla Costa Brava a
Gibilterra. L’atmosfera confidenziale con ogni equipaggio pagante era una
prassi, ma questa volta, per una reciproca simpatia, era nata quasi
un’amicizia. In quei finali di giornata era bersaglio di domande sulle più
svariate esperienze da skipper, spingendosi, soprattutto le donne, a curiosare
sulle sue avventure amorose. Notarono tutti che lui, quella sera, era insolitamente distratto;
non la smetteva, in piedi da solo, di guardare il mare oltre le dighe. “Quale grande amore ti ricorda questo porto?”, lanciò Nadia per prima.
“Non era un grande amore, era una piccola ladra”, fu la risposta. Il silenzio
prolungato che seguì lo costrinse a confidarsi. “Sei anni fa gli ospiti che avevo portato a Casablanca erano
tornati con l’aereo e mi trovavo qui, in rientro a Barcellona da solo. Nel
porto c’è un famoso velaio e mi sono fermato alcuni giorni per farmi realizzare
una nuova randa. Un primo pomeriggio rientravo con la mia vela appena
consegnata, deciso a provarla subito per far apportare eventuali modifiche. Scoprii
immediatamente che c’era qualcuno sotto coperta e usai ogni precauzione per
coglierlo di sorpresa. Era un grazioso visetto di ragazza quello che mi guardava
sorridente e senza paura. Una borsa di tela su un divano della dinette era
colma di oggetti che mi appartenevano. - Non denunciarmi, ti prego. Tu hai un sogno di barca, io rubo per
vivere. - Svuota la borsa sul cuscino e vattene prima che cambi idea! - Eh, no!
Devi lasciare che ti rubi qualcosa, altrimenti come mangio stasera? - Ti darò
della frutta che ho in frigo. - Sarebbe elemosina, il cibo me lo devo
guadagnare. O la prendevo a schiaffi o scoppiavo a ridere per quella sua strana
logica. Non so perchè le feci una proposta altrettanto insensata. - Vieni in
mare con me per darmi una mano. Ti pagherò facendoti rubare qualcosa; però
dovrai dirmi cosa vuoi e deciderò io se lasciarti o no la refurtiva. Gli occhi
della ragazza si inumidirono per la commozione. - Sono nata in Sierra Morena.
Fino a 3 mesi fa non avevo mai visto una spiaggia. Davvero mi fai navigare? Liberò
in fretta la borsa sul divanetto e mi guardò preoccupata. - Non è che vuoi
gettarmi a mare? Non credo di saper nuotare. - Non dire fesserie. Togli la
camicetta e indossa questa maglietta. Uscito all’esterno per predisporre
l’uscita, apprezzai che ci fosse un bel libeccio per fare le prove necessarie
ma non sospettavo davvero un mare così mosso; probabilmente risulta di qualche
burrasca lontana. Appena lasciate le dighe giudicai un forza 5; la barca
l’avrebbe affrontato agevolmente, per la ladruncola era un altro discorso. Mi
consolò vederla uscire esibendo ancora un sorriso convinto. Corsi a recuperare
una cinghia che le fissai addosso agganciando il moschettone al cavo d’acciaio.
- Così non finirai in mare. Paura? - Perché? Non ebbi tempo di rispondere e fu
raggiunta dagli spruzzi. Anche la gonna fu sostituita con un asciugamano di
spugna. Continuò a sorridere felice nonostante ad ogni onda la barca venisse
investita da una montagna d’acqua. Dopo un po’ era fradicia all’inverosimile. L’unico
indumento che le restò fu la maglietta; bagnata com’era si trasformò in un velo
sopra un corpo proporzionato ma ancora acerbo benché mi avesse confessato che
stava per compiere 19 anni. Avrebbe
potuto spostarsi per ripararsi in qualche modo, invece rimase tutto il tempo in
piedi, tenendosi stretta ad una sartia, attendendo la sferza delle onde. Di
tanto in tanto si voltava ridendo dimostrandomi tutta l’emozione che stava
provando.
La randa funzionava perfettamente, ma i miei occhi erano puntati
solo su quella visione di felicità; la ragazza sembrava dialogare con il mare,
urlandogli addosso e provocandolo con la forza di una divinità; anche le onde
sembravano giocare con lei come bambine dispettose e divertite. Io sono
profondamente innamorato del mare e ho conosciuto altri che lo sono
altrettanto, ma tutti per certi versi gli riserviamo un rispetto che deriva dal
timore della sua imprevedibilità. Non avevo mai visto esternargli un amore
spontaneo e sconfinato, senza remora alcuna. Quella ragazza sembrava volerlo
abbracciare senza rendersi conto della sua immensità, tanta era la sua gioia di
averlo incontrato per la prima volta nella vita. Una pioggia di gocce raggiungeva
anche me al timone e questo confondeva le lacrime della commozione che a mia
volta provavo. Rientrai in porto un paio d’ore più tardi e le ho fatto fare una
doccia fin che io lavavo la coperta per togliere la salsedine. Al momento del
commiato mi chiese solo di tenere per ricordo la maglietta ancora bagnata e se
ne andò in fretta. Mentre mi riprendevo dagli effetti di quell’incontro ricordai che
nel cassetto del tavolo da carteggio avevo 10 banconote da 100 dollari. Come
supponevo le aveva scoperte, ma ne mancava una sola, sostituita da un biglietto
scritto a mano. Ogni giorno devo guadagnare l’equivalente di 20 dollari per
sopravvivere. Ne rubo 100 per permettermi 5 giorni da sola sull’estremità della
diga ad incontrare il mare come oggi. Sono certa che me li avresti dati anche
tu. Grazie.... Le parole di Angelo tradivano emozione. “Ti è andata bene che quella ragazza ti abbia rubato solo 100
dollari”, esclamò Luca. “Non mi ha portato via solo quelli. Mi ha rubato anche
l’immagine del mare che io conservavo fin da bambino. Da quel giorno ogni volta
che interrogo l’orizzonte mi appaiono solo il suo sguardo e il suo sorriso”....
Dott. Brunello Gentile
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